Ieri ha avuto luogo un importante incontro tra sindacati e Governo che potrebbe portare all’approvazione di diverse novità per la riforma delle pensioni; ecco cosa dobbiamo attenderci nelle prossime settimane.
Con l’incontro di ieri tra sindacati e Governo, ha inizio la fase due della riforma delle pensioni. Il confronto al quale hanno preso parte il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, e i sindacati CGIL, CISL e UIL, è servito per fare il punto della situazione sulle modifiche da apportare al testo del decreto 4/2019.
Al termine dell’incontro ha parlato Maurizio Landini, il quale ha spiegato che solamente alcune delle proposte fatte nel corso dell’incontro sono state accolte dal Governo; altre, seppur condivisibili, non sono realizzabili nell’immediato visto che non ci sono le risorse per attuarle.
Su altri aspetti però il sottosegretario al Lavoro ha dichiarato che verrà fatto il possibile per includere le proposte fatte dai sindacati all’interno del testo di conversione in legge del decreto 4/2019; nell’immediato, la priorità nel breve periodo è di tutelare quelle categorie di lavoratori svantaggiati, dando inoltre più possibilità alle donne di accedere a Quota 100.
Di riforma delle pensioni se ne riparlerà dopo la metà di marzo, quando appunto il testo di conversione in legge del decreto 4/2019, dopo essere stato approvato al Senato, approderà alla Camera dei Deputati. Quella sarà l’occasione per i sindacati di presentare gli emendamenti di cui si è parlato nell’incontro di ieri per i quali, dopo l’apertura di Durigon ci sono buone possibilità che vengano approvati.
Riforma delle pensioni: come cambia dopo l’incontro Governo-sindacati
Come vi abbiamo anticipato nella giornata di ieri, i sindacati hanno presentato al Governo le loro proposte per tutelare maggiormente alcune categorie di lavoratori, in parte dimenticate dalla riforma delle pensioni.
Ad esempio, i sindacati hanno fatto notare al Governo che Quota 100 così come è stata descritta nel decreto 4/2019 interessa principalmente gli uomini, dal momento che le donne molto difficilmente riescono a raggiungere i 38 anni di contributi previsti dalla misura. È per questo motivo che, su proposta dei sindacati, il Governo si è detto disponibile per rivalutare l’emendamento (già proposto al Senato) con il quale si riconosce alle lavoratrici mamme un anno di bonus contributivo per ogni figlio.
Una misura che ha un costo considerevole, pari a circa 500 milioni di euro l’anno. Un costo che potrebbe impedirne l’approvazione, tuttavia il Governo ha promesso che farà il possibile per studiarne la fattibilità.
Altra proposta, più realizzabile, accolta dal Governo è quella che prevede l’ampliamento delle categorie di lavoratori inclusi nell’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico a costo zero al quale oggi possono accedere usuranti, gravosi, disoccupati, invalidi e caregiver.
Al momento il decreto 4/2019 proroga l’Ape Sociale di un altro anno, senza però rivedere categorie e criteri. Con il passaggio alla Camera dei Deputati quindi ci potrebbe essere un ampliamento della platea dei beneficiari così da tutelare un maggior numero di lavoratori che si trovano in una situazione di disagio.
Riforma delle pensioni: di Quota 41 se ne riparlerà in futuro
Un’altra proposta presentata dai sindacati è quella riguardante l’abbassamento del requisito anagrafico - 62 anni - per l’accesso a Quota 100. Al momento però non ci sono le basi per accogliere questa richiesta visto che non ci sono né il tempo né le risorse per farlo.
In risposta ai sindacati il Governo ha ribadito che il suo prossimo obiettivo è di abbassare il requisito contributivo della pensione anticipata, portandolo a 41 anni per tutti.
Anche per l’estensione di Quota 41 ci sarà da aspettare; la scadenza è fissata al 2021 quando la terminerà la fase sperimentale di Quota 100, ma non è da escludere ci possano essere novità prima.
In ogni caso il confronto tra sindacati e Governo andrà avanti; nel prossimo incontro - che verrà richiesto dopo lo sciopero generale dei lavoratori edili fissato per il 15 marzo prossimo - ci sarà una discussione a 360 gradi, perché oltre al tema delle pensioni si parlerà anche di politiche industriali, investimenti e infrastrutture.
Quello di ieri, quindi, è stato solo “l’inizio di un percorso” (come dichiarato dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che potrebbe portare anche all’istituzione di una commissione tecnica per la separazione tra assistenza e previdenza, più un’altra che avrà l’obiettivo di individuare altre categorie di lavoratori da includere nell’elenco dei gravosi.
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