Un sondaggio del Pew Research Center ci informa che il 63 percento è favorevole a un salario minimo di 15 dollari l’ora.
Il salario minimo federale fu fissato a 7,25 dollari l’ora nel 2007 durante l’amministrazione di George W. Bush e continua tuttora. In realtà in parecchi Stati del sud il costo ai datori di lavoro può essere più basso nei casi in cui i dipendenti ricevono mance. In Georgia e Oklahoma un lavoratore può costare solo 2,13 dollari l’ora purché il dipendente ottenga un totale di 7,25 con mance. Si tratta di cifre bassissime che hanno costretto non pochi Stati in tempi recenti ad aumentare il salario minimo ma ciò non avviene in maniera uniforme.
Il salario minimo più alto si trova nella capitale, Washington D.C. (17 dollari l’ora) seguito dallo Stato di Washington (15,74 dollari l’ora). Molti altri Stati hanno aumentato il salario minimo sotto la spinta di Bernie Sanders, senatore liberal del Vermont. Sanders ha anche fatto una proposta al Senato per aumentare il salario minimo federale a 15 dollari l’ora, ma di questi giorni se ne parla poco. Con l’economia in ottimo stato, nonostante le costanti obiezioni repubblicane, parecchi Stati sono stati costretti ad aumentare il salario minimo a causa della carenza di manodopera. Nel New Hampshire, per esempio, come ha fatto notare il New York Times recentemente, la disoccupazione è al di sotto del 2 percento. Per competere con gli Stati limitrofi le aziende del Granite State hanno dovuto aumentare il salario minimo sui 17-18 dollari l’ora.
La competizione per lavoratori sta funzionando a spingere il salario minimo verso l’alto: di conseguenza, la discussione di aumentare il salario minimo a livello federale è quasi scomparsa. Sembrerebbe che il capitalismo funzioni; in realtà non è vero.
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