Reddito di Cittadinanza: obbligatorio lo SPID o la Carta d’Identità elettronica

Redazione Lavoro

15/02/2021

Per i titolari del Reddito di Cittadinanza, coloro che dovranno sottoscrivere il Patto per il Lavoro, e altri utenti dal 1° marzo cambia l’accesso a MyAnpal che sarà solo con SPID e Carta d’identità elettronica. Obbligo di registrazione con le nuove credenziali dal 31 gennaio.

Reddito di Cittadinanza: obbligatorio lo SPID o la Carta d’Identità elettronica

I titolari del Reddito di Cittadinanza che usano il servizio online MyAnpal dal 1° marzo potranno accedere solo con SPID o Carta d’Identità elettronica. Per le nuove registrazioni l’obbligo di SPID, CIE o CNS è in vigore dal 31 gennaio.

Non si tratta tuttavia di tutti i beneficiari del Reddito di Cittadinanza, ma di coloro che sono tenuti alla firma del Patto per il Lavoro.

Dal 1° marzo 2021 i titolari del Reddito di Cittadinanza che possono lavorare, come anche altri utenti di MyAnpal, potranno accedere solo con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o con Carta d’Identità elettronica (CIE) o Carta nazionale dei servizi (CNS) come annunciato tempo fa da Anpal che recentemente è tornata sulla questione.

Il riferimento quindi è alle registrazioni al servizio avvenute prima del 31 gennaio 2021 da parte di cittadini e operatori.

Il passaggio dalle vecchie credenziali allo SPID o CIE riguarderà tutte le amministrazioni pubbliche e quindi anche INPS, NoiPA e INAIL per fare qualche esempio.

Anpal ha comunicato le varie tappe dello switch e quindi entro il 28 febbraio i titolari del Reddito di Cittadinanza, se vogliono continuare a utilizzare i servizi online di MyAnpal, devono procedere adottando SPID, CIE o in alternativa CNS così da essere pronti per il 1° marzo 2021.

MyAnpal: le tappe dello switch

Ci sono diverse fasi con cui verrà completato lo switch tra le vecchie credenziali e le nuove. Nel dettaglio, chi è già registrato potrà accedere a MyAnpal con le vecchie credenziali fino alla data del 28 febbraio 2021; dal 1° marzo 2021, invece, l’unico modo per accedere sarà quello di utilizzare le credenziali SPID o CNS/CIE.

Ma attenzione: per coloro che invece devono ancora iscriversi, quest’obbligo è partito il 31 gennaio 2021. Da quella data, infatti, ci si potrà iscrivere solamente con le suddette credenziali.

Il tutto è in linea con quanto stabilito dal Decreto Semplificazioni del 16 luglio 2020, con il quale sono state previste, come anticipato, nuove misure per l’innovazione digitale della Pubblica Amministrazione. Con questo Decreto è stato potenziato il ricorso allo SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che offre l’opportunità di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e dei soggetti privati.

Non sarà, comunque, lo SPID l’unico strumento con il quale accedere a MyAnpal. Come già abbiamo avuto modo di vedere, infatti, si potrà accedere anche con la carta d’identità elettronica - “una vera e propria evoluzione della carta d’identità cartacea” - o con la carta nazionale dei servizi, CNS, altro strumento utile per l’autenticazione ai servizi online della PA.

A tal proposito, in allegato trovate il manuale di registrazione per il cittadino aggiornato secondo le nuove modalità di accesso.

Manuale di registrazione a MyAnpal
Clicca qui per scaricare la guida aggiornata per accedere a MyAnpal, piattaforma per l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

MyAnpal: perché è obbligatorio l’accesso per chi prende il Reddito di Cittadinanza?

MyAnpal è la piattaforma di riferimento per i percettori del Reddito di Cittadinanza che hanno firmato - o firmeranno - il Patto per il lavoro con il Centro per l’Impiego.

Questa, infatti, rientra in una serie di obblighi previsti dal Patto. In particolare, vi è l’esplicito obbligo di registrazione su MyAnpal, piattaforma digitale per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La piattaforma dovrà essere utilizzata anche nella fase di ricerca attiva del lavoro, anch’essa espressamente presente tra gli obblighi connessi al Patto per il Lavoro.

E per chi non adempie a questi obblighi si applicano le stesse sanzioni previste per coloro che si rifiutano di firmare il Patto: scatta, quindi, la decadenza del sostegno e l’impossibilità di fare domanda nei 18 mesi successivi (che si riducono a 6 per coloro che hanno minorenni o disabili in famiglia).

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