Matteo Salvini torna sul caso Diciotti parlando del processo come “un’invasione di campo”, mentre per il premier Conte parlare di immunità è uno “strafalcione giuridico”
Il processo sul caso Diciotti? Secondo Salvini è “un’invasione di campo senza precedenti.”
Le affermazioni del ministro dell’Interno fanno da cornice alla riunione odierna della Giunta per le immunità del Senato, che ha discusso l’ormai annosa questione relativa alla nave con a bordo 177 migranti che nell’agosto 2018 il vicepremier ha bloccato al porto di Catania.
Una riunione durata solo un’ora, che riprenderà il prossimo mercoledì, mentre nel frattempo Salvini dovrà produrre un documento in cui spiega nel dettaglio come e perché ha agito in relazione alla circostanza.
Il leader del Carroccio, accusato di sequestro di persona aggravato, arresto illegale e abuso d’ufficio, sarà processato solo se la Camera concederà l’autorizzazione a procedere.
Un’autorizzazione che renderebbe nulla l’immunità parlamentare. In caso di voto favorevole, pertanto, Salvini dovrebbe affrontare un processo per cui le pene possono andare dai 3 ai 15 anni di carcere.
Diciotti: per Conte sbagliato parlare di immunità
Secondo il premier Giuseppe Conte non è corretto parlare di immunità in relazione alla processabilità o meno di Salvini. Il Presidente del Consiglio si è infatti opposto con forza a chi etichetta l’immunità come uno schieramento a favore di Salvini:
“Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire questo un voto salva-Salvini è un falso che rischia di favorire il dibattito pubblico. Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori, ovvero se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale, per i propri interessi personali”.
Intanto regna ancora divisione e incertezza riguardo al voto - positivo o negativo - che potrebbe risparmiare al ministro dell’Interno un processo di non scarsa rilevanza penale.
In particolare, le spaccature nel M5S sono evidenti, con Carlo Sibilia che si è detto del tutto contrario all’immunità e la parte più vicina ai piani alti dell’esecutivo - da Conte a Di Maio - che sembra invece decisamente indirizzata verso la concessione della misura parlamentare.
Salvini dal canto suo si è detto molto tranquillo, spiegando che rifarebbe tutto quello che ha fatto in relazione alla circostanza e parlando del processo come di “un’invasione di campo senza precedenti”:
“Chi ha letto le carte sa cosa è successo, che è stato un atto politico. Io ero tranquillo. Ma tutti mi hanno fatto notare che il processo sarebbe stata un’invasione di campo senza precedenti. Sta al Senato dire se l’ho fatto per interesse pubblico o mio capriccio personale; il mio è stato un atto politico che rifarei: ho agito da ministro, mica da milanista.”
Ecco come il vicepremier, tramite il suo profilo Facebook, ha etichettato il recente intervento a DiMartedì, interpellato sull’argomento da Giovanni Floris:
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