Ormai la definizione agevolata aspetta solo i pagamenti delle somme dovute, ma il rischio che corre ogni contribuente è quello della decadenza. Ecco qualche trucco per evitarla.
La parte più difficile della rottamazione 2023 inizia solo adesso ed è quella di evitare la decadenza dell’istanza presentata. Non è difficoltoso, infatti, presentare domanda di adesione alla definizione agevolata prevista dalla Legge di Bilancio 2023 e molti contribuenti, infatti, l’hanno presentata in autonomia.
Molto più difficile, soprattutto per chi ha aderito per più di una cartella esattoriale e con debiti piuttosto alti è perdere il diritto agli sconti acquisiti con l’accettazione della richiesta di rottamazione a causa di una possibile decadenza.
Ricordiamo, infatti che la sanatoria è molto meno elastica di una rateazione ordinaria: non si può saltare nessun pagamento ed è prevista una tolleranza di soli cinque giorni dalla scadenza di ogni pagamento. Superata tale tolleranza il beneficio decade.
Chi ha presentato domanda di rottamazione, infatti, può contare su una serie di vantaggi, come ad esempio lasospensione del pignoramento, ma il contribuente si trova di fronte anche a una serie di svantaggi di cui deve tenere, per forza di cosa, conto durante il piano di dilazione.
Il contribuente deve sottostare ad un rigido piano di rateazione che non sempre potrà rispettare se ha problemi economici. Se mancano i fondi per pagare la rata in scadenza, il problema principale è quello di rischiare la decadenza di tutto il piano di rateazione della rottamazione con la conseguenza di dover tornare a pagare il debito iniziale caricato anche di sanzioni, interessi e aggio. Perché, va ricordato, basta non pagare una rata o pagarla con un ritardo superiore ai 5 giorni per perdere tutti i benefici della rottamazione 4.
Esistono però dei trucchi, perfettamente legali, che si possono mettere in atto per fare in modo di evitare la decadenza dell’intera rottamazione se, per ipotesi, ci si dovesse trovare a corto di fondi a una determinata scadenza.
Prima regola frazionare le istanze
In presenza di carichi molto alti che derivano da diverse cartelle esattoriali il consiglio era quello di presentare più di un’istanza di rottamazione. In questo modo ogni istanza avrebbe avuto una “vita propria” e al mancato pagamento di una rata sarebbe decaduta solo quell’istanza e non tutte.
In questo modo in caso di mancanza di liquidità si sarebbe potuto scegliere quali rata non pagare mantenendo in atto solo le sanatorie maggiormente convenienti (quelle che portano allo sconto maggiore). Ogni istanza, ovviamente, doveva riferirsi a cartelle diverse.
Si tratta, ovviamente, di una scelta che si doveva fare entro la fine di giugno, prima della scadenza della presentazione di istanza di definizione agevolata e chi ha presentato un’unica domanda, di fatto, non può tornare indietro.
Istanza separata per determinate cartelle
Un’istanza separata, con pagamento in unica soluzione al 31 ottobre, poi, doveva essere presentata per le cartelle esattoriali con un debito costituito da sole sanzioni.
Va ricordato, infatti, che con la rottamazione 4 sanzioni e interessi sono totalmente stralciati e rimangono da versare i soli diritti di notifica e le eventuali spese delle procedure esecutive.
E’ comprensibile che in questo caso il debito residuo di queste cartelle esattoriali poteva essere davvero esiguo e saldato in un’unica soluzione il 31 ottobre estinguendo definitivamente il carico fin da subito.
Evitare la decadenza per dimenticanza
Il grosso problema della rottamazione è che superata prima e seconda rata, con scadenza 31 ottobre e 30 novembre 2023, si avrà un piano di dilazione abbastanza lungo e diluito nel tempo, con scadenze triennali e durata fino al 2027.
Il rischio che si può correre in piani di dilazione così lunghi è quello di dimenticare una scadenza e saltare un pagamento. In questo caso si rischierebbe la decadenza di un beneficio anche abbastanza importante per una sciocchezza.
I mezzi per evitare questo tipo di decadenza, però, ci sono e sono:
- da una parte il servizio «se mi scordo» che serve a ricordare le scadenze del piano di dilazione;
- dall’altra la possibilità di domiciliare i bollettini di pagamento sul conto corrente bancario o postale: in questo modo si annulla del tutto la possibilità di dimenticanza.
Anche con decadenza nuova rateazione
In ogni caso la rottamazione quater, anche se dovesse decadere per un qualsiasi motivo, non impedisce di scegliere una rateizzazione ordinaria e questa è una novità del 2023. A differenza di quanto previsto dalla precedente versione della rottamazione (la ter), per quella di quest’anno vi è la possibilità di accedere a un nuovo piano di rateazione ordinaria in caso di decadenza.
Il nuovo piano di rateazione ordinario, tra l’altro, prenderà a riferimento il debito iniziale da cui saranno sottratte le somme versate, eventualmente, con la rottamazione, che saranno trattenute a titolo di acconto dell’importo complessivo.
Mentre, quindi, per i decaduti della rottamazione ter non era possibile richiedere un piano di rateazione ordinaria, la Legge di bilancio 2023 prevede in caso di decadenza della definizione agevolata la possibilità di dilazionare il debito senza sanatoria.
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