La BCE taglia di nuovo i tassi, settima volta in un anno. E non finirà qui. Lagarde commenta impatto dazi Trump e presenta lo “shock”

Laura Naka Antonelli

17/04/2025

Riunione BCE oggi, 17 aprile 2025. Arriva il verdetto sui tassi di Lagarde, con angoscia euro post dazi Trump. Aggiornamenti in tempo reale.

La BCE taglia di nuovo i tassi, settima volta in un anno. E non finirà qui. Lagarde commenta impatto dazi Trump e presenta lo “shock”

Quel settimo taglio dei tassi in meno di un anno, firmato dalla BCE di Christine Lagarde e tanto auspicato dai mercati, alla fine, c’è stato.

Al termine della riunione del Consiglio direttivo della giornata di oggi, giovedì 17 aprile 2025, la Banca centrale europea ha fatto quanto chiesto dai mercati, sforbiciando il costo del denaro dell’Eurozona di 25 punti base.

Il tasso sui depositi presso la BCE è così sceso dal 2,5% al 2,25%, mentre i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati abbassati rispettivamente al 2,40% e al 2,65%.

BCE annuncia settimo taglio dei tassi, Lagarde presenta lo shock dei dazi di Trump

Tutto come da copione: forse troppo, tuttavia, soprattutto per chi aveva chiesto a Lagarde di prendere le redini della situazione in modo più convincente, rispondendo alla minaccia dei dazi di Donald Trump, con una sforbiciata più incisiva, pari a 50 punti base, e magari anche con un bazooka.

Lagarde ha fatto la sua solita concessione, ai mercati, di un taglio di 25 punti base, precisando che la decisione è stata unanime, e rivelando che nessuno, tra gli esponenti del Consiglio direttivo dell’Eurotower, ha chiesto di più.

Agli economisti ed opinionisti vari, che ultimamente sono tornati a suonare la sveglia alla BCE, agitando lo spettro della disinflazione, ancora peggio della deflazione e della recessione, l’amaro in bocca è sicuramente rimasto. Ma Lagarde non ha voluto dare di più, tutta affaccendata, come ha ammesso lei stessa, a capire non solo quale sarà davvero il danno che i dazi dell’amministrazione Trump infliggeranno all’economia dell’area euro (su questo, sebbene le certezze siano vietate in un quadro in cui ad avere la meglio sono i punti interrogativi, la risposta sembra affermativa), ma il modo in cui a reagire sarà la sua ossessione, ovvero l’inflazione.

Da un lato, infatti, la presidente dell’Eurotower ha ammesso che “è possibile” che lo shock negativo della domanda abbia ripercussioni altrettanto negative sulla crescita dell’economia del blocco. Dall’altro lato, Lagarde si è impuntata di nuovo sugli effetti che avranno sull’inflazione dell’area euro anche altri fattori.

L’impatto netto complessivo sull’inflazione, e non solo dei dazi, sarà davvero negativo? E non dovrebbero essere considerate, per caso, altre variabili, che eserciterebbero invece pressioni rialziste sull’inflazione, come il bazooka fiscale della Germania e le spese per le infrastrutture e per la difesa che Bruxelles si appresta a varare?

Come si può essere certi, insomma, che l’inflazione dell’Eurozona rischi, pur con i dazi di Trump e con il rafforzamento significativo dell’euro, quest’ultimo motivo di angoscia per diversi analisti, di diventare una disinflazione troppo pronunciata, visto che ci sono altri elementi in gioco?

Meglio propendere per la cautela, è il ragionamento di Lagarde, che ha consigliato ai mercati e ai giornalisti che l’hanno interpellata di non affannarsi neanche a capire e a carpire troppo il significato dell’assenza, nell’ultimo comunicato sui tassi pubblicato oggi dalla BCE, della frase presente in precedenza in altri comunicati: quella che faceva riferimento a quanto la politica monetaria fosse restrittiva. Riflessione, ha fatto notare Lagarde, che risulta in questo momento troppo tecnica, in quanto implica un paragone tra i tassi attuali e il tasso di interesse neutrale. Una valutazione ora non necessaria, ha insistito la presidente della BCE, secondo cui cercare ora di individuare quale sia il tasso di interesse neutrale - che pure è stato calcolato dallo staff della BCE - non ha molto senso, in quanto non è questo il problema da affrontare nei momenti in cui l’economia è colpita da uno shock. E “alzi la mano chi, in questa stanza, ritiene che ci troviamo in un mondo libero dagli shock”, ha detto Lagarde.

La situazione insomma è di così grave incertezza che Lagarde ritiene che, invece di incamponirsi a capire se e quanto i tassi versino in una condizione restrittiva sia importante, “ora più che mai, dipendere dai dati”.

Tutto, ricordando che la cosa più cruciale è la destinazione, ergo il raggiungimento del target di inflazione del 2% in modo sostenibile.

La numero uno della Banca centrale europea ha ammesso anche di non saper dire se il mondo abbia toccato il picco dell’incertezza. “Ci riuniamo ogni sei settimane. Pensate a quanti cambiamenti si sono manifestati nell’arco delle ultime sei settimane”. Una garanzia, tuttavia, la BCE la può dare. A fronte dell’incognita dei dazi di Trump, la politica monetaria dell’Eurotower darà prova di “efficacia e di agilità”.

E così cala il sipario sulla terza riunione di politica monetaria della BCE dall’inizio del 2025, con l’ammissione da parte della BCE che “uno shock sulla domanda” c’è, così come è vero che, fino a quando non si faranno davvero i conti con l’oste Trump, Francoforte deve ragionare a mente fredda, tenendo in considerazione non solo il timore della guerra commerciale.

Per quanto riguarda il trend ribassista dell’euro, ripetuta la solita solfa: la Banca centrale europea non mette nel mirino nessun target specifico per il rapporto EUR-USD. Punto.

Risultato: nessuna scossa sui mercati, mentre gli economisti ragionano su quelle che potrebbero essere le prossime mosse di Francoforte sui tassi.

Nessun movimento particolare neanche per l’euro, che oggi si mantiene in ribasso sul dollaro USA, dopo la corsa degli ultimi giorni.

Tassi BCE giù fino all’1,5% entro la fine del 2025. Le previsioni di Goldman Sachs e non solo

Tutto, mentre qualche esperto inizia tuttavia a mettere in conto comunque l’arrivo di più tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea.

Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management, ha per esempio commentato così l’esito della riunione della BCE di oggi, sottolineando che, a suo avviso, la Banca centrale europea abbasserà i tassi di interesse dell’area euro fino a portarli all’1,5% entro la fine del 2025.

“In linea con le attese, la BCE ha tagliato i tassi dello 0,25% portando il tasso di deposito al 2,25%. Poiché l’attuale incertezza del mercato continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro, prevediamo altri tre tagli dei tassi consecutivi nei prossimi meeting, portando potenzialmente il tasso all’1,5% quest’anno. Monitoriamo attentamente le condizioni di domanda e offerta nel mercato obbligazionario, dove un aumento delle emissioni e il Quantitative Tightening della BCE potrebbero creare opportunità per gli investitori nel reddito fisso”.

Tassi di interesse giù fino all’1,5% entro la fine del 2025 sono stati messi in conto anche da Valentin Bissat, Senior Economist & Strategist di Mirabaud Asset Management, che ha fatto notare come la Banca centrale europea abbia “eliminato il termine ’restrittivo’ dalla dichiarazione relativa all’orientamento della politica monetaria”, ponendo enfasi sui “rischi al ribasso per la crescita”.

Alla luce di quanto annunciato dalla BCE, Bissat ha parlato di un processo di disinflazione ben avviato e di una dipendenza dell’Eurotower dai dati più rilevante che mai che, in ogni caso non smonta le previsioni dovish sui tassi: “Prevediamo che la BCE ridurrà ulteriormente il tasso d’interesse, portandolo al 2,00% a giugno e all’1,50% entro la fine dell’anno”. Questo, in quanto “ alla luce dell’ultima indagine sul credito bancario nell’Eurozona pubblicata di recente , che ha evidenziato un leggero inasprimento del credito alle imprese e un indebolimento della domanda di prestiti, la trasmissione della politica monetaria è compromessa e occorre un ulteriore allentamento della politica monetaria”.

L’impressione è che, dopo tutto e a dispetto di Lagarde, gli stessi economisti chiedano alla BCE di fare di più, in una situazione in cui l’impressione è che le banche centrali siano andate un po’ in tilt.

Riunione BCE oggi 17 aprile 2025, settimo taglio dei tassi da Lagarde. Aggiornamenti in tempo reale

Come da attese, la BCE ha fatto il suo grande annuncio sui tassi di interesse dell’area euro alle 14.15 ora italiana di oggi, al termine della riunione del Consiglio direttivo.

Ha preso poi il via alle 14.45 ora italiana la consueta conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, che ha visto la presidente della BCE rispondere alle domande dei giornalisti.

Money.it ha seguito l’aggiornamento dei mercati e del BCE Day in tempo reale.

Si è conclusa la conferenza stampa di Christine Lagarde

Si è conclusa la conferenza stampa con cui la presidente della BCE Christine Lagarde ha spiegato la decisione dell’istituzione di tagliare i tassi di 25 punti base, commentando il possibile impatto che l’entrata in vigore dei dazi di Donald Trump, messa ora in pausa, avrà sulla crescita e sull’inflazione dell’area euro.

Lagarde presenta tutte le variabili pro e anti-inflazione con dazi Trump e altri fattori

Non c’è momento migliore di continuare a dipendere dai dati macroeconomici”. Parola di Christine Lagarde che, nel corso della conferenza stampa indetta per commentare la decisione sui tassi annunciata oggi dalla BCE, ha elencato le diverse variabili in atto, tra di esse, in alcuni casi, anche contrapposte.

Non c’è dubbio sul fatto che ci troviamo di fronte a uno shock negativo sulla domanda”, ha sottolineato Lagarde, ma “ci troviamo anche di fronte alla prospettiva che la Commissione (europea) dia una risposta forte”.

Allo stesso tempo, “sappiamo che alcune economie potrebbero dirottare le loro esportazioni verso l’Europa ”, (come la Cina, con effetti in questo caso disinflazionistici), ma anche che sono stati approvati alcuni “impulsi fiscali”, come quelli “della Germania” (riferimento al bazooka fiscale approvato dal governo di Berlino, che avrebbe invece un effetto inflazionistico).

E ancora: è vero che “c’è stato un apprezzamento dell’euro, così come si è manifestato un calo dei prezzi delle materie prime”.

Ma, prendendo in considerazione tutte queste variabili, è possibile dire con certezza che ci sarà un impatto negativo sulla crescita? “Possibile”, ha detto Lagarde. Ma, alla domanda se tutto ciò avrà un impatto netto negativo anche sull’inflazione, “la risposta è meno chiara”.

Lagarde commenta impatto dazi Trump e conferma la frase che non c’è più

L’impatto dei dazi di Trump? “Sappiamo che l’impatto sarà di uno shock per la domanda, tuttavia ci sono opinioni divergenti tra gli impatti che le tariffe potrebbero avere nel breve e nel lungo termine”, ha detto la presidente della BCE Christine Lagarde. “ Ci sono molte incertezze tuttora” sui dazi , ha aggiunto la numero uno dell’Eurotower, aggiungendo che “l’impatto su base netta dei dazi diventerà più chiaro nel corso del tempo”.

Lagarde ha detto che “nessuno tra gli esponenti del Consiglio direttivo della BCE ha chiesto di tagliare i tassi di 50 punti base”, confermando allo stesso tempo che abbiamo rimosso quella frase secondo cui la politica monetaria versa in una condizione restrittiva ”. “A questo punto dobbiamo determinare l’impostazione da dare alla nostra politica monetaria”, ha aggiunto, suggerendo tuttavia anche di non leggere troppo nella decisione dell’Eurotower di rimuovere la frase che, nei comunicati precedenti, indicava che la politica monetaria rimaneva in territorio restrittivo.

Lagarde su conseguenze dazi Trump: potrebbero far salire o scendere l’inflazione

“L’escalation delle tensioni commerciali potrebbe zavorrare la crescita dell’economia, rendendo le aziende meno orientate a investire e a consumare”, ha detto la presidente della BCE Christine Lagarde. Tuttavia, “l’incremento delle spese per la difesa e per le infrastrutture potrebbe creare maggiore crescita”. Riguardo alle conseguenze che i dazi di Trump avranno sull’inflazione, Christine Lagarde ha rimarcato che le tariffe potrebbero indebolire o rafforzare la crescita dei prezzi.

Lagarde, outlook sull’economia offuscato da “incertezza eccezionale”

È possibile che i consumatori frenino la propensione agli acquisti”, in un contesto in cui il futuro appare più incerto. Lo ha fatto notare Christine Lagarde, presidente della BCE, nel presentare il contesto macroeconomico in cui la banca centrale europea sta prendendo le sue decisioni.

Lagarde ha sottolineato che l’outlook sull’economia è offuscato da “una incertezza eccezionale”, citando le “nuove barriere al commercio” che si sono palesate con i dazi reciproci annunciati dall’amministrazione USA di Donald Trump.

È possibile che l’economia dell’area euro sia comunque cresciuta nel primo trimestre del 2025, ha aggiunto, con l’attività manifatturiera che ha mostrato segnali di stabilizzazione.

Prende il via la conferenza stampa della BCE. Parla Lagarde

Ha preso il via come da attese la conferenza stampa indetta dalla BCE, che vedrà la presidente dell’istituzione Christine Lagarde rispondere alle domande dei giornalisti, in merito alla decisione, annunciata oggi, di tagliare i tassi di 25 punti base, portando il tasso sui depositi a scendere dal 2,5% al 2,25%.

Piazza Affari, Ftse Mib riduce i cali dopo annuncio taglio tassi BCE

L’annuncio del taglio dei tassi da parte della BCE porta Piazza Affari a ridurre le perdite. Subito dopo la pubblicazione del comunicato con cui la Banca centrale europea ha reso noto di aver abbassato i tassi dell’area euro di 25 punti base, come da attese, portando il tasso sui depositi a scendere dal 2,5% al 2,25%, il Ftse Mib segna un calo dello 0,20%, a quota 35.994 punti.

L’euro scende nei confronti del dollaro dello 0,48%, a quota $1,1344, in una sessione caratterizzata dal recupero del dollaro, che avanza dello 0,51% nei confronti dello yen, a quota JPY 142,53.

La BCE ha segnalato nel comunicato con cui ha fatto l’annuncio sui tassi il deterioramento dell’outlook di crescita, a causa delle tensioni commerciali scatenate nel mondo dalla guerra dei dazi lanciata dall’amministrazione USA di Donald Trump.

Il comunicato della BCE sulla decisione sui tassi

La BCE di Christine Lagarde ha annunciato di avere “deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,25%, al 2,40% e al 2,65%, con effetto dal 23 aprile 2025 ”.

Così si legge nel comunicato:

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare le attese dei nostri esperti; a marzo sono diminuite sia l’inflazione complessiva sia quella di fondo. Anche l’inflazione dei servizi ha segnato una marcata attenuazione negli ultimi mesi. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica delle retribuzioni si sta moderando e i profitti stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione di una crescita salariale tuttora elevata. L’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Nel comunicato della BCE si legge che, “il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi”.

Riguardo a quei bazooka APP e PEPP precedentemente varati dalla BCE, noti in Italia anche come strumenti salva BTP o come scudo anti spread, la BCE ha reiterato che “ i portafogli del PAA e del PEPP (pandemic emergency purchase programme) si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza ”.

La BCE di Lagarde ha tagliato i tassi. Tasso sui depositi scende al 2,25%

La BCE, banca centrale europea guidata dalla Presidente Christine Lagarde, ha annunciato di avere tagliato i tassi di interesse dell’area euro di 25 punti base, come da attese, portando il tasso sui depositi a scendere dal 2,50% precedente al 2,25%.

Attacco frontale di Trump contro Jerome Powell, presidente della Fed

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump torna ad attaccare Jerome Powell, numero uno della Fed, per non avere tagliato ancora i tassi sui fed funds. Trump accusa “Jerome Powell della Fed di essere sempre in ritardo e di sbagliare sempre”, facendo paventare ai mercati uno scontro sempre più frontale tra la Casa Bianca e la Banca centrale americana.

Trump ha aggiunto che “ la fine del mandato del presidente della Fed non potrà mai arrivare abbastanza in fretta ”. Di seguito, il post su Truth Social pubblicato dal Presidente Donald Trump, ripubblicato su X dall’economista Mohamed El-Erian.

Borse europee peggiorano, Ftse Mib -0,60%. Peggio la borsa di Parigi

Peggiora il sentiment a Piazza Affari, freddata probabilmente dal dietrofront significativo dei futures sul Dow Jones. Il Ftse Mib di Piazza Affari perde lo 0,60%, a quota 35.845 punti circa. Giù anche la borsa di Francoforte, che arretra dello 0,55%, mentre fa peggio il Cac 40 della borsa di Parigi, che scivola di quasi lo 0,80%. Sul mercato del forex, l’euro rimane sotto pressione, perdendo lo 0,31% a $1,1361 circa.

Wall Street, Dow Jones -400 punti, resistono i buy sui titoli tech. Male i Treasury

Si fa contrastato il trend dei futures sui principali indici azionari USA. I futures sul Dow Jones perdono 400 punti circa, mentre il ritorno degli acquisti sui titoli hi tech dopo il grande tonfo che ha colpito alla vigilia il settore, successivamente all’annuncio di Nvidia, porta i futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq a salire rispettivamente dello 0,60% e dell’1% circa.

In evidenza i sell sui Treasury USA e il conseguente rialzo dei rendimenti, con quelli a 10 anni che superano la soglia del 4,3%.

Gli analisti di Deutsche Bank spiegano il trend dei Titoli di Stato USA con le dichiarazioni che sono state rilasciate ieri dal presidente della Fed, Jerome Powell che, a loro avviso, non hanno segnalato l’intenzione del banchiere centrale di reagire prontamente al fine di proteggere l’economia americana da eventuali rischi di erosione, legati alla politica commerciale di Donald Trump: “I suoi commenti hanno rafforzato l’ipotesi secondo cui la Fed non ha fretta di reagire ai risultati più deboli emersi dai sondaggi delle ultime settimane. In più”, hanno scritto ancora gli esperti, aggiungendo che Powell “ha minimizzato il bisogno per la Fed di intervenire in qualsiasi modo sui mercati, facendo notare che il loro funzionamento è rimasto ordinato, sebbene siano alle prese con molta incertezza”.

Borse europee sotto pressione, a Piazza Affari riflettori su MPS e Mediobanca. Parla Lovaglio

In attesa dell’annuncio sui tassi della BCE, le principali borse europee puntano verso il basso. L’indice benchmark dell’azionario europeo Stoxx 600 cede lo 0,62%, mentre il Ftse Mib di Piazza Affari arretra dello 0,45% circa, a quota 35.900 punti circa. Giù anche il CAC 40 della borsa di Parigi (-0,62%) e il DAX della borsa di Francoforte (-0,41%). Tra i titoli migliori di Piazza Affari spiccano Amplifon, Nexi e Poste Italiane. Vendite invece soprattutto su Banca Mediolanum, Moncler, Iveco e Buzzi.

MPS cede lo 0,38% nel giorno X dell’assemblea degli azionisti. L’AD Luigi Lovaglio torna a sbandierare l’OPS promossa dal Monte su Mediobanca, affermando che “la nostra banca è più che pronta per guidare un nuovo processo di sviluppo, uno sviluppo industriale che attraverso l’unione delle forze con Mediobanca può creare valore da subito a vantaggio di tutti gli azionisti e stakeholder”. Occhio anche alle azioni Mediobanca, che segnano un lieve rialzo.

MPS, oggi il giorno X del grande caso di Borsa che coinvolge Mediobanca e Generali. Nuovo blitz di Caltagirone

Massima attenzione a Piazza Affari sul giorno X per l’OPS lanciata da MPS su Mediobanca, lo scorso 24 gennaio 2025.

Ha preso il via stamattina, giovedì 17 aprile 2025, l’assemblea degli azionisti di MPS che, nella parte straordinaria, è stata chiamata a votare a favore della proposta di varare un aumento di capitale a servizio dell’Offerta pubblica di scambio promossa su Piazzetta Cuccia.

Oggi è arrivata la notizia che ha confermato i rumor recenti sull’ulteriore scalata dell’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale del Monte dei Paschi di Siena. Francesco Gaetano Caltagirone è salito al 9,96% nel capitale di MPS.

Che fanno spread BTP-Bund e rendimenti BTP in attesa di Lagarde

Massima attenzione oggi anche sui BTP, sui Bund e su altri Titoli di Stato dell’area euro, in vista dell’annuncio sui tassi da parte della BCE.

Lo spread BTP-Bund a 10 anni è sotto pressione, a fronte di una variazione contenuta dei rendimenti dei bond sovrani italiani e tedeschi.

In particolare, i rendimenti dei BTP a 10 anni salgono di 1 punto base al 3,70%, così come i rendimenti tedeschi, che si posizionano al 2,52%.

I rendimenti decennali degli OAT francesi salgono di 2 punti base al 3,29%, confermandosi superiori ai rendimenti dei Bonos spagnoli a simile scadenza (3,22%) e a quelli del Portogallo (3,10%).

I rendimenti dei Titoli di Stato greci salgono anch’essi di 1 punto base al 3,42%, confermandosi inferiori a quelli dei BTP, a conferma di come i Titoli di Stato italiani continuino a essere considerati più rischiosi di quelli della Grecia. Detto questo, i BTP continuano a far gola, come ha confermato l’esito dell’ultimo collocamento annunciato dal MEF.

Borse europee deboli, non solo BCE. Attesa per incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump

Borse europee deboli in attesa della BCE. In evidenza in Asia la chiusura positiva dell’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che è salito oggi dell’1,35%, a quota 34.377,60 punti. Incertezza sull’azionario europeo, con l’indice Ftse Mib che segna un ribasso dello 0,20% circa. I mercati attendono anche l’incontro che si terrà oggi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per discutere dei dazi reciproci che l’amministrazione americana ha imposto all’Unione europea.

Piazza Affari va giù in attesa verdetto BCE, oggi è anche il giorno X per dossier MPS-Mediobanca

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari apre la giornata di contrattazioni in lieve rialzo, in attesa dell’annuncio sui tassi della BCE, per poi virare immediatamente in territorio negativo, segnando una perdita dello 0,40% circa, a quota 35.934,32 punti. Titoli peggiori Moncler, Brunello Cucinelli, Recordati e Campari. I titoli migliori si confermano Amplifon, STM, Prysmian e Mediobanca.

I riflettori sono puntati sulle azioni Mediobanca e MPS-Monte dei Paschi di Siena: oggi, oltre al BCE Day, è anche il giorno in cui l’assemblea degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena si riunirà per esprimersi sulla proposta, avanzata dal CDA della banca senese, di varare un aumento di capitale a servizio dell’OPS lanciata per la conquista di Mediobanca.

Treasury, rendimenti tornano a salire

I rendimenti dei Treasuries USA tornano a salire dopo il calo di ieri, avanzando al 4,313% circa. Forti gli smobilizzi che hanno colpito i titoli di Stato USA in queste ultime settimane, e che hanno fatto dunque impennare i rendimenti, a seguito dell’annuncio dei dazi di Trump.

Alcuni asset finanziari, di fatto, vengono ora percepiti dagli investitori decisamente meno sicuri rispetto al passato, con la nuova era di forti tensioni commerciali inaugurata dall’amministrazione degli Stati Uniti.

Borse asiatiche positive, borsa Tokyo +1,2%

Borse asiatiche positive, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo in rialzo dell’1,28%, a quota 34.350 punti circa. Bene anche Hong Kong (+1,41%) e la borsa di Sidney (+0,78%), mentre la borsa di Shanghai avanza dello 0,20% circa.

Wall Street, futures USA in rialzo post forte sell off

Voglia di ripresa a Wall Street, dove i futures sui tre principali indici azionari USA sono in solido rialzo.

I futures sul Dow Jones balzano di più di 300 punti, i futures sullo S&P 500 avanzano dello 0,90% circa, mentre i futures sul Nasdaq Composite mettono a segno un rialzo superiore all’1%.

Occhio all’euro, motivo di ansia per la BCE di Christine Lagarde

Euro-dollaro osservato speciale sui mercati, dopo i ripetuti sell off che si sono abbattuti sul dollaro, e che hanno portato la moneta unica a balzare a nuovi record degli ultimi anni: fattore negativo per la BCE, e anche inatteso dal momento che, di solito, nei momenti di avversione al rischio, a essere acquistato è piuttosto il dollaro USA.

Niente di tutto questo, stavolta: la notizia dei dazi di Trump ha provocato una vera e propria fuga dagli asset finanziari americani, nell’ambito di un fenomeno in stile Sell America. Oggi il cambio EUR-USD fa dietrofront, perdendo lo 0,45% circa, a quota $1,1352.

Notevole il recupero del dollaro nei confronti dello yen, con il rapporto USD-JPY che balza dello 0,70%, a quota 142,84 circa. Occhio anche al cambio sterlina-dollaro GBP/USD.

Wall Street affonda con annuncio Nvidia e discorso Jerome Powell (Fed)

Occhio alla raffica di sell che è tornata ad abbattersi sulla borsa USA nella sessione di ieri. Il sentiment, già negativo dopo l’annuncio di Nvidia, che ha reso noto che farà fronte a un onere di ben 5,5 miliardi di dollari a causa delle nuove regole varate dall’amministrazione Trump per ridurre le esportazioni di chip in Cina, è peggiorato dopo il discorso proferito dal presidente della Fed Jerome Powell.

Le parole di Powell, pronunciate alla vigilia della riunione della BCE, hanno acceso ulteriormente il dubbio sul rischio che le banche centrali, sempre più incerte su quale direzione dare ai tassi, stiano perdendo il controllo della situazione, ignare di quello che sarà il vero conto che i dazi di Trump presenteranno all’economia mondiale.

Wall Street ha chiuso così la sessione di ieri in forte ribasso, sebbene in recupero dai minimi della seduta, quando il Dow Jones era crollato fino a -900 punti e il Nasdaq aveva segnato un tonfo del 4%.

Il Dow Jones è scivolato alla fine della giornata di contrattazioni di 699,57 punti, o dell’1,73%, a quota 39.669,39 punti, mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno 120,93 punti, il 2,24%, a 5.275,70 punti. Il Nasdaq Composite ha segnato un tonfo di 516,01 punti, (-3,07%), a 16.307,16. Le azioni Nvidia sono capitolate del 6,87%, a $104,49.

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