Oltre alla fusione tra Entrate e Riscossione, cosa potrebbe cambiare per tasse e multe arretrate e per l’invio di notifiche? Vediamo le ultime novità sulla riforma.
Tra i vari temi affrontati nell’ambito della riforma fiscale e della relativa legge delega c’è anche la fusione tra Agenzia delle Entrate e Riscossione.
Una parte della legge delega si occuperà di questo, come aveva proposto il ministro dell’Economia Daniele Franco nella relazione sulla Riscossione inviata al Parlamento a luglio.
Finalmente è arrivato il momento per discuterne: le Commissioni Finanze di Camera e Senato si riuniranno domani 6 ottobre per votare la risoluzione sul documento depositato in Parlamento ormai 3 mesi fa.
Il documento non tratta solo dei vantaggi di una fusione tra Agenzia delle Entrate e Riscossione, ma di svuotare il magazzino da quasi mille miliardi di debiti non riscossi e avviare un piano di notifiche più diluito nel tempo.
Riforma Riscossione: cosa cambia per il recupero di tasse e multe?
Il problema del magazzino della Riscossione ingolfato con quasi mille miliardi di crediti arretrati, ma che tecnicamente non si può smettere di provare a riscuotere, è stato sollevato più volte dal direttore delle Entrate Ruffini.
Il voto delle Commissioni Finanze dovrà decidere, tra le altre cose, anche su questo: l’abbattimento del pregresso, cioè di tutti quei crediti che per un motivo o un altro (dal fallimento dell’azienda al decesso del debito) non sono più esigibili, introducendo dei meccanismi di inesigibilità automatici.
Bisogna quindi cambiare organizzazione, superando l’attuale sistema che divide Agenzia delle Entrate e Riscossione, e soprattutto prevedere dei meccanismi più severi per i recidivi.
Le Camere però chiedono al Governo una fusione graduale e che preveda più passaggi.
Riscossione, domani il voto: come potrebbero cambiare i termini per le notifiche e le cartelle
Nella risoluzione presentata dal ministro MEF Franco si chiede anche al Governo di valutare una proroga dei termini per le cartelle di chi ha aderito alla pace fiscale e la concessione di uno stop di 18 mesi “corrispondente a quella disposta in favore degli altri debitori di agenzia delle Entrate-Riscossione per lo meno con riferimento alle scadenze 2021”.
Il problema per cittadini e imprese è avvertito anche perché i versamenti sono ripresi tutti insieme. Per esempio, oggi 5 ottobre è l’ultimo giorno di tolleranza per pagare le rate di saldo e stralcio e rottamazione scadute a luglio 2020.
Dalle entrate della riscossione delle cartelle il Governo punta a incassare 7,2 miliardi di euro, obiettivo che la Riscossione dovrà raggiungere entro il 31 dicembre, tenendo anche in considerazione lo stralcio delle 16 milioni di cartelle sotto i 5.000 euro previsto dal decreto Sostegni.
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