Nuovo decreto fiscale in arrivo con riduzione delle sanzioni fiscali, ora incostituzionali, e tutela normativa dell’evasione per sopravvivenza. Ecco cosa sta per cambiare.
Le sanzioni fiscali saranno ridotte? Il Governo è al lavoro e presto potrebbe arrivare l’ennesimo decreto fiscale, nell’ambito della legge di delega fiscale, che mira a ridurre le sanzioni fiscali per allinearle al sistema europeo.
Il Governo lo aveva annunciato fin dagli esordi: "le sanzioni fiscali in Italia sono troppo elevate”, in realtà questo rilievo è già stato mosso dalla Corte Costituzionale e dall’Unione Europea.
Ora nel nuovo decreto fiscale ci sarà un deciso taglio e maggiori tutele per i contribuenti che hanno difficoltà nel pagare le imposte, per la prima volta prevista anche per legge l’evasione da sopravvivenza.
Ecco tutte le novità che portano a sanzioni fiscali ridotte.
Taglio delle sanzioni tributarie: sono incostituzionali
La Corte Costituzionale nel Comunicato del 17 marzo 2023 afferma che alle sanzioni amministrative tributarie deve essere applicato il principio di proporzionalità. Lo stesso principio è stato espresso nella sentenza 46 del 2023 della stessa Corte Costituzionale. Proprio facendo riferimento a questa sentenza, il vice-ministro Maurizio Leo aveva anticipato che la riforma fiscale avrebbe dato un deciso taglio alle sanzioni tributarie e il decreto fiscale ora allo studio del Governo punta proprio alla riduzione delle sanzioni.
In base alle prime indiscrezioni trapelate il nuovo decreto dovrebbe contenere norme volte a calmierare le sanzioni in modo da essere proporzionali rispetto al “fatto commesso”.
Addio al doppio processo: penale e tributario devono essere allineati
Il secondo punto del nuovo decreto fiscale riguarda il profilo penalistico. In base alle norme che dovrebbero essere varate, nel caso in cui il contribuente raggiunga un accordo transattivo con il Fisco si deve tenere in considerazione ciò ai fini dell’imputazione penale. In poche parole se il contribuente raggiunge un accordo con il Fisco non dovrebbe esservi il procedimento penale per evasione fiscale, viene anche in questo caso dato rilievo alla volontà del contribuente di “riparare” all’errore.
Allo stesso modo, se nell’ambito di un procedimento penale per evasione fiscale il contribuente viene assolto perché il fatto non sussiste, il giudice tributario deve tenerne in considerazione nell’ambito del processo di sua competenza. Insomma non vi possono essere sentenze (penali e tributarie) discordanti inerenti lo stesso fatto.
Altro principio importante è riguardante l’evasione da “sopravvivenza”, esclude la punibilità per chi ha presentato regolare dichiarazione per l’imposta, ma non riesce a versare gli importi dovuti. Naturalmente l’impossibilità di versare le imposte deve essere oggettiva.
Efficienza nei controlli con l’aiuto di Sogei
Nelle intenzioni del Governo c’è anche l’allineamento tra le sanzioni fiscali applicate in Italia e quelle previste all’interno dell’Unione Europea. In ambito UE le sanzioni fiscali in media raggiungono massimo il 60% rispetto al tributo. In Italia la sanzione per l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi oscilla tra il 120% e il 240%, mentre per infedele o incompleta dichiarazione oscilla tra il 90% e il 180%. Misure troppo alte.
Maurizio Leo, viceministro all’Economia, ha sottolineato che partner strategico e tecnologico per il contrasto all’evasione fiscale sarà Sogei che fornirà supporto all’incrocio delle banche dati.
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