Il sondaggio di Money.it: dopo le recenti polemiche e lo sciopero di una parte dei giornalisti, pensi che il governo stia minacciando la libertà di stampa in Rai?
Rai, il governo Meloni minaccia la libertà di stampa? Questo è stato il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai suoi lettori dopo le polemiche derivanti dallo sciopero - solo parzialmente riuscito per il boicottaggio da parte di Unirai, il nuovo sindacato considerato come vicino al centrodestra - proclamato da buona parte dei giornalisti di Viale Mazzini.
SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI
La Rai non sta attraversando di certo il suo momento migliore, con i dati auditel che hanno certificato nel 2023 il sorpasso di Mediaset negli ascolti e il recente addio di Amadeus, il grande protagonista degli ultimi Festival di Sanremo ora passato a Nove dove ritroverà Fabio Fazio, altro grande ex del servizio pubblico.
Da quando c’è il nuovo governo in molti hanno parlato di Tele Meloni , facendo riferimento alle nomine del centrodestra che ha lottizzato buona parte dei posti di comando in Rai. C’è da dire comunque che in passato le forze che ora sono all’opposizione si sono comportate sempre in maniera identica.
L’Usigrai, lo storico sindacato dei giornalisti Rai, ha deciso di proclamare un giorno di sciopero lo scorso 6 maggio per “ragioni di natura industriale, ma c’è anche un aspetto relativo all’indipendenza e autonomia delle redazioni”.
Il caso di Antonio Scurati per molti è stato l’emblema del clima che si respira ora in Rai, con Giorgia Meloni che è intervenuta di persona per spiegare che lo scrittore invece non sarebbe andato in onda per motivi economici e non per una censura.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire se per i lettori il governo Meloni stia minacciando o no la libertà di stampa in Rai.
Libertà di stampa in Rai: il sondaggio
Il sondaggio di Money.it è arrivato nel momento in cui lo sciopero proclamato da Usigrai ha riacceso le polemiche sulla libertà di stampa in casa Rai, accuse queste rispedite al mittente sia dall’azienda sia dal governo.
Nonostante lo sciopero, il Tg1 e il Tg2 sono andati in onda regolarmente grazie al boicottaggio da parte di Unirai, il nuovo sindacato che vede tra le proprie fila quattro direttori di testata su cinque.
Per La Repubblica Unirai, che conta oltre 350 giornalisti, sarebbe il “classico cavallo di Troia introdotto nella cittadella di Saxa Rubra per pilotare l’informazione”. In sostanza ci sarebbe un vero e proprio piano del governo per controllare il servizio pubblico anche grazie al ricorso al sindacalismo giallo.
“Il nostro sforzo - ha comunicato Unirai lo scorso 4 maggio in merito allo sciopero - sarà quello di offrire, nel corso dell’intera giornata, i tg e i servizi informativi grazie anche al contributo di chi in queste ore sta decidendo liberamente e responsabilmente di lavorare prendendo le distanze da uno sciopero politico proclamato in nome di una falsa emergenza democratica”.
La giornalista di Rainews Enrica Agostini però ha voluto sottolineare che “lavoro nel politico da 20 anni, ma non ho mai subito le pressioni e le censure che subisco in questo periodo”. Rainews è dove è sparita la notizia di Gratteri che auspicava che i test attitudinali si facessero anche ai politici.
Il clima in casa Rai non è dei migliori, con Viale Mazzini che - oltre alle accuse di censura e di poca libertà nelle redazioni - deve fare i conti anche con il calo degli ascolti, un trend questo che sembrerebbe essere confermato anche dai dati relativi ai primi mesi del 2024.
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