Con la stretta del governo guidato da Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza, quanti sono i beneficiari considerati occupabili e che per questo rischiano di perdere l’assegno mensile?
Il Reddito di cittadinanza non verrà eliminato, ma potrebbe cambiare radicalmente. Il piano del governo Meloni prevede una stretta riguardante i beneficiari della misura introdotta dal governo Conte: tutti coloro i quali sono idonei al lavoro rischiano infatti di perdere l’assegno mensile.
La volontà del nuovo esecutivo è quella di mettere in campo una stretta che è stata più volte annunciata e dovrebbe arrivare con la prossima legge di Bilancio. Così il Reddito resterà così come è oggi solamente per chi non può lavorare, limitando di conseguenza la platea dei beneficiari.
La speranza del governo è che chi può lavorare riesca a trovare occupazione, rinunciando però al sussidio. Come sottolineato da Meloni nel suo discorso programmatico alle Camere chi ha realmente bisogno di un sostegno economico non dovrà farne a meno e continuerà a percepire l’assegno. Diversamente andrà per chi è abile al lavoro.
Stretta sul Reddito, la proposta di Salvini
Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, chiede di sospendere l’erogazione del Reddito per sei mesi alle circa 900mila persone che possono lavorare e che percepiscono la misura già da 18 mesi. Secondo quanto spiegato dal leader della Lega, così facendo lo Stato incasserebbe circa un miliardo di euro da reinvestire nella quota 102 o in un’altra forma di anticipo pensionistico per il 2023.
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Come verrà cambiato il Reddito di cittadinanza?
Questa, però, è solo la proposta di Salvini. In realtà potrebbe andare diversamente e il governo decidere di cambiare il Reddito sotto altre forme. Per il momento Meloni non ha dichiarato pubblicamente quali siano le sue intenzioni e come vorrebbe modificare il sostegno. Sicuramente lo vuole rivedere, come ha spiegato anche in Parlamento, ma probabilmente è ancora allo studio la modalità da adottare. Senza dubbio anche lei punta all’eliminazione (o almeno a un ridimensionamento) del sussidio per chi è in grado di lavorare.
Reddito di cittadinanza, quanti rischiano di perderlo
Quanti sono, quindi, gli occupati che possono perdere il sussidio? Il Corriere della Sera fornisce alcuni dati citando una nota dell’Anpal di inizio ottobre. I beneficiari del Reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916. Da questa cifra vanno tolti circa 173mila che sono già occupati. Oltre a 83mila esonerati, esclusi o inviati ai servizi sociali.
Quindi in realtà a perdere il Reddito potrebbero essere 660mila beneficiari, ovvero il 71,8% di quelli che hanno sottoscritto il patto per il lavoro. Tra questi 660mila, quasi il 73% (ovvero circa 480mila persone) non ha avuto un contratto di lavoro subordinato o para-subordinato negli ultimi tre anni.
Si tratta di persone che hanno sicuramente problemi dal punto di vista dell’accompagnamento al lavoro. Inoltre il 70% di loro ha come titolo di studio al massimo quello di scuola secondaria, mentre solo il 2,8% ha titoli di livello terziario. Un quarto, invece, ha un diploma di scuola superiore. Una serie di motivazioni per cui è difficile che queste persone trovino facilmente un lavoro.
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