Come comportarsi in caso di trasferimento temporaneo presso amici o familiari: cosa comporta la residenza come ospite, come funziona e come richiederla. Ecco cosa c’è da sapere.
Può capitare di trovarsi dinanzi a un trasferimento temporaneo, facendosi ospitare da un amico o un familiare fino a trovare una nuova sistemazione. In questi casi può essere difficoltoso capire come destreggiarsi per quanto riguarda lo spostamento della residenza, essendo quest’ultima indispensabile per accedere a tutti i diritti correlati alla stessa dal nostro ordinamento.
Si pensi ai servizi pubblici, tra cui anche il medico di base o il pediatra di libera scelta, ma anche alla semplice notifica di comunicazioni, considerando che per la maggior parte delle persone la residenza coincide con il domicilio. Insomma, è fondamentale avere una residenza e che questa corrisponda al vero, ossia al luogo in cui effettivamente il cittadino vive in maniera prevalente. La legge italiana, inoltre, vieta severamente le residenze false, oltretutto controproducenti.
Di fronte a un trasferimento non pianificato presso l’abitazione altrui, per esempio quella dei genitori, di un parente o di un buon amico, se si tratta di una condizione temporanea è possibile stabilire la propria residenza come ospite. Ecco tutto ciò che c’è da sapere in proposito, come funziona e chi può richiederla.
Come funziona la residenza come ospite
Nel nostro ordinamento la residenza deve coincidere con il luogo di dimora stabile, dove si va a dormire e si trascorre la maggior parte del tempo. Essendo poi vietate le cosiddette “residenze di comodo”, ossia i trasferimenti di residenza fasulli attuati al solo scopo di ottenere i benefici legati alla residenza, non bisogna confondere la residenza da ospite con il domicilio.
La residenza deve infatti coincidere con la dimora abituale, perciò può essere spostata in una nuova casa soltanto se effettivamente si vivrà lì ospitati. Altrimenti, se si desidera soltanto un indirizzo a cui ricevere le comunicazioni è più che sufficiente spostare il solo domicilio. Questa regola vale anche nel caso in cui il cittadino non abbia alcuna residenza (proveniente dall’estero o dichiarato irreperibile), ipotesi in cui deve comunque iscrivere la residenza dove vive.
Non si può, quindi, fingere di essere ospitati giusto per avere una residenza. Al di fuori di questa precisazione, è del tutto legale ottenere la residenza come ospite, chiaramente a patto che gli aventi diritto siano d’accordo. Per legge, le persone che hanno legami familiari con il proprietario/inquilino hanno diritto all’iscrizione della residenza (con relativa annessione nel nucleo familiare), ma ciò non vieta di ospitare anche una persona con cui non ci sono parentele.
Chi può richiedere la residenza come ospite e come fare
Se i proprietari di casa e gli intestatari del contratto d’affitto sono favorevoli all’ospitalità, spostare la residenza è piuttosto semplice e anzi la procedura è pressoché analoga a qualsiasi altra iscrizione di residenza. In particolare, è necessario presentare la domanda al Comune della nuova residenza allegando la fotocopia di un documento di identità in corso di validità e il modulo ministeriale firmato.
La domanda deve essere inviata secondo le modalità previste dal Comune, in genere tramite posta elettronica, posta semplice o fax. In caso di accettazione, il cittadino è considerato residente dal momento di invio della domanda. Nei 45 giorni successivi, tuttavia, vengono effettuati controlli più precisi sui dati inviati e sui documenti, oltre che “ispezioni” a domicilio.
Trattandosi di ospitalità, la domanda deve essere presentata contestualmente anche dal legittimo proprietario, che oltre alla propria dichiarazione firmata dovrà allegare anche una fotocopia del documento di identità valido. Nel caso in cui l’ospitante sia in affitto, deve prestare il suo consenso insieme al proprietario dell’immobile. Non è invece indispensabile il contratto di comodato d’uso gratuito, ma è sufficiente la dichiarazione di ospitalità.
In caso di anomalie, il Comune invia quindi la comunicazione e la residenza viene ripristinata al luogo precedente. L’ente ha comunque la facoltà di rifiutare l’iscrizione della residenza se l’indagine della polizia locale non rileva prove che il cittadino abbia effettivamente dimora nel luogo indicato.
Nessun problema, invece, se non vengono effettuati accertamenti o non si ricevono comunicazioni, in questo caso la residenza è comunque da considerarsi trasferita efficacemente. In ogni caso, la domanda deve essere inviata soltanto al Comune di destinazione e in caso di accettazione la residenza è automaticamente trasferita.
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