La differenza tra domicilio e residenza non è così scontata e può essere determinante sia dal punto vista legale che da quello del fisco: ecco cosa sapere.
Spesso nel parlare comune si tende a utilizzare i termini residenza e domicilio come sinonimi o, perlomeno, accomunandoli nel significato. In realtà, dal punto di vista legale esiste una differenza sostanziale fra questi due concetti, anche se nel concreto definiscono poco più che un indirizzo civico.
Difatti, quando bisogna fornire i propri dati anagrafici viene chiesto di comunicare rispettivamente la residenza e il domicilio, oppure di dichiarare che coincidano. Scopriamo, quindi, cosa cambia, a cosa serve questa differenza e cosa comporta a livello amministrativo e legale.
Ma per prima cosa, domicilio e residenza posso essere diversi? E questo cosa comporta? Innanzitutto la risposta a questa domanda è sì, è possibile che una persona abbia il domicilio e la residenza in luoghi diversi. La legge italiana riconosce questa possibilità e ne disciplina le implicazioni sia a livello giuridico sia fiscale.
Cosa si intende per domicilio
Il termine «domicilio» indica il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei propri affari e interessi. La definizione è ripresa letteralmente dall’articolo 43 del Codice Civile italiano, che regola la normativa in merito. Già il significato di domicilio mette in evidenza che questo non debba necessariamente coincidere con il luogo di residenza, bensì con il luogo in cui una persona conduce le proprie attività principali, siano esse lavorative, economiche o personali.
Il domicilio può essere determinato da diversi fattori, tra cui:
- attività lavorative: la sede dell’ufficio o del luogo di lavoro può indicare il domicilio di una persona, specialmente se essa trascorre la maggior parte del tempo in quel luogo per motivi professionali;
- interessi economici: il luogo dove una persona gestisce i propri affari finanziari o commerciali può essere considerato il domicilio;
- interessi personali: anche aspetti non strettamente lavorativi, come l’essere coinvolti in attività culturali, sociali o associative in un determinato luogo, possono influenzare la determinazione del domicilio.
Il domicilio può essere eletto volontariamente (domicilio elettivo) in un luogo diverso da quello abituale. Per esempio, un imprenditore che risiede in una città ma ha la sede della sua impresa in un’altra, può eleggere il domicilio presso la sede della sua impresa per comodità operativa. In ambito legale, esso è importante perché è il luogo dove possono essere notificati gli atti giudiziari o amministrativi. Inoltre, in caso di controversie, il foro competente è spesso determinato dal domicilio della persona coinvolta.
Bisogna, però, ricordare che non ci sono particolari requisiti per l’elezione del domicilio: per esempio, non serve assolutamente spostarlo nel proprio studio lavorativo.
Cosa si intende per residenza
La residenza indica il luogo in cui si vive abitualmente, niente più dell’indirizzo di casa. L’articolo 43 del Codice civile la definisce infatti come dimora abituale, intendendo così l’abitazione non occasionale e non limitata a periodi specifici. Nel complesso, la residenza unisce la permanenza stabile in un determinato luogo insieme alla volontà di permanervi in modo stabile.
La residenza ha rilevanza non solo per questioni personali, ma anche per motivi amministrativi e fiscali. Ad esempio:
- anagrafe: la residenza deve essere dichiarata all’anagrafe del Comune in cui si vive. Ogni cittadino italiano è tenuto a registrare la propria residenza presso il Comune competente.
- documenti ufficiali: la residenza appare su documenti ufficiali come la carta d’identità, la patente di guida e il codice fiscale.
- servizi pubblici: molti servizi pubblici, come l’assistenza sanitaria e l’istruzione, sono organizzati in base alla residenza. Per esempio, l’assegnazione del medico di base è legata al Comune di residenza.
A livello fiscale, la residenza è importante per la determinazione delle imposte locali, come l’IMU (Imposta Municipale Unica) e la TARI (Tassa sui Rifiuti), che sono calcolate in base al luogo in cui una persona risiede. Inoltre, sempre la residenza influisce sulla tassazione dei redditi, poiché l’Agenzia delle Entrate utilizza questo parametro per identificare il Comune competente per l’applicazione delle aliquote fiscali locali.
La differenza fra domicilio e residenza
La differenza tra domicilio e residenza è che il primo attiene alla vita professionale e alle attività personali, mentre la seconda all’abitazione. Ovviamente, si tratta di una semplificazione riduttiva, perché da questa minima sottigliezza derivano una serie di cambiamenti importanti dal punto di vista legale. La residenza può essere soltanto una ed è fondamentale per accedere a una serie di diritti fondamentali, fra cui:
- Il diritto di voto;
- l’assistenza sociale e sanitaria;
- il rilascio di certificati anagrafici;
- l’istruzione e la sanità pubblica;
- il matrimonio.
Il domicilio, invece, non comporta particolari diritti ma ha più che altro una funzione di utilità per la persona che desidera separare le comunicazioni professionali da quelle private, soprattutto se il luogo prioritario di lavoro e attività e quello di residenza sono differenti. Il luogo di domicilio è necessario:
- all’apertura della tutela;
- alla successione;
- alla dichiarazione di fallimento dell’imprenditore.
Oltretutto, esistono diversi tipi di domicilio:
- Il domicilio volontario, stabilito dalla persona dove preferisce;
- il domicilio legale, stabilito dalla legge in circostanze particolari (ad esempio per i minori e gli incapaci);
- il domicilio generale, corrispondente alla sede principale degli affari comunicata dalla persona o coincidente con la residenza;
- il domicilio speciale, eletto dal soggetto in modo specifico per determinati affari o atti (proprio come l’ipotesi dell’elezione del domicilio dall’avvocato). È quindi possibile avere più di un domicilio speciale.
Bisogna poi ricordare che è possibile fornire anche un domicilio digitale, sostanzialmente comunicando all’Anagrafe nazionale della popolazione residente un indirizzo di posta elettronica certificata.
Quando coincidono domicilio e residenza?
Domicilio e residenza possono tranquillamente coincidere e, anzi, è ciò che capita per la maggior parte delle persone: la loro distinzione è, infatti, solo facoltativa. Stabilire domicilio e residenza in due luoghi separati può avere una funzionalità pratica, soprattutto per chi svolge una professione autonoma, ma non è mai obbligatorio.
Eleggendo un domicilio diverso dalla propria residenza è, difatti, possibile evitare di ricevere a casa le comunicazioni che riguardano l’ambito lavorativo e viceversa, dato che il domicilio non deve essere necessariamente reso noto alle Pubblica amministrazione, salvo espressa richiesta.
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A cosa serve distinguere domicilio e residenza
Molto intuitivamente è facile capire i punti di contatto fra la residenza e il domicilio, ancor di più una volta conosciuta la definizione esatta per questi concetti. Entrambi hanno la funzione di rendere una persona reperibile, soprattutto per eventuali comunicazioni da parte della Pubblica amministrazione o dell’autorità giudiziaria, ma non solo. Sia il domicilio che la residenza servono quindi a collegare un soggetto a un luogo fisico, con la possibilità di distinguere fra la vita privata e quella professionale.
Purché il soggetto sia reperibile, la distinzione tra domicilio e residenza è puramente facoltativa e permette di ricevere le comunicazioni anche quando si passa molto tempo fuori casa oppure di indirizzarle a una persona diversa per motivi professionali.
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