Non sempre ci si rende conto di avere diritto a rimborsi fiscali o, per errore, non si richiedono tutti. Vediamo che fine fanno i rimborsi non reclamati e come recuperare errori o dimenticanze.
Ogni anno nelle casse del Fisco restano moltissimi rimborsi fiscali che, in teoria, sarebbero spettati ai contribuenti, ma non sono stati reclamati. Può accadere per errori o dimenticanze nella compilazione della dichiarazione dei redditi, ma capita soprattutto quando, non avendo l’obbligo di presentazione, si evita di inviare il modello Redditi o il 730.
Si tratta di importi corposi che, se non richiesti, restano nelle casse del Fisco. I rimborsi, infatti, altro non sono che imposte versate e non dovute che nella maggior parte dei casi emergono grazie a detrazioni e deduzioni di imposta. Se il contribuente a cui spetta lo sconto di imposta (e, di conseguenza il rimborso) non richiede le somme con la presentazione della dichiarazione dei redditi, infatti, il Fisco non riconosce in automatico il beneficio fiscale e si rischia di perderlo.
I rimborsi fiscali non sono automatici
Il contribuente è chiamato a versare ogni anno l’Irpef, ovvero l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Si tratta di una imposta che per dipendenti e pensionati è trattenuta, mese dopo mese, dal sostituto di imposta direttamente nella busta paga o nel cedolino della pensione.
Al contribuente, però, sono riconosciute anche numerose detrazioni di imposta. Alcune, come quelle che spettano per i familiari a carico e per il lavoro dipendente/pensione, sono già conteggiate in busta paga o nel cedolino della pensione mensilmente, proprio di pari passo con l’Irpef. Altre, come gli oneri detraibili sostenuti, vanno «richieste» presentando la dichiarazione dei redditi.
Se nel corso dell’anno di imposta, quindi, si sostengono delle spese che danno diritto a una detrazione di imposta, quest’ultima non è riconosciuta in automatico ma deve essere richiesta al Fisco tramite la dichiarazione dei redditi in cui si dovranno indicare gli importi delle diverse spese sostenute (va sempre mantenuta la prova documentale delle spese in questione).
Rimborsi fiscali non reclamati
In alcuni casi il contribuente non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi (ad esempio se ha solo redditi da lavoro dipendente/pensione e un solo sostituto di imposta). Il soggetto può scegliere, quindi, se presentare o meno il modello 730 senza incorrere in multe o sanzioni nel caso non venga inviato: le imposte, infatti, sono state già versate con le trattenute su stipendio o pensione e non serve fare un conguaglio fiscale per determinare l’imposta dovuta.
Nella maggior parte dei casi questi contribuenti preferiscono non presentare la dichiarazione dei redditi e non mettono in conto che avrebbero diritto a detrazioni di imposta che, andando ad abbattere l’imposta già versate, darebbero diritto a un rimborso fiscale.
In altri casi, invece, può capitare che un contribuente, pur presentando la dichiarazione dei redditi dimentichi di inserire qualche spesa detraibile non godendo, di fatto, di uno sconto di imposta di cui avrebbe diritto.
Questi sono i casi in cui, pur essendoci il diritto al rimborso fiscale, non essendo reclamato lo stesso con la dichiarazione dei redditi, non viene erogato.
Rimborso fiscale non reclamato, si può recuperare?
La buona notizia è che se negli anni scorsi, pur avendo diritto a detrazioni, non hai presentato la dichiarazione dei redditi, il beneficio fiscale può essere recuperato. La normativa, infatti, prevede la possibilità di inviare la dichiarazione integrativa. Si tratta di una dichiarazione che permette di regolarizzare spontaneamente errori od omissioni oltre la scadenza ultima per la presentazione della dichiarazione omessa oppure oggetto di modifica. La dichiarazione integrativa può essere presentata entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di scadenza originaria dell’adempimento.
In questo modo, come appare chiaro, che entro il 31 dicembre 2024 è possibile presentare una dichiarazione che permetta di recuperare eventuali detrazioni che risalgono addirittura a spese effettuate nell’anno di imposta risalenti all’anno di imposta 2018 per le quali la dichiarazione doveva essere presentata nel 2019 (il 31 dicembre 2024, appunto, termina il quinto anno successivo a quello della scadenza originaria).
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