I contributi a fondo perduto Resto al Sud sono attivi anche nel 2024. Ecco chi può beneficiarne, come ottenerli e ammontare degli aiuti.
I contributi a fondo perduto “Resto al Sud” in questo momento sono strutturali nel nostro ordinamento, questo implica che ogni anno è possibile accedere, nel rispetto delle condizioni previste, senza bisogno di specifiche proroghe o bandi.
La misura è stata introdotta per la prima volta con il Decreto Legge 91 del 20 giugno 2017.
Anche nel 2024, quindi, è possibile iniziare un’attività imprenditoriale nelle regioni del Meridione e ottenere le agevolazioni previste.
Si tratta di contributi a fondo perduto per sostenere startup e attività da libero professionista nelle regioni del Sud Italia, delle Isole e del Centro Italia. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro.
Le domande, che vanno presentate sulla piattaforma di Invitalia, vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo.
Ecco le regole principali per accedere ai contributi a fondo perduto “Resto al Sud”.
Contributi a fondo perduto: come funziona Resto al Sud 2024
Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, e l’importo dei contributi a fondo perduto varia in base al tipo di società. Il finanziamento massimo è di 50mila euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200mila euro nel caso di società composte da quattro soci.
Per le sole imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60mila euro.
A supporto del fabbisogno di liquidi, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:
- 15mila euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
- fino a un massimo di 40mila euro per le società.
Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così composte:
- 50% di contributo a fondo perduto
- 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.
Resto al Sud 2024: chi può fare domanda
“Resto al Sud” sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in:
- Abruzzo;
- Basilicata;
- Calabria;
- Campania;
- Molise;
- Puglia;
- Sardegna;
- Sicilia;
- aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria);
- isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord (Campo nell’Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Ponza, Porto Azzurro, Portoferraio, Portovenere, Rio, Ventotene, Isole della laguna veneta e della laguna di Grado, isole del lago d’Iseo e del lago di Garda, Comacina, isole del lago Trasimeno, isole del lago, isole Borromee, Isola d’Orta- San Giulio).
Affinché si possa ottenere il beneficio i richiedenti devono avere la residenza in una delle aree interessate o trasferirla nell’arco di 60 giorni, 120 giorni per i residenti all’estero, dal momento di comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria.
L’incentivo è destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni. Inizialmente il bando prevedeva che le agevolazioni “Resto al Sud” fossero riconosciute a soggetti di età compresa tra 18 e 35 anni di età, con la legge di Bilancio 2021 c’è stata l’estensione e oggi comprende appunto soggetti di età tra 18 e 55 anni.
Gli ulteriori requisiti richiesti sono:
- non essere già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017;
- non aver ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
- non avere un lavoro a tempo indeterminato e si impegnano a non averlo per tutta la durata del finanziamento.
Sono finanziabili le attività che riguardano:
- i settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
- turismo;
- commercio;
- attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).
Sono escluse le attività agricole.
Investimenti coperti con Resto al Sud
Con “Resto al Sud” possono essere finanziate le seguenti spese:
- ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
- macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
- programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
- spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa.
Infine, non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente. Nelle Faq messe a disposizione da Invitalia sul sito, si scopre che tra le spese che possono essere finanziate, ci sono quelle per la realizzazione di un sito internet, naturalmente inerente l’attività.
Come ottenere i contributi a fondo perduto di “Resto al Sud”
Per ottenere i contributi a fondo perduto “Resto al Sud” e le altre agevolazioni previste è necessario presentare istanza di accesso attraverso il sito Invitalia.
Per richiedere le agevolazioni è necessario:
- essere in possesso di una identità digitale (SPID, CNS, CIE) per accedere alla piattaforma dedicata
- accedere all’area riservata per compilare direttamente online la domanda, caricare il business plan e gli allegati.
Al fine di completare la presentazione della domanda è necessario apporre la firma digitale e indicare un indirizzo PEC.
Una volta presentata la richiesta di finanziamento a Invitalia per gli incentivi “Resto al Sud”, si può essere convocati con il team ad un colloquio con esperti di Invitalia per discutere nello specifico il piano di impresa. I colloqui possono avvenire online attraverso Skype.
Le domande sono verificate in ordine cronologico di arrivo nell’arco di 60 giorni dalla presentazione
La tempistica di erogazione dei fondi è di 30 giorni dalla ricezione completa della documentazione per il primo finanziamento (primo SAL) e di 60 giorni per il finanziamento a saldo (SAL a saldo). Per il saldo è previsto anche un sopralluogo.
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