Probabilmente sarà l’ennesima iniziativa priva di conseguenze concrete ma il prossimo sciopero dei commercialisti dovrebbe quantomeno far riflettere, non nell’interesse della categoria ma in quello di tutte le aziende.
Doppio sciopero dei commercialisti proclamato per le attività di trasmissione telematica dei modelli F24 di pagamento di 30 settembre e 1° ottobre prossimi, oltre che della settimana compresa tra il 30 settembre ed il 7 ottobre per le udienze presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali.
Nella giornata di ieri, infatti, tutte le associazioni di categoria dei commercialisti hanno diramato un comunicato stampa ufficiale congiunto per manifestare tutto il loro dissenso sul clamoroso caso degli ISA.
Si tratta di una iniziativa non propriamente nuova, che in qualche modo fa seguito a quella dello scorso 14 dicembre 2016. A modesto avviso di chi scrive, è molto difficile pensare di ottenere benefici concreti da questa iniziativa, per tante ragioni.
Tuttavia, se i professionisti che garantiscono il corretto adempimento degli obblighi tributari manifestano in questo modo - ovvero dopo quotidiane battaglie per il ripristino della legalità - ci si dovrebbe un attimo interrogare sul reale stato di salute del nostro sistema amministrativo tributario, anche e soprattutto nell’interesse delle aziende che vi operano...
Sciopero commercialisti: quali sono gli obiettivi?
Come riportato nella lettera aperta inviata alle principali istituzioni del Paese, i commercialisti chiedono:
- la disapplicazione degli indici ISA o, in subordine, la loro applicazione facoltativa per l’anno d’imposta 2018;
- la sistematica e formale consultazione della categoria dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e delle scriventi Sigle sindacali nella formulazione di norme e procedure nelle materie di competenza della categoria professionale;
- una concreta semplificazione e riduzione degli adempimenti tributari;
- e comunque la rigida osservanza delle disposizioni dello Statuto del Contribuente, la cui costante disapplicazione viola gravemente i diritti dei cittadini.
Sciopero commercialisti 30 settembre e 1° ottobre 2019: il comunicato stampa ufficiale congiunto di ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO
Ecco il testo ufficiale del comunicato stampa congiunto delle associazioni dei commercialisti con il quale si rende noto lo sciopero proclamato dalla categoria:
“Le associazioni nazionali dei commercialisti ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO hanno proclamato, nel rispetto delle modalità contemplate dal codice di autoregolamentazione vigente, l’astensione degli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dalle attività riguardanti:
– la trasmissione telematica, quali intermediari, dei modelli di pagamento F24, nei giorni 30/09 e 01/10;
– la partecipazione ad udienze presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali, nei giorni compresi dal 30/09 al 07/10.
Il disagio dei professionisti, determinato dal proliferare degli adempimenti fiscali, perdura da troppo tempo ed il caos ISA, per il quale le Associazioni nazionali hanno chiesto invano la disapplicazione per l’anno d’imposta 2018 del nuovo sistema, ha senza dubbio aggravato ulteriormente la situazione.
Le scriventi Associazioni nazionali, nel ribadire la necessità della disapplicazione ISA per il 2018 o, in subordine, la loro applicazione in via facoltativa, rivendicano il rispetto dello Statuto del Contribuente, le cui disposizioni continuano ad essere violate in spregio ai diritti dei cittadini; rivendicano altresì una sistematica e formale consultazione della categoria e delle associazioni che la rappresentano nella formulazione di norme e procedure riguardanti le materie di competenza dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
Il ricorso all’astensione, a lungo dibattuta, si rende ormai indispensabile per dare un segnale estremo e tangibile di un malessere che incide, ormai da troppo tempo, non solo sui professionisti che li assistono, ma soprattutto sugli operatori economici.
Le Associazioni nazionali ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO sono perciò certe che questa protesta sarà condivisa da tutti i contribuenti, giacché alla base della proclamata astensione c’è innanzitutto la richiesta del rispetto dei diritti di ciascun cittadino dello Stato, rispetto da attuare e garantire mediante interventi concreti e attraverso una effettiva semplificazione fiscale, che si traduca anche in una vera riduzione degli adempimenti tributari.
Comunicazione ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO”
Sciopero commercialisti 30 settembre e 1° ottobre 2019: anche se non dovesse avere effetti immediati occorre almeno rifletterci su...
Non ci si può attendere chissà quali risultati da questo sciopero. Ma non perché l’azione non sia meritoria o per demeriti dei promotori.
Gli indicatori di affidabilità fiscale, comunemente noti come ISA 2019, oltre ad essere uno strumento di controllo fiscale, sono una voce del bilancio dello Stato corrispondente a circa 2 miliardi di euro.
Quando nei mesi scorsi ne è stata chiesta la disapplicazione, le diverse istituzioni parlamentari e governative hanno evidenziato come ciò non sia reso possibile dalla necessità di reperire altrove le risorse corrispondenti.
Il che significa che difficilmente si potranno eliminare, né con riferimento al periodo d’imposta 2018 - il primo post studi di settore - né tanto meno, salvo sorprese, per il futuro.
È bene comunque fermarsi un attimo a riflettere su un aspetto di carattere socio economico. I commercialisti sono una categoria fondamentale per il rispetto dei numerosi e complessi adempimenti fiscali ed amministrativi posti in capo alle aziende.
Se da circa tre anni a questa parte, tale categoria manifesta in continuazione il proprio dissenso verso un sistema inefficiente e dannoso per le aziende, un fondo di verità ci dovrà pur essere o no...?
Le istituzioni che hanno responsabilità in questo senso dovrebbero, quindi, ascoltare maggiormente queste istanze ed intervenire repentinamente. Ma ciò non deve apparire come una risposta ai commercialisti, che anche in questo caso fanno da intermediari: si tratta di dare una risposta a tutte le aziende che in un sistema come questo sono ingiustamente penalizzate.
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