Sanzioni più dure per chi imbratta monumenti e beni culturali: le nuove multe previste dal governo Meloni

Stefano Rizzuti

11 Aprile 2023 - 15:50

Il governo Meloni punta a introdurre pene più severe per quelli che definisce come eco-vandali, ovvero gli attivisti che imbrattano i beni culturali: ecco le sanzioni previste.

Sanzioni più dure per chi imbratta monumenti e beni culturali: le nuove multe previste dal governo Meloni

Un disegno di legge contro quelli che vengono definiti eco-vandali. Il governo Meloni è pronto a portare in Consiglio dei ministri una proposta che introduce disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici.

Sembra chiaro che il governo intende punire chi, come gli attivisti di Ultima Generazione, sta imbrattando alcuni monumenti ed edifici pubblici, come segno di protesta per attirare l’attenzione sul problema del cambiamento climatico e della transizione ambientale. Nel testo non si fa riferimento al carcere, come avveniva invece per una proposta di legge di Fratelli d’Italia.

Il ddl che verrà discusso oggi in Cdm prevede sanzioni fino a 60mila euro per chi distrugge i beni culturali e fino a 40mila per chi li imbratta. Quali saranno le multe che verranno introdotte e per quali casi? Entriamo nel dettaglio, attenendoci alla bozza del disegno di legge.

Multe per chi imbratta i beni culturali: cosa dice il ddl

Stando alla bozza del ddl si prevede una sanzione che può andare da 20mila a 60mila euro per chi distrugge, disperde, deteriora o rende inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici. Per chi, invece, deturpa o imbratta questi beni culturali si prevede una multa che può andare da 10mila a 40mila euro.

La cifra della sanzione è invariata per chi destina i beni culturali a un uso incompatibile con il loro carattere artistico o storico. I soldi incassati attraverso le sanzioni verranno destinati al ministero della Cultura e utilizzati per il ripristino dei beni. Sarà possibile pagare la multa in misura ridotta pagandola entro 30 giorni dalla notifica del verbale. La riduzione non verrà consentita se il destinatario della sanzione ne ha già fatto ricorso nei cinque anni precedenti.

Nel caso in cui si applichino, a carico dell’autore della violazione, le sanzioni sia per distruzione che per danneggiamento, allora si tiene conto delle sanzioni già riscosse e la nuova multa sarà limitata alla parte eccedente a quella riscossa.

La proposta di legge di Fdi contro gli eco-vandali

Negli scorsi giorni era stato il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Lisei, a presentare un disegno di legge contro gli eco-vandali, così come erano stato denominati gli attivisti - in particolare quelli di Ultima Generazione - che hanno versato nel liquido nero nella Barcaccia di Piazza di Spagna o imbrattato con la vernice Palazzo Vecchio a Firenze.

La proposta di legge di Lisei è più rigida, per alcuni versi, rispetto a quella governativa. Si prevede che chi ha già denunce o condanne per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati abbia un divieto (da sei mesi a un anno) di avvicinarsi a meno di 10 metri dagli edifici sottoposti a tutela.

Si prevede anche una multa che va da 500 a mille euro. E, soprattutto, si arriva a introdurre il carcere per chi deturpa o imbratta gli edifici pubblici o di culto: nello specifico la proposta proponeva la reclusione da sei mesi a tre anni. Con l’approdo del ddl in Consiglio dei ministri, comunque, questo testo probabilmente verrà accantonato.

Sanzioni per chi imbratta beni culturali, le proteste

L’annuncio del ddl che approderà in Consiglio dei ministri scatena le proteste dell’opposizione. Simona Malpezzi, senatrice del Pd, parla di decisione grottesca e ricorda che “a inizio 2022 è entrato in vigore il ddl Franceschini-Orlando che ha introdotto nuove fattispecie di reato contro il patrimonio culturale e che, in particolare, punisce la distruzione, la dispersione, il deterioramento, il deturpamento, l’imbrattamento e l’uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.

Protesta anche Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, che ricorda come esista già un articolo del codice penale che punisce il danneggiamento di beni culturali: “È solo un modo di utilizzare il Consiglio dei ministri per fare propaganda e non risolvere le vere questioni del Paese, dopo di che la domanda sorge spontanea: ma per chi inquina e attenta alla vita delle persone che cosa prevediamo, tre o quattro ergastoli? Ce lo facciano sapere”.

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