Reddito di cittadinanza, quanti soldi si perdono con l’Assegno di inclusione

Simone Micocci

13 Novembre 2023 - 12:45

Con l’Assegno di inclusione come cambia l’importo percepito con il Reddito di cittadinanza? Facciamo chiarezza.

Reddito di cittadinanza, quanti soldi si perdono con l’Assegno di inclusione

Novembre e dicembre sono gli ultimi mesi per il pagamento del Reddito di cittadinanza: dopodiché si passerà alla nuova misura conosciuta come Assegno di inclusione, molto simile ma con delle novità che possono influire - e non poco - sull’importo percepito.

Nel dettaglio, con il passaggio da Reddito di cittadinanza ad Assegno di inclusione cambiano le regole per il calcolo del parametro di scala di equivalenza, quel valore che viene utilizzato per quantificare l’importo dell’integrazione spettante al nucleo familiare.

Fino a oggi il parametro di scala di equivalenza è stato calcolato con regole chiare e semplici: partendo da un valore pari a 1 assegnato al richiedente, viene aggiunto uno 0,2 per ogni minorenne e uno 0,4 per ogni maggiorenne, fino a un massimo di 2,1 (che sale a 2,2 nel solo caso di nuclei con disabili gravi a carico).

Con l’entrata in vigore dell’Assegno di inclusione le regole cambiano e diventano più complesse, in quanto per i minorenni il parametro di scala di equivalenza varia a seconda dell’età, mentre per i maggiorenni dipende dalla loro condizione. Ad esempio, vengono esclusi dal calcolo coloro che sono nella condizione di poter lavorare, comportando quindi una netta riduzione dell’importo - con il rischio di non poter persino accedere alla misura - per quelle famiglie in cui sono presenti diversi componenti occupabili.

A tal proposito, ecco un confronto tra le regole di calcolo del Reddito di cittadinanza e quelle in programma con il passaggio all’Assegno di inclusione, nonché degli esempi che ci aiuteranno a capire come cambierà l’importo tra dicembre e gennaio (per quanto il pagamento dell’Assegno non sarà immediato).

Come viene calcolato il Reddito di cittadinanza

Il Reddito di cittadinanza non è altro che un’integrazione al reddito familiare. In base ai guadagni percepiti dalla famiglia viene infatti riconosciuto un importo appena sufficiente per arrivare alla soglia minima fissata dalla legge, pari a 6.000 euro l’anno (500 euro al mese) moltiplicati per il parametro di scala di equivalenza.

Parametro di scala che come anticipato è così calcolato:

  • valore pari a 1 per il richiedente;
  • aggiunta di uno 0,4 per ogni componente maggiorenne;
  • aggiunta di uno 0,2 per ogni componente minorenne.

La soglia limite è 2,1, il che significa che al massimo si ha diritto - con reddito familiare pari a zero, a un’integrazione mensile di 1.050 euro, 1.100 euro nel caso dei nuclei con disabili gravi o non autosufficienti con parametro di scala che può arrivare fino a 2,2.

Come viene calcolato l’Assegno di inclusione

Come anticipato, con il passaggio all’Assegno di inclusione viene apportata una stretta ai criteri di calcolo in quanto i componenti occupabili maggiorenni non sono più considerati.

Nel dettaglio, ecco uno schemino pubblicato dal sito del ministero del Lavoro che ci aiuta a fare chiarezza sui nuovi valori:

Assegno di inclusione, il nuovo parametro di scala di equivalenza Assegno di inclusione, il nuovo parametro di scala di equivalenza Ecco i criteri di calcolo (fonte sito ministero del Lavoro).

Come possiamo notare, cala il valore assegnato ai minorenni, che si dimezza persino nel caso di coloro che hanno compiuto i 3 anni, ma in questo caso - come vedremo di seguito - il minor importo verrà compensato da un aumento dell’Assegno unico.

La differenza più tangibile riguarda invece i nuclei familiari con maggiorenni, ai quali appunto non viene assegnato alcun valore nel caso in cui siano nella condizione di poter lavorare. Si scende da 0,4 a 0,3, invece, per coloro che pur non essendo invalidi si trovano in una condizione di grave disagio bio-psicosociale.

Viene incrementato il valore spettante ai disabili, ai quali viene assegnato uno 0,5. A cambiare è anche la soglia massima: non più 2,1 ma 2,2 incrementabile a 2,3 nel caso dei nuclei con disabili gravi a carico. Ciò significa che l’importo, che di partenza è sempre pari a 500 euro al mese, può salire fino a 1.100 euro mensili (1.150 euro per chi arriva a un parametro pari a 2,3).

Quanto si perde con il passaggio da Reddito di cittadinanza ad Assegno di inclusione

A tal proposito, possiamo fare alcuni esempi per scoprire come cambia l’importo del sostegno con l’entrata in vigore dell’Assegno di inclusione.

Nessuna differenza nel caso della persona sola, in quanto come anticipato si parte da 500 euro mensili in caso di reddito pari a zero. Più sono i componenti, però, e maggiori sono i rischi di un abbassamento dell’importo.

Pensiamo ad esempio a una famiglia composta da due maggiorenni, di cui quello aggiuntivo non è occupabile e quindi non viene compreso nel parametro di scala. In tal caso l’importo massimo è sempre di 500 euro, mentre con il Reddito di cittadinanza ne spettavano 700 euro.

Di fatto, per ogni componente maggiorenne non occupabile si perdono fino a 200 euro al mese, mentre per i componenti maggiorenni con grave disagio se ne perdono fino a 50 euro.

Si “guadagnano” 50 euro invece per i componenti disabili gravi, mentre nel caso dei figli se ne perdono 25 per quelli che non hanno ancora compiuto i 3 anni e 50 euro per quelli che invece hanno superato questa soglia. Va detto però che nel caso dei minori ad aumentare è l’Assegno unico: con il Reddito di cittadinanza, infatti, ne spetta solamente un’integrazione, mentre con il passaggio all’Assegno di inclusione l’importo spetta pieno.

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