Matteo Salvini dovrà rinunciare al ministero dell’Interno: Giorgia Meloni non ha ceduto alle pressioni del leader leghista, che vuole per il suo partito un dicastero della Famiglia e della Natalità.
Matteo Salvini deve rinunciare al Viminale: non sarà, quasi certamente, di nuovo ministro dell’Interno. Alla fine nel confronto con Giorgia Meloni a uscirne vincitrice sembra proprio la prossima presidente del Consiglio, che ha deciso di tirare dritto e non cedere alle pressioni del leader leghista sulla poltrona del Viminale.
Il segretario del Carroccio ha dovuto cedere, ma sta già pensando a quale altro ruolo potrà ricoprire nel governo: l’ipotesi al momento più probabile è quella che Salvini diventi ministro delle Infrastrutture, oltre che vicepresidente del Consiglio. Ma nelle ultime ore è spuntata una nuova possibilità.
In occasione dell’assemblea provinciale della Lega di Varese, Salvini dice ai suoi che ci sono due ministeri a cui il Carroccio punterà assolutamente: quello degli Affari regionali, per rafforzare la spinta autonomista, e quello - ancora non esistente - della Famiglia e della natalità. Chissà che proprio Salvini non punti a questo nuovo ministero, per quanto al momento le sue mire sembrino indirizzarsi verso altre - e più pesanti - cariche.
Perché Salvini deve rinunciare al Viminale
Per Salvini il Viminale sembra quindi impossibile. Meloni non vuole lasciargli il ministero dell’Interno per più di un motivo. Innanzitutto perché è imputato nel processo Open Arms proprio per ciò che ha fatto quando ricopriva quel ruolo. E, inoltre, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, non vorrebbe leader di partito al Viminale.
Cosa farà Salvini e chi andrà all’Interno
Salvini vorrebbe comunque un nome in quota Lega per il ministero dell’Interno: il favorito è Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Salvini e prefetto di Roma, non sgradito a Meloni. In alternativa il leader della Lega pensa a Giulia Bongiorno. E Salvini? Per lui l’ipotesi più probabile è quella delle Infrastrutture.
Il totoministri del governo Meloni: dalla Salute agli Esteri
Nelle ultime ore la partita dei totoministri si è concentrata sul dicastero della Sanità: Berlusconi vuole Licia Ronzulli o Alberto Zangrillo, ma si parla anche di Guido Rasi, ex consulente di Figliuolo ed ex direttore esecutivo dell’Ema. Altro nome che circola è quello di Francesco Rocca, presidente del Comitato nazionale della Croce rossa.
Per il nuovo ministero della Famiglia e della Natalità, in realtà, si pensa ad Alessandra Locatelli. Altra partita delicata è quella degli Esteri: non ci sono solo i nomi di tecnici come Giampiero Massolo o Elisabetta Belloni, ma resta in campo anche Antonio Tajani. Per gli Affari europei c’è invece in pole Raffaele Fitto.
Le presidenze delle Camere
La partita dei ministeri è strettamente intrecciata a quella delle presidenze di Camera e Senato. Per il Senato i favoriti sono Ignazio La Russa e Roberto Calderoli, mentre per la Camera si parla di Riccardo Molinari e Giancarlo Giorgetti, entrambi leghisti. Per Montecitorio resta in corsa anche Tajani, di Forza Italia.
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