Sono passati 50 anni da quando l’uomo è arrivato sulla luna per la prima volta. A distanza di mezzo secolo, vediamo come sono andati i principali indici statunitensi
Il 20 luglio di 50 anni fa, alle 22:17:40 (ora italiana), gli astronauti americani Neil Armstrong e Buzz Aldrin atterravano sulla luna per la prima volta nella storia dell’uomo.
A quell’ora i principali listini americani, l’S&P 500 e il Dow Jones, avevano chiuso una seduta piuttosto positiva, segnando rispettivamente un +0,58% e un +0,53% nei confronti del 19 luglio 1969.
Il lunedì successivo, 23 luglio del 1969, gli operatori non hanno brindato alla buona riuscita della missione spaziale: nello specifico, l’S&P effettuò una chiusura a 96,67 punti, mentre il Dow Jones a 876,16 punti (in calo dello 0,59% e dello 0,70%).
Mesi difficili per l’azionario Usa
In realtà, se si guardano alle quotazioni dell’epoca, i prezzi di questi due listini sono stati vittima di una serie di ribassi a partire dal secondo trimestre 1969, con le quotazioni che solamente nei primi tre mesi del 1971 hanno recuperato le perdite messe a segno nell’ultima parte del ’69.
S&P 500 (in giallo) e Dow Jones (in bianco), normalizzazione su base 100. Fonte: Bloomberg
Nello specifico, il Dow Jones registrò nel periodo una perdita del 21,72%, mentre per l’S&P 500 la discesa fu del -25,56%.
Interessante notare come, in un momento storico che ha richiesto un consistente impiego di risorse tecnologiche, il Nasdaq dovesse ancora nascere. Le prime negoziazioni sul principale listino tecnologico a stelle e strisce cominciarono solamente l’8 febbraio 1971.
Il prezzo del primato tecnologico mondiale: ai giorni nostri circa 288 miliardi di dollari
Quasi 12 anni dopo il lancio dello Sputnik da parte dell’Unione Sovietica (primo Paese al mondo ad aver lanciato nello spazio un satellite orbitante attorno alla Terra), gli Usa confermavano di detenere il primato tecnologico mondiale.
Questa vittoria non è costata poco: secondo le stime della Planetary Society, la missione ha avuto un costo compreso tra i 25 e i 28 miliardi di dollari, adattando tale cifra all’indice di inflazione relativo ai soli progetti spaziali (New Start Index), la spesa si aggirerebbe ai 288 miliardi di dollari ai giorni nostri.
Un costo che però doveva essere sopportato: la battaglia per la supremazia tecnologica si è rispecchiata anche nei mercati azionari: al lancio dello Sputnik (4 ottobre 1957), il Dow Jones Industrial perse circa il 10% in solamente tre settimane. Questo sell-off rispecchiava i timori degli Usa, che credevano di possedere una tecnologia aerospaziale all’avanguardia.
Gli indici Usa 50 anni dopo l’allunaggio
Andamento annuale di S&P 500 (in bianco), Dow Jones (in verde) e del Nasdaq Composite (in rosa) normalizzato su base 100. Fonte: Bloomberg
Se in un primo momento i mercati sembravano non avere apprezzato il buon esito della missione Apollo 11, 50 anni dopo la situazione è completamente diversa: in 50 anni, l’S&P 500 è passato da 97,24 punti a 2.995,11 punti, mentre il Dow Jones ha visto il suo valore crescere da 882,37 punti a 27.222,97 punti. I rialzi si attestano rispettivamente al +2.980,12% e al +2.985,51%.
È ben più consistente il rialzo del Nasdaq Composite. L’ascesa si attesta al +8.107,24% dall’8 febbraio 1971.
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