Sulla televisione Russa il vice primo ministro ha annunciato la prova sul campo di un’arma laser più potente delle precedenti. Zelensky risponde: “È la prova del fallimento dell’invasione”.
La guerra è fatta di grandi annunci, mosse strategiche e propaganda e, al terzo mese di conflitto, è giunta l’ennesima notizia di una nuova arma sensazionale di produzione russa. Il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto all’annuncio affermando che l’arma laser è un chiaro segnale del fallimento dell’invasione.
A dare notizia della produzione della nuova arma laser è stato il vice premier russo Yury Borisov. Intervistato in Tv dall’agenzia di stampa russa Tass, il vice primo ministro ha raccontato di un successo sul campo dell’arma laser Zadira - erede del prototipo Peresvet -, capace di «incenerire vari obiettivi».
La rivelazione stupisce gli esperti, che erano rimasti, a detta loro, a prototipi con evidenti problemi di utilizzo sul campo. Al contrario, da diversi anni sembra che Putin abbia puntato proprio su questa tipologia di armamentario e dal 2018 abbia investito grandi somme per tentare di colmare il gap tecnologico russo rispetto ai rivali cinesi e statunitensi. Il piano del Cremlino era ottenere delle «armi invincibili». L’annuncio televisivo di Borisov può indicare che tale obiettivo sia stato effettivamente raggiunto oppure, come alcuni commentatori credono - seguendo la scia delle dichiarazioni di Zelensky - potrebbe essere l’ennesima notizia senza fondamento che ha lo scopo di destabilizzare e spaventare.
La Russia e le nuove armi: l’annuncio delle armi laser
Sono in molti a commentare sperando che la Russia non abbia un genere di arma invincibile e al laser, come si vedono nei film. Proprio per voler confermare la loro esistenza, durante l’intervista televisiva di Yury Borisov, è stato dichiarato più volte che sono efficaci e soprattutto che sono state già utilizzate in Ucraina.
I primi prototipi dell’arma laser sarebbero quindi già stati usati in Ucraina durante l’attuale invasione. La nuova generazione di armi laser sarebbe capace di incenerire droni e carbonizzare attrezzatura da una distanza di 5 chilometri in appena 5 secondi, ha spiegato Borisov. In passato, con l’utilizzo dell’arma Peresvet - che prende il nome dal monaco guerriero ortodosso Alexander Peresvet - i russi erano in grado di raggiungere e accecare satelliti fino a una distanza di 1.500 chilometri. Ma il vero passo avanti della nuova tecnologia, chiamata da Borisov “Zadira”, è l’utilizzo diretto sul campo.
Obiettivo armi laser: la strada della Russia
Il Cremlino ha annunciato delle nuove armi laser dopo un periodo piuttosto lungo di investimento senza grandi successi. Dall’ultimo grande investimento del 2018 i passi in avanti si sono concretizzati sul campo, almeno secondo quanto riportato dai vari portavoce russi. Al contrario, gli analisti sono scettici nel credere che questa tecnologia sia finalmente in mano russa. Il problema dei prototipi russi in passato era legato alle dimensioni, che difficilmente potrebbero aver colmato.
La grandezza di un arma diventa invalidante sotto diversi punti di vista: sia per lo spostamento che per l’alimentazione. Un’arma laser, dicono ancora gli esperti, ha bisogno di molta energia e la tecnologia russa non è in grado di “rimpicciolire” né l’arma, né la richiesta energetica. Mentre l’industria bellica russa ha problemi nella miniaturizzazione, diversa è la situazione per Stati Uniti e Cina e persino in Europa tedeschi e britannici portano avanti ricerche per installare armi laser al posto di un cannone sui mezzi corazzati.
La guerra della propaganda e dei grandi annunci di scoperte belliche, se non sono a tutti gli effetti delle minacce, disegnano uno scenario futuro di guerra al limite della fantascienza, tra cannoni laser, droni, missili e raggi ipersonici.
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