La premier parlando nella sua diretta Facebook ha aperto al confronto con le opposizioni per cercare di trovare una soluzione comune sul salario minimo.
Da un punto di vista politico in questi giorni si sta tornando a parlare con prepotenza di salario minimo. Lo scorso mese i partiti di opposizione avevano trovato una quadra comune presentando alla Camera la proposta di legge per l’istituzione del salario minimo. Una proposta articolata su 7 punti che punta a porre fine all’annoso problema degli stipendi bassi e del lavoro irregolare, molto frequente soprattutto tra i giovani.
La scorsa settimana la maggioranza ha però presentato alla Camera una mozione di sospensione dell’esame della proposta di legge per un periodo di sessanta giorni. La mozione è passata con 168 voti a favore, 128 contrari e 3 astenuti. Quindi per il momento nessuna discussione sulla proposta di legge ma se ne parla a ottobre.
Un rinvio che ha irritato non poco i partiti d’opposizione che non si aspettavano una nuova perdita di tempo sulla questione. L’Italia infatti sul salario minimo deve trovare in fretta una soluzione e a sancirlo è anche un rapporto Ocse denominato «Prospettive dell’Occupazione 2023» che ha indicato il nostro paese come quello che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie dei 38 Paesi Ocse. A fine 2022 i salari reali erano calati del 7% rispetto al periodo precedente la pandemia. Una discesa proseguita anche nel primo trimestre del 2023 e che viaggia ad un ritmo del 7,5% all’anno.
Giorgia Meloni però nella sua consueta diretta Facebook ha aperto al dialogo con le opposizioni per cercare di trovare un accordo comune annunciando anche il perché la proposta così come presentata non può essere accolta dalla maggioranza.
Giorgia Meloni sul salario minimo
L’occasione per parlare del salario minimo è stata la diretta Facebook «Gli appunti di Giorgia». che sta diventando ormai un appuntamento fisso. La presidente del Consiglio ha spiegato il perché la proposta di legge, presentata ad inizio luglio alla Camera dalle opposizioni, non può essere accolta così com’è.
«Perché se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. E allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora» - ha detto.
Giorgia Meloni ha comunque aperto al dialogo con le opposizioni per cercare di portare in Parlamento una proposta seria che «possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere». Una proposta che secondo la premier «migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri». L’appuntamento con le opposizioni è fissato per il giorno 11 agosto e Pd, M5s e Azione hanno già annunciato la loro presenza. Non ci sarà invece Italia Viva di Matteo Renzi che si è detto contrario al confronto.
Salario minimo: cosa prevede la proposta di legge delle opposizioni
Lo scorso 4 luglio alla Camera le opposizioni hanno presentato una proposta di legge sul salario minimo. Questa si articola in 7 punti. Ecco quali:
- 1) al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi nazionali;
- 2) viene introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora;
- 3) la giusta retribuzione non riguardi solo i lavoratori subordinati ma anche gli autonomi e i parasubordinati;
- 4) sia istituita una commissione che aggiorni periodicamente il trattamento economico minimo orario;
- 5) sia garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso;
- 6) sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati;
- 7) ci sia un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina.
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