L’Europa continua a mostrare segnali di debolezza economica, con uno scenario che sta peggiorando. Il Pil può ancora crollare nel quarto trimestre. Cosa dicono gli ultimi dati.
L’Europa continua a registrare risultati economici deboli, mettendo a rischio la ripresa e lasciando aperta la porta alla recessione.
Nello specifico, il rallentamento dell’attività economica nella zona euro si è accelerato il mese scorso a causa dell’ulteriore indebolimento della domanda nel settore dei servizi. Come specificato da Cyrus de la Rubia, capo economista della Banca Commerciale di Amburgo, ottobre si conferma come terzo mese di fila nel quale l’attività commerciale ha subito un duro colpo. Con il nuovo business in forte calo, non si sta dipingendo un quadro roseo per il prossimo futuro.
L’ultimo trimestre dell’anno è iniziato con il piede sbagliato per l’Eurozona, avvicinando la regione alla recessione e pressando ancora di più la Bce affinché allenti la politica monetaria.
La crisi economica si accentua in Europa: gli ultimi dati
Il PMI dell’HCOB, compilato da S&P Global e considerato una buona guida della salute economica generale in Eurozona, è sceso a 46,5 in ottobre dai 47,2 di settembre, il valore più basso da novembre 2020.
Il risultato è sotto la soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione per il quinto mese consecutivo e corrisponde a una stima preliminare. Il Pmi per il settore dei servizi non è andato oltre i 47,8.
Nella nota ufficiale si legge che gli ultimi dati dell’indagine hanno indicato un peggioramento delle condizioni della domanda affrontata dai fornitori di servizi, a fronte di un calo dei nuovi volumi di affari
al ritmo più rapido da gennaio 2021. Ciò riflette anche un maggiore freno da parte dei clienti non domestici, come evidenziato dalle nuove attività di esportazione diminuite nella misura più rapida in oltre due anni e mezzo.
Quello che si osserva nella zona euro è un vero grattacapo secondo l’analisi di Cyrus de la Rubia, che ha commentato i dati evidenziando: “i prezzi continuano a salire, ma non vanno di pari passo con la domanda come fanno normalmente. Mentre l’attività economica è entrata in territorio recessivo, gli indici dei prezzi sono rimasti elevati. C’è un nome per questo, stagflazione. La domanda da un milione di dollari è: per quanto tempo rimarremo bloccati in questa strana zona di stagflazione? I dati PMI stanno segnalando un po’ di attesa. Per la Bce ciò significa che non è ancora il momento di tagliare i tassi di interesse.”
La visione generale dei Pmi servizi in Europa è davvero poco incoraggiante. La Spagna spicca con un punteggio di 50. La Francia, tuttavia, è il Paese con i risultati peggiori in questo gruppo, seguito dalla Germania. Nel frattempo, l’Italia è vicina alla Germania in termini di scarse prestazioni. “Tutto sommato, il PIL dell’Eurozona potrebbe crollare nel quarto trimestre”, ha dichiarato de la Rubia.
Da ricordare che l’attività manifatturiera ha fatto un ulteriore passo indietro in ottobre, secondo un sondaggio della scorsa settimana che ha mostrato che i nuovi ordini si sono contratti a uno dei ritmi più rapidi da quando i dati sono stati raccolti per la prima volta nel 1997.
© RIPRODUZIONE RISERVATA