Riforma fiscale, aumento della cedolare secca al 23%? La legge delega delinea i contorni del piano di revisione, da attuare entro 18 mesi. Vediamo come potrebbero cambiare le tasse sugli affitti.
Riforma fiscale, potrebbe essere la cedolare secca sugli affitti la grande sconfitta del progetto di revisione del sistema tributario italiano.
Nel piano volto ad armonizzare le regole relative alle imposte sostitutive si nascondono alcune insidie per i contribuenti, e sono le novità relative alla flat tax sui redditi da locazione che potrebbe riservare sorprese non piacevoli ai proprietari di immobili.
Di definitivo nella legge delega approvata il 5 ottobre 2021 non vi è nulla: il testo esaminato dal Consiglio dei Ministri fissa esclusivamente i criteri generali che dovranno guidare il Governo nella predisposizione dei decreti legislativi.
È però dal confronto con il documento conclusivo elaborato dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato che emerge l’ipotesi di un aumento della cedolare secca sugli affitti, parte delle novità che punterebbero ad allineare l’aliquota delle imposte sostitutive alla prima aliquota IRPEF, pari al 23%.
Riforma fiscale, cedolare secca al 23%? Le “insidie” della legge delega
È l’articolo 3 del testo in bozza relativo alla legge delega sulla riforma fiscale il fulcro per quanto riguarda le tasse sui redditi, compresa la cedolare secca sugli affitti.
Entro i 18 mesi di tempo concessi, il Governo è chiamato a ridefinire il sistema fiscale sui redditi, prevedendone la progressiva e tendenziale evoluzione verso un modello duale:
- che preveda la stessa aliquota proporzionale di tassazione per i redditi derivanti dall’impiego di capitale, anche nel mercato immobiliare, così come per i redditi derivanti dall’impiego di capitale nelle attività d’impresa e lavoro autonomo (per i soggetti diversi da quelli per i quali si applica l’IRES);
- che riporti all’IRPEF tutti i redditi diversi da quelli indicati sopra.
La necessità di passare ad un sistema duale di tassazione era stata inserita nel testo del documento conclusivo elaborato dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato, all’interno del quale è evidenziata la possibilità che l’aliquota delle imposte sostitutive venga allineata a quella del primo scaglione IRPEF.
Per la cedolare secca si va quindi verso l’ipotesi di un rialzo di due punti percentuali, dall’attuale tassazione del 21% alla nuova imposta del 23%. Un aumento che non è chiaro se potrebbe coinvolgere anche la cedolare secca del 10%.
L’aumento potrebbe in ogni caso essere “compensato”: si legge infatti nel documento delle Commissioni che, nell’ambito della definizione dei decreti legislativi per l’attuazione della riforma fiscale, si potrebbero prevedere interventi perequativi che agiscano sulla determinazione della base imponibile, per lasciare inalterata l’imposta versata.
Riforma fiscale: come funziona oggi la cedolare secca sugli affitti
Bisognerà attendere per l’avvio della riforma fiscale vera e propria e, in ogni caso, è indubbio che ogni intervento che porti ad un aumento della tassazione sarà terreno di scontro.
In parallelo alle aspre discussioni sulla riforma del catasto, non è quindi azzardato ipotizzare che le eventuali modifiche alla cedolare secca sugli affitti potrebbero portare a nuovi attriti all’interno del Governo.
Ma come funziona ad oggi l’imposta sostitutiva sui canoni di locazione?
Sono due le aliquote previste per il regime opzionale di tassazione degli affitti: la cedolare secca è al 21% nella maggior parte dei casi e, nel rispetto di specifici requisiti, scende al 10%.
Si tratta di uno dei regimi fiscali sostitutivi della tassazione IRPEF , che prevede l’applicazione di un’aliquota flat sul reddito da locazione, a prescindere dall’importo incassato.
La cedolare secca, oltre a sostituire IRPEF, comprende anche le addizionali comunali e regionali, l’imposta di bollo e l’imposta di registro. Garantisce quindi un evidente risparmio fiscale per i contribuenti, da valutare in ogni caso in base alla propria situazione reddituale.
Quale sarà il futuro della cedolare secca è tuttavia ancora da definire. La legge delega sulla riforma fiscale accende i primi campanelli d’allarme sulle possibili modifiche all’esame del Governo.
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