Salvatore Baiardo ha profetizzato poco più di due mesi fa l’arresto del boss Matteo Messina Denaro. Cosa si sa della sua vita e come ha fatto ad anticipare la notizia?
Con il recente arresto di Messina Denaro, è inevitabile pensare a Salvatore Baiardo, che circa due mesi fa ha profetizzato l’arresto con una precisione incredibile. Cosa si sa della vita quest’uomo e qual è il collegamento con Messina Denaro?
Chi è Salvatore Baiardo
Salvatore Baiardo, prima di cambiare completamente vita, è stato a lungo una persona di fiducia della mafia. Si è prestato come factotum della famiglia Graviano, in particolare dei fratelli Giuseppe e Filippo, noti per l’attentato a Padre Pino Puglisi e per aver partecipato all’omicidio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nonostante ciò, Salvatore Baiardo scelse presto di iniziare a collaborare con i magistrati di Firenze, aiutando a far chiarezza sulle motivazioni dietro le bombe del 1992-1993.
In ogni caso, Baiardo non si è mai risparmiato dal fornire dettagli precisi nelle sue dichiarazioni, senza preoccuparsi di suscitare clamore con nomi e particolari eclatanti. Si ricorda, ad esempio, l’accusa di un celebre esponente politico del Piemonte, colpevole di aver permesso ai fratelli Graviano di ottenere un investimento da 1,5 miliardi di lire, prestando loro il proprio nominativo.
Nel corso delle sue interviste, Baiardo è tornato spesso anche sull’omicidio di Falcone e Borsellino, e in particolare sull’agenda di quest’ultimo. L’Agenda rossa di Borsellino è infatti andata perduta dopo il bombardamento in via d’Amelio, ma secondo Baiardo ne dovrebbero esistere ancora alcune copie. Un’informazione, presupponendone la veridicità, di estrema importanza, visto il contenuto dell’agenda.
La profezia sull’arresto di Messina Denaro
Così, in occasione di un’intervista (che peraltro si è tenuta durante la trasmissione Non è l’arena di La7, dove stasera Baiardo tornerà a raccontarsi), Salvatore Baiardo ha parlato anche di Messina Denaro, con particolare riferimento al lungo periodo di latitanza. Il 5 novembre 2022, a poco più di due mesi dall’arresto del boss, Baiardo ha preannunciato l’arresto, definendolo peraltro un regalino al nuovo Governo. Oltretutto, le dichiarazioni si colorano di un’estrema precisione, dato che Baiardo ha parlato proprio delle cattive condizioni di salute di Messina Denaro e di una probabile trattativa del boss per consegnarsi. Sicuramente, Baiardo tornerà sull’argomento questa sera, anche se con tutta probabilità non potrà condividere con il pubblico i suoi mezzi di conoscenza. In ogni caso, perlomeno stando alle dichiarazioni della precedente intervista, secondo Baiardo era già stato tutto programmato da tempo.
L’ipotesi della premeditazione dell’arresto, in effetti, è stata condivisa in questi giorni da vari esperti commentatori del settore. Possibilità tuttavia esclusa dalle dichiarazioni dei Carabinieri del Ros che si sono occupati dell’arresto, a detta loro permesso esclusivamente grazie a un lungo e minuzioso lavoro. Nonostante ciò, è innegabile che l’intervista di Baiardo appare come una vera e propria profezia, soprattutto visto che si è dimostrata vera in un tempo molto breve.
Nella stessa occasione, Baiardo ha parlato anche di Totò Riina, portato come esempio delle mille possibilità inaspettate che si possono realizzare. In proposito, Salvatore Baiardo ha tirato in ballo anche i meccanismi di trattativa che intercorrono tra lo Stato e la mafia, dichiarando sostanzialmente che non pensa siano mai terminati davvero.
Baiardo, pentito o abile oratore?
In attesa della nuova intervista, restano comunque diversi interrogativi, rispolverati dalla vicenda di Messina Denaro. Altre volte, infatti, Baiardo ha fornito informazioni importanti e presumibilmente veritiere, senza perciò spiegare i suoi mezzi di conoscenza, e soprattutto esentandosi dalle dichiarazioni ufficiali. Nel 1994, ad esempio, raccontò con precisione la latitanza dei fratelli Graviano a Omegna e le loro motivazioni. Allo stesso tempo, nel 2012 si impegnò duramente nel tentativo di scagionare i fratelli Graviano dalla strage di via d’Amelio, in completa discordanza con altri pentiti. La tesi di alcuni investigatori è che le contraddizioni nelle dichiarazioni di Baiardo e la sua disponibilità, apparentemente inspiegabile, di informazioni successive rispetto alla sua attività criminale, siano dovute alla sua perenne collaborazione con Cosa nostra, a detta di alcuni mai terminata.
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