Reddito di cittadinanza, più famiglie lo prenderanno per tutto il 2023: il Decreto lavoro salva chi è stato preso in carico dai servizi sociali.
Non saranno solamente le famiglie con minori, disabili oppure over 60 a beneficiare del Reddito di cittadinanza per tutto il 2023, come previsto dall’ultima legge di Bilancio: con l’approvazione del Decreto lavoro, infatti, viene prevista un’ulteriore salvaguardia che permetterà a più famiglie di beneficiare dell’assegno per tutto l’anno corrente.
Andiamo con ordine: come noto ai più, la legge di Bilancio 2023 ha ridotto la durata del Reddito di cittadinanza, stabilendo che quest’anno la prestazione decade dopo il pagamento della settima mensilità. Ragion per cui luglio 2023 potrebbe essere il mese di arrivo dell’ultima ricarica del Rdc per molti degli attuali beneficiari, circa 433 mila famiglie se non si tiene conto di quei nuclei familiari che al loro interno hanno almeno un componente minorenne, disabile oppure che ha compiuto i 60 anni di età (i quali vengono esclusi dal taglio).
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Di recente, però, c’è stato il decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023 - il cosiddetto Decreto lavoro - con il quale è stata definita la riforma del Reddito di cittadinanza con l’introduzione di due nuove misure: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.
Ed è proprio leggendo approfonditamente il testo del Decreto lavoro che ci accorgiamo di un comma, ben nascosto, che amplia la platea di coloro che continuano a beneficiare del Reddito di cittadinanza anche dopo luglio 2023, ma comunque non oltre il 31 dicembre 2023.
Quali sono le nuove famiglie che continuano a prendere il Reddito di cittadinanza
All’articolo 13 - recante “Disposizioni transitorie, finali e finanziarie” - del decreto legge n. 48 del 2023, viene fatta chiarezza su cosa succede negli ultimi mesi che ci separano all’addio definitivo del Reddito di cittadinanza (in programma il 1 gennaio 2024).
Un articolo che va letto assolutamente perché ad esempio ristabilisce le sanzioni per i furbetti del Rdc che erano state cancellate - per errore - dalla legge di Bilancio scorsa, oltre appunto ad ampliare la platea di coloro che - nel rispetto di requisiti e obblighi - continuano a beneficiare dell’assegno per tutto l’anno 2023.
Nel dettaglio, il comma “nascosto” è il 5, dove si legge che:
Il limite temporale di cui al primo periodo non si applica per i percettori del Reddito di cittadinanza che, prima della scadenza dei sette mesi, sono stati presi in carico dai servizi sociali, in quanto non attivabili al lavoro.
Alle famiglie composte da almeno un minore, una persona con disabilità oppure un over sessantenne, quindi, si aggiungono anche quelle che prima del pagamento della settima ricarica del 2023 hanno sottoscritto il Patto per l’inclusione con i servizi sociali del comune di residenza.
Patto che, ricordiamo, si rivolge a quei nuclei familiari che per una serie di casistiche, ad esempio perché i componenti sono disoccupati da molti anni, non sono considerati immediatamente attivabili per un percorso lavorativo.
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Quindi, i nuclei interessati devono accertarsi di firmare il suddetto Patto il prima possibile, comunque entro la data di pagamento della settima e ultima ricarica del 2023.
Dopodiché saranno i servizi sociali ad assicurarsi che l’Inps continui con i pagamenti per tutto il 2023, nel rispetto degli obblighi e gli impegni indicati dal suddetto Patto, comunicando - entro il 30 giugno 2023 - l’avvenuta presa in carico.
Ricordiamo, però, che nonostante questa salvaguardia il Reddito di cittadinanza decadrà comunque il 31 dicembre 2023 e che per l’accesso all’Assegno di inclusione non sarà sufficiente aver sottoscritto il Patto per l’inclusione visto che ne potranno beneficiare le sole famiglie con disabili, minori oppure componenti over 60.
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