Intervista a Roberto Mazzoni sugli scenari economici e politici globali: l’Europa entra in una fase pesante a livello economico mentre la tensione sale tra diverse aree del mondo.
Roberto Mazzoni, giornalista italiano da anni residente negli USA esperto di tecnologie e criptovalute, ha rilasciato una lunga intervista a Money.it in cui si sono analizzati a fondo gli scenari attuali e futuri dal suo punto di vista, con un focus particolare sulla situazione economica europea, appena all’inizio, secondo Mazzoni, di una profonda fase di crisi. L’intervista completa è disponibile qui per gli abbonati a Money.it premium.
Qui un estratto delle dichiarazioni di Mazzoni sulla situazione economica in Europa:
Sappiamo che la Banca Centrale Europea ha annunciato l’Eurodigitale, che arriverà entro il 2025, entro la fine 2025, e tale Eurodigitale, da quello che ci dice la Banca Centrale Europea, sarà obbligatorio in tutta l’Unione Europea.
Quindi anche le nazioni che oggi non fanno parte dell’Eurozona dovranno comunque usare l’Eurodigitale.Nelle modalità da capire, però rientra in quella che è la logica di Draghi, quindi unificare ancora di più, allargare anziché comprimere l’Eurozona e cercare di difendere l’Euro attraverso l’aggiunta di altri Stati membri attraverso un regime di economia che sia di tipo bellico, quindi laddove gli stati europei hanno investito relativamente poco in difesa finora, diciamo degli anni 90 in avanti, un ritorno importante del budget di spesa militare per i vari Stati europei, e una politica unificata a livello di Unione Europea, sia per la politica estera che per la politica militare, quindi una specie di esportazione del modello neoconservatore, NEOCON, che funziona tanto bene nei Stati Uniti, verso l’Europa.
Quindi mentre i Stati Uniti si stanno deviando, sempre di più l’abbiamo visto anche nelle evoluzioni politiche all’interno del congresso, seppure siamo ancora molto indietro dei cambiamenti necessari, però ci si vedono alcuni segnali, stanno evolvendo verso una maggiore agilità fiscale e soprattutto una maggior discernimento su quelle che sono le spese della difesa.
Abbiamo visto che dopo la partenza appunto della crisi, l’inizio della crisi nel Medio Oriente, buona parte degli aiuti che dal Pentagono dovevano andare in Ucraina sono finiti direttamente in Israele lasciando l’Ucraina bocca asciutta.
Quindi se l’Ucraina deve difendersi, qualcuno deve pagare il conto e questo conto non sarà necessariamente pagato dagli Stati Uniti.Quindi questa è la situazione e in questa situazione noi vediamo in generale un’Europa che continua a comprimersi come economia Draghi ci ha detto che ormai entro il fine dell’anno sarà sicuramente in recessione e che si vedranno i risultati nei prossimi due trimestre, nei primi sei mesi del 2024.
Quindi vuol dire che probabilmente la recessione è già iniziata a ottobre per l’eurozona, in Germania era già iniziata prima, in aprile.
Invece per l’Eurozona in quanto tale è iniziata probabilmente a ottobre e siccome si definisce recessione quando il prodotto interno lordo diminuisce per per due trimestri consecutivi probabilmente avremo la conferma ufficiale soltanto a giugno dell’anno prossimo, però sappiamo che l’economia è in frenata in Italia, se non sbaglio la produzione industriale è in calo da sei mesi e continuati, e quindi destinata a scendere ancora di più anche perché l’Italia naturalmente è collegata alla Germania.
La Germania ha fatto una frenata enorme dal punto di vista industriale proprio per in ragione dell’alto costo di energia e in più l’Italia dipende in modo importante della Cina per la fornitura di semilavorati che usa nella propria industria.
Sappiamo che il governo attuale ha deciso di interrompere la partecipazione alla Belt Road Initiative, la via della seta, che può essere una politica anche condivisibile per certi punti di vista, però in questa fase particolare, in questo momento particolare, rischia di creare frizioni aggiuntive: con la Cina che già ha difficoltà a trattare con l’unione europea, infatti ha calato in modo sensibile le esportazioni verso l’Europa e le importazioni in Europa, e quindi creare un ulteriore problema per l’Italia che si troverebbe non soltanto a questo punto stretta economicamente da un budget comunque nazionale che è in deficit e quindi deve essere poi rifiniziato dalla Banca Centrale Europea e dall’altra da una crescita notevole dei costi di energia perché poi l’energia è l’alimento centrale e una diminuzione della fornitura a basso costo di semi lavorati della Cina.
Quindi sarebbe una continua discesa della produzione industriale italiana da qui a tempo a definirsi.
Nel corso dell’intervista si sono toccati molti altri temi, tra cui ovviamente gli scenari di guerra presenti nel mondo e i relativi processi politici ed economici collegati. Ecco la scaletta dei contenuti dell’intervista completa:
00:27 Guerra economica in Medio Oriente
01:05 Politica monetaria degli Stati Uniti
06:00 Guerra commerciale e valutaria
12:03 Impatto della Cina e della Russia sull’economia mondiale
17:41 Situazione economica dell’Europa
23:58 Guerra valutaria ed energetica
29:45 Guerra finanziaria tra Stati Uniti e Cina
35:27 Presidenza Biden
37:51 Moneta Brics e guerra economica
39:30 Euro digitale
40:04 Città dei 15 minuti
41:12 Trasporto pubblico negli Stati Uniti
47:22 Controllo sociale ed economia di guerra
52:42 Possibile sostituzione di Joe Biden con Newsom
54:32 Auto elettriche negli USA
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