Dopo i toni da «colomba» di Jerome Powell, tutto sembra seguire un copione. Ma come nessuno scorse Hitler nella storica foto di Hoffmann, oggi qualcosa potrebbe esplodere tra le mani di chi applaude
Devo essere onesto: la metafora estrema che è richiamata nel titolo e attorno a cui si dipana questo articolo mi è stata suggerita dall’ultima puntata di Atlantide, la trasmissione di Andrea Purgatori, dedicata alla Berlino del 1922 e all’ascesa al potere di Adolf Hitler. Se c’è una categoria che non sopporto al mondo sono i mitomani. E ancora di più, chi evita la citazione della fonte come fosse una moderna peste.
La parte iniziale della ricostruzione si incentrava appunto sullo storico scatto di Heinrich Hoffmann, il futuro fotografo ufficiale del Fuhrer, nella Odeonsplatz di Monaco di Baviera, il 2 agosto del 1914. Ovvero, la folla che festeggiava lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Al netto della natura più o meno manipolata ex ante di quello scatto, è la presenza dell’allora sconosciuto Adolf Hitler a conferire all’immagine una carattere assoluto. E tramutarla immediatamente in storia.
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