Taxi fermi in tutta Italia: gli orari dello sciopero, i disagi e il piano del governo per fermare la protesta

Claudia Mustillo

5 Luglio 2022 - 11:10

Fermi i taxi in tutta Italia per 48 ore, disagi nelle grandi città e negli aeroporti. Nel mirino dei tassisti il ddl concorrenza. Ecco cosa succede e le ragioni della protesta.

Taxi fermi in tutta Italia: gli orari dello sciopero, i disagi e il piano del governo per fermare la protesta

È iniziato questa mattina, 5 luglio, lo sciopero dei taxi, che saranno fermi per 48 ore in tutta Italia. Nonostante il tentativo di mediazione al ministero dei Trasporti, le auto bianche hanno iniziato la protesta contro il mancato stralcio dell’articolo 10 del ddl concorrenza. Ad aderire alla mobilitazione è la quasi totalità delle sigle.

Dopo il mancato accordo del 27 giugno, Teresa Bellanova - viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili -, aveva convocato nuovamente i sindacati su delega del governo. Ma il confronto, come spiegato dai rappresentanti di categoria, non ha avuto esito positivo. Nel mirino dei tassisti «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti».

Ecco cosa sta succedendo e quali sono le conseguenze con i taxi fermi in tutta Italia.

Taxi fermi in tutta Italia: gli orari dello sciopero

Come anticipato ad aderire allo sciopero di 48 ore sono state diverse sigle sindacali. Al centro della protesta il tanto discusso articolo 10 del ddl concorrenza. I rappresentanti di categoria hanno spiegato che gli incontri con le istituzioni non hanno avuto esito positivo «perché l’articolo 10 del ddl concorrenza non verrà stralciato ma modificato nelle parti non sostanziali. Siamo sempre più convinti che la riscrittura delle norme per migliorare il settore debba avvenire non con una legge delega inserita in un ddl concorrenza, ma attraverso un provvedimento di confronto tra categoria, governo e sindacati».

Nel mirino c’è la deregolamentazione del settore e «l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti», come recitato dall’articolo 10 del ddl. E più in generale «la promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati». L’obiettivo dei tassisti è quindi eliminare ogni possibile ipotesi di liberalizzazione, nei confronti di altri servizi come Uber, che metterebbe in ginocchio tutti coloro che hanno la licenza.

Lo sciopero previsto per 48 ore sarà dalla mezzanotte del 5 luglio a quella del 6 luglio, fatte salve la garanzia delle prestazioni indispensabili e il rispetto delle fasce di garanzia

Taxi fermi in tutta Italia: disagi e conseguenze

Insieme allo sciopero si terrà anche una manifestazione a Roma, prevista per le ore 10 di oggi 5 luglio, con la partecipazione di tassisti da tutto il Paese. Appuntamento per raduno e partenza alle 10 da Piazza della Repubblica, con destinazione a Piazza Venezia.

Nel frattempo, il ddl concorrenza prosegue il suo iter ed è in seconda lettura alla Camera dopo le modifiche apportate al Senato. Il nodo spinoso rimane sempre quello che riguarda i taxi. In commissione Attività produttive si attende l’esame dei circa 400 emendamenti presentati. L’obiettivo, secondo fonti parlamentari, è quello di chiudere le votazioni entro la fine della prossima settimana, con l’approdo del testo in Aula che potrebbe arrivare nella terza settimana di luglio.

A Fiumicino pochi taxi in circolazione

In previsione dello sciopero e dell’assenza di taxi all’aeroporto di Fiumicino, la società Aeroporti di Roma ha predisposto personale nelle zone degli arrivi e di scalo per agevolare e informare passeggeri e turisti dei mezzi a disposizione - come treno e pullman - in alternativa alle auto bianche. Le zone di arrivo sono presidiate dalle forze dell’ordine per evitare problemi, attivati anche messaggi sui monitor di servizio e sul sito di Adr.

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