Rimborso bollette pazze, salta l’emendamento Morani al decreto Milleproroghe con cui sarebbe stato molto più semplice per i consumatori reclamare contro i maxi conguagli di luce e gas da centinaia di euro.
Rimborso bollette pazze, l’emendamento al decreto Milleproroghe che facilitava i reclami, e tutelava i consumatori, è saltato. Sembra che sia stato ritirato per vizi di procedura.
L’emendamento, pensato per contrastare le bollette da centinaia di euro di luce e gas, proponeva due novità: la prima era sostituire la parola “illegittime” con “anomale” nella definizione degli addebiti non giustificati all’interno della Legge di Bilancio 2020.
Con questa semplice sostituzione, infatti, sarebbe diventato molto più facile per il consumatore dimostrare un’anomalia rispetto a una situazione di illegittimità.
La seconda proposta dell’emendamento “fantasma” prevedeva che il reclamo potesse essere presentato anche dalle associazioni di consumatori, a tutela di quei cittadini anziani o con scarse competenze.
Rimborsi bollette pazze, salta l’emendamento al Milleproroghe che facilitava i reclami
È saltato l’emendamento al decreto Milleproroghe a tutela dei consumatori.
Promesso dalla deputata PD e sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico Alessia Morani, avrebbe aiutato tanti contribuenti che ricevono bollette di conguagli da centinaia di euro per gas e luce.
L’emendamento, spiega la deputata a Repubblica, “è stato ritirato per alcuni vizi di procedura ma in un prossimo provvedimento cercheremo di reinserirlo”.
Un primo passo era stato fatto con la Legge di Bilancio 2020, che aveva introdotto, per quanto riguarda i rimborsi contro i maxi-conguagli, una penale del 10% a titolo di risarcimento danni.
L’importo minimo del risarcimento è di 100 euro, a favore del cliente che riceve addebiti di spese non giustificate che l’autorità competente, o una dichiarazione documentata dall’utente stesso, abbia dichiarato “illegittime”.
La proposta della sottosegretaria Morani proponeva la sostituzione della parola “illegittime” con la parola “anomale”.
L’interpretazione della legge, in questo modo, sarebbe risultata maggiormente a vantaggio dei consumatori, che possono provare un’anomalia in modo più semplice rispetto a una situazione illecita.
Anche perché, tecnicamente, soltanto un giudice, o comunque un’autorità, può richiamare l’illegittimità.
L’anomalia, invece, è evidente quando arriva una bolletta conguaglio da centinaia di euro dopo anni di mancate letture.
Rimborsi bollette luce e gas, salta l’emendamento al Milleproroghe contro i maxi-conguagli
La seconda novità dell’emendamento “sfumato” prevedeva la possibilità di reclamare tramite le associazioni di consumatori per conto del cliente.
Un’opportunità non da poco, soprattutto per le persone anziane o che non hanno molte competenze in fatto di rimborsi e domande online.
Ma le possibilità perse con il mancato inserimento dell’emendamento Morani al decreto Milleproroghe non sono finite: la proposta della sottosegretaria infatti prevedeva un’altra arma nelle mani del consumatore.
Dal 2020, infatti, i gestori di luce e gas che vogliono sospendere la fornitura del servizio di luce e gas devono inviare una lettera al cliente per avvisarlo almeno 40 giorni prima.
Secondo l’emendamento Morani, il consumatore avrebbe potuto rispondere al gestore con una contestazione motivata, provando così a impedire l’interruzione della fornitura.
Secondo il Presidente di Unione Nazionale Consumatori Massimo Doni si tratta di “un’occasione perduta per il legislatore che poteva migliorare e rendere più chiara una legge, altrimenti difficilmente applicabile.”
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