La Russia ha bombardato la Bielorussia (ma nessuno ne parla)

Alessandro Cipolla

19 Luglio 2024 - 08:25

Diversi droni kamikaze inviati dalla Russia sono finiti in Bielorussia: errore di Mosca, operazione di disturbo dell’Ucraina oppure ricerca di un casus belli per la guerra mondiale?

La Russia ha bombardato la Bielorussia (ma nessuno ne parla)

La Russia ha lanciato dei droni kamikaze verso la Bielorussia. No, non sembrerebbe essere una fake news né siamo nel periodo dei pesci d’aprile, ma nel silenzio generale c’è una guerra che da quasi due anni e mezzo sta andando avanti provocando morti, feriti, distruzioni e immense sofferenze ai civili e ai parenti delle vittime.

Da tempo ormai conviviamo con due fantasmi: la guerra in Ucraina e quella nella striscia di Gaza. Ogni tanto ci indigniamo quando arriva una notizia da prima pagina, per il resto soprattutto in periodo estivo preferiamo pensare ad altro mentre nei territori interessati “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, i media ci raccontano di una Nato che ha deciso di fornire ulteriori aiuti a Kiev inviando soldi, missili, arei F-16 e sistemi di difesa antimissilistica.

Nel frattempo la Russia lentamente sta continuando ad avanzare secondo l’ormai consolidato schema: bombardamenti a tappeto che riducono villaggi e città a cumuli di macerie, per poi avanzare con la fanteria.

In questo scenario, il gruppo di monitoraggio Belaruski Gayun ha dato notizia che, nei giorni scorsi, alcuni droni Shahed lanciati dalla Russia sono finiti in Bielorussia, venendo intercettati dai sistemi di Minsk oppure esplodendo al suolo. Gli episodi sono stati confermati anche da altre fonti.

Come ben noto Russia e Bielorussia sono alleati di ferro, tanto che il 24 febbraio 2022 l’Armata russa ha lanciato la sua invasione anche dal territorio bielorusso, il tutto per puntare rapidamente su Kiev vista la vicinanza geografica. Come è andata a finire poi è una storia nota.

Perché la Russia ha colpito con dei droni la Bielorussia

Stando a quanto si apprende, negli ultimi sette giorni la Russia ha lanciato almeno quattro droni contro la Bielorussia come riportato dal gruppo di monitoraggio bielorusso Belaruski Gayun.

Alcuni di questi droni si pensa che fossero da ricognizione, ma martedì scorso uno di questi droni è caduto nel territorio della regione di Homeli, a un centinaio di chilometri dal confine ucraino, ed è esploso.

Con ogni probabilità questi droni kamikaze erano destinati a colpire il territorio ucraino, visto che non ci sarebbe motivo per la Russia di bombardare la Bielorussia che, a tutti gli effetti, è uno Stato vassallo di Mosca.

Quasi tutti questi droni sono stati intercettati dall’aeronautica militare bielorussa, con gli Shahed che ogni giorno bersagliano l’Ucraina in questa guerra che sembrerebbe essere senza fine.

I droni di conseguenza potrebbero essere finiti in Bielorussia per due motivi: errori della Russia oppure merito dei sistemi elettronici ucraini che, in qualche modo, sono riusciti a confondere e deviare queste armi.

C’è però un’ipotesi più preoccupante: la Russia starebbe cercando un episodio - magari uno Shahed che colpisce la raffineria di petrolio di Mozyr - per incolpare l’Ucraina e così trascinare ufficialmente anche la Bielorussia in questa guerra.

Una sorta di casus belli per allargare il conflitto anche alla Bielorussia, il tutto mentre ogni leader che cerca di aprire dei canali diplomatici viene trattato come un appestato dall’Occidente: il sentore è che in un modo o nell’altro questa guerra deve diventare mondiale, tanto a morire saranno sempre i figli dei poveri e di certo non dell’élite.

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