Il 21 maggio si sono chiuse le elezioni in Grecia. Ecco il risultato spiegato e perché ci sarà un secondo turno di votazione in estate.
Hanno votato quasi 10 milioni di greci e il 40% dei voti è andata al centrodestra. A spoglio quasi concluso, Nea Demokratia - il principale partito greco di centrodestra - ha ottenuto il 40% dei voti. Nea Demokratia, che ha già visto le elezioni nel 2019, si aggiudica la maggioranza, seguito dal partito di sinistra Syriza, guidato da Alexis Tsipras (ex primo ministro tra il 2015 e il 2019).
I sondaggi non erano favorevoli al partito di centrodestra di Kyriakos Mitsotakis, ma la maggioranza degli elettori (in percentuale composto da donne e anziani) hanno riposto meno fiducia nella sinistra. La divisione delle preferenze è così disposta: 40% a Nea Demokratia (centrodestra), 20% a Syriza (sinistra) e 12% per Pasok (centrosinistra). Un risultato che prevede un secondo turno di votazioni, previste per il 25 giugno o il 2 luglio.
L’unico modo per evitare le nuove elezioni è una coalizione tra i partiti Nea Demokratia e Pasok, ma si tratta di un’eventualità lontana e improbabile, smentita dagli stessi rappresentati di partito prima delle elezioni.
Risultati elezioni in Grecia: percentuali e preferenze
Conclusa la prima parte delle elezioni in Grecia. I risultati infatti aprono la strada a una seconda giornata di votazione, tra il 25 giugno e il 2 luglio, nel quale confermare le preferenze elettorali. La nuova legge elettorale, con cui la Grecia è andata al voto per la prima volta, prevede al primo turno un proporzionale semplice, con cui si elegge la stragrande maggioranza dei parlamentari. Per ottenere la maggioranza a un partito serve il 46%, ma al momento, con più del 90% delle schede scrutinate, Nea Demokratia si è fermato a poco più del 41%. Di fronte a negoziati giù cancellati dall’agenda, non resta che andare nuovamente al voto. Al secondo turno a un partito serve il 38% dei voti per ottenere la maggioranza.
Lo spoglio dei seggi è iniziato alle 19, dopo la chiusura degli stessi. Dai primi risultati risulta evidente la preferenza per il centrodestra, ma le percentuali esatte dei voti greci arriveranno lunedì mattina. Al momento lo spoglio (aggiornato alle 22) fotografa questa situazione:
- Nea Democratia (CDX) 41,1%
- Syriza (SX) 20,1%
- Pasok (CSX) 12,7%
- KKE (SX) 6,7%
- EL (CDX) 4,5%
- NIKI (DX) 2,9%
- PE (SX) 2,6%
- MeRa25 (SX) 2,3%
Perché i sondaggi hanno sbagliato il risultato delle elezioni (ancora una volta)
Kyriakos Mitsotakis si è scontrato con Alexīs Tsipras. Due personalità politiche molto differenti, entrambe con zone d’ombra. Il primo infatti ha fatto campagna elettorale ricordando i successi economici raggiunti, cioè la lenta scalata verso la rivalsa greca post crisi; ma ha dimenticato di fare i conti con le accuse che lo vedono protagonista di una tragica gestione dell’immigrazione, di una riforma del mercato del lavoro per i giovani considerata pessima - tanto che oltre 200 mila giovani non hanno ottenuto il permesso per poter rientrare dal lavoro per votare - e un generale peggioramento della libertà di stampa.
Dall’altra Tsipras ha puntato ai giovani e ha subito la comune divisione delle sinistre in micro-sfere di influenza. La maggior parte degli elettori in Grecia (quasi 10 milioni di persone) è composto da donne e anziani e questi non sembrano aver perdonato al rappresentate di sinistra di aver accettato il terzo piano di “salvezza”, cioè austerità, tedesco nell’agosto del 2015.
Il Paese, dimentico dei temi e addirittura di aver concesso nuovamente fiducia a Tsipras durante le elezioni di settembre 2015, ha subito un altro tipo di fascino, quello esercitato attraverso un racconto serrato da parte della destra, che dalla sua ha in mano il potere dell’informazione pubblica (le tv greche).
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