Redditi pensione invalidità civile, quali si considerano e limiti aggiornati

Simone Micocci

4 Luglio 2024 - 17:47

La pensione di invalidità civile spetta solo a chi soddisfa determinati requisiti reddituali. Ecco il limite aggiornato al 2024 e l’elenco dei redditi da considerare (e a quale anno riferiscono).

Redditi pensione invalidità civile, quali si considerano e limiti aggiornati

Per avere diritto alla pensione di invalidità civile, nonché alle altre misure di tipo assistenziale riconosciute alle persone che a causa di una minorazione fisica o psichica hanno una capacità lavorativa ridotta, bisogna soddisfare dei limiti di reddito.

Per determinare se queste misure assistenziali spettano, infatti, non si tiene conto solamente della condizione di salute della persona ma anche della sua situazione reddituale. Non basta quindi essere in una situazione di bisogno psico-fisico, ma anche di tipo economico.

A tal proposito, è lecito chiedersi quali sono i limiti da non superare per avere diritto alle pensioni di invalidità, come pure quali redditi vengono considerati per valutare il possesso di questo importante requisito.

Anche perché bisogna ricordare che i limiti di reddito per avere diritto alla pensione di invalidità varia ogni anno, in quanto - a parità dell’importo del trattamento - è soggetto a rivalutazione sulla base dell’inflazione.

I limiti di reddito aggiornati per avere diritto alle pensioni di invalidità civile

Come anticipato, per alcune prestazioni che rientrano nell’insieme delle pensioni di invalidità civile non sono previsti limiti reddituali, il che significa che basta soddisfare il requisito “sanitario”, ossia il riconoscimento della patologia invalidante, per avere diritto.

Rientra in questa tipologia di prestazioni, ad esempio, l’indennità di accompagnamento per invalidi al 100% con impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o comunque incapaci di compiere gli atti quotidiani della vita, come pure per l’’indennità di accompagnamento per ciechi assoluti, dell’indennità speciale riconosciuta ai sensi della legge n. 508/1988 e dell’indennità di comunicazione.

In tutti gli altri casi, ad esempio per l’indennità di frequenza, o anche per la pensione d’invalidità per invalidi parziali e totali, è necessario rientrare in determinate fasce reddituali. Tali limiti di reddito variano a seconda della prestazione che si richiede e ogni anno sono soggetti a rivalutazione (come pure gli importi delle pensioni).

Al 1° gennaio 2024 i limiti reddituali per avere diritto alle pensioni d’invalidità sono i seguenti:

  • 5.725,46 euro per l’assegno agli invalidi civili parziali e per l’indennità di frequenza (con importo mensile pari a 333,33 euro);
  • 19.461,12 euro per l’assegno agli invalidi civili totali, come pure per i ciechi parziali o totali se ricoverati (d’importo mensile pari a 333,33 euro) per i ciechi assoluti non ricoverati (importo mensile pari a 360,48 euro).

Al di sopra delle suddette soglie, dunque, la pensione d’invalidità non spetta, neppure quando vengono soddisfatti gli altri requisiti previsti.

Prendiamo come esempio una persona a cui viene riconosciuta un’invalidità al 100%, con diritto all’accompagnamento, che ha un reddito personale di 20.000 euro. Questa non avrà diritto alla pensione d’invalidità, mentre potrà percepire l’indennità di accompagnamento.

Ma come si è arrivati a quei 20 mila euro? Quali sono i redditi presi in considerazione? Ecco tutte le spiegazioni del caso.

Quali redditi vengono presi in considerazione?

Ai fini della valutazione dei requisiti per l’accesso alle pensioni d’invalidità civile, l’Inps tiene conto di tutti i redditi - di qualsiasi natura - soggetti a Irpef, vale a dire assoggettati a detta imposta e costituenti la base imponibile. Tali redditi vengono computati al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali: questo perché, come spiegato dalla Corte di Cassazione, vista la funzione di tali prestazioni - che costituiscono un aiuto economico per chi si trova in una situazione di bisogno - è bene fare riferimento “all’effettiva disponibilità economica dell’interessato”.

Non rientrano nel suddetto calcolo, invece:

  • l’importo della prestazione d’invalidità percepita;
  • eventuali rendite Inail;
  • pensioni di guerra;
  • indennità di accompagnamento;
  • reddito della casa di abitazione.

Questa è la regola generale, dalla quale possono comunque scaturire dei dubbi: ad esempio, a quale anno devono fare riferimento i redditi presi in considerazione ai fini della pensione d’invalidità civile.

A quale anno riferiscono

La risposta varia tra la prima liquidazione e successivamente alla stessa. Nel dettaglio, in sede di primo pagamento della pensione d’invalidità civile si prendono in considerazione i redditi dell’anno solare nel quale ricade la decorrenza della prestazione, ossia dell’anno in corso.

Ad esempio, chi presenta domanda di pensione d’invalidità oggi deve sapere che i redditi presi in esame sono quelli riferiti al periodo d’imposta che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024. Al momento della domanda, quindi, sarà necessario allegare una dichiarazione con cui verranno indicati i redditi che - in via presuntiva - verranno percepiti quest’anno.

Per quanto riguarda gli anni successivi al primo, invece, la valutazione è leggermente differente in quanto per il calcolo dei redditi si applicano regole differenti a seconda che si tratti di proventi da trattamenti previdenziali o di altre tipologie di entrate.

Redditi da pensione

Tra i redditi soggetti a Irpef presi in considerazione per valutare il diritto alla pensione d’invalidità rientrano quindi anche le pensioni, eccetto - come visto sopra - l’importo della pensione d’invalidità civile percepita.

Per quanto riguarda i redditi da pensione, viene stabilito che è necessario tener conto di quelli percepiti dal beneficiario della prestazione assistenziale nello stesso anno. Adesso, quindi, si terrebbe conto dei redditi da pensione che verranno percepiti nel 2024.

Altri redditi diversi da pensione

Per tutte le altre tipologie di reddito, invece, si prendono in considerazione quelli percepiti nel corso dell’anno solare precedente. A oggi, quindi, si deve fare riferimento a tutti gli altri redditi - come ad esempio possono essere quelli da lavoro dipendente, o comunque i proventi da terreni o fabbricati - riferiti al periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.

Quali sono gli oneri deducibili

Come visto sopra, per determinare il reddito si prendono in considerazione tutti quelli soggetti a Irpef, al netto però degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali.

Ma quali sono gli oneri deducibili? Tra questi - i quali vanno ad abbattere direttamente e immediatamente la base imponibile - rientrano ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali versati dall’interessato (anche ai fondi pensione complementari), come pure eventuali assegni di mantenimento pagati all’ex coniuge e ai figli. E ancora, potrebbero rientrare tra gli oneri deducibili, i quali vanno appunti dedotti dal reddito, i contributi da erogare in favore del personale domestico, o anche le donazioni effettuate in favore di organizzazioni non governative.

Per una maggiore chiarezza, gli oneri deducibili vengono indicati nell’articolo 10 del Tuir.

Come dichiarare i redditi utili ai fini della determinazione alla pensione d’invalidità civile

Come anticipato, in sede di prima liquidazione i redditi vanno comunicati insieme alla domanda.

Successivamente, tenendo conto delle regole suddette, la comunicazione va data invece presentando il modello Red entro le scadenze previste. A tal proposito, sarà l’interessato a comunicare il reddito effettivo, quindi al netto degli oneri deducibili.

Sempre nel Red andranno indicati anche i redditi da terreni, quali:

  • redditi dei terreni detenuti a titolo di proprietà, enfiteusi, usufrutto;
  • reddito dominicale (indicato come imponibile IRPEF: rivalutato dell’80% e proporzionato alla percentuale di possesso e ai giorni di possesso);
  • reddito agricolo (indicato come imponibile IRPEF: rivalutato del 70% e proporzionato alla percentuale di possesso e ai giorni di possesso).

Per i redditi da fabbricati, invece, sono inclusi solo quelli derivanti dal possesso d’immobili differenti dalla casa di abitazioni e da relative pertinenze.

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