Per chi ha già prenotato un lavoro in edilizia libera e versato un acconto è possibile fruire ancora dello sconto in fattura?
C’è una soluzione per fruire dello sconto in fattura per l’installazione di caldaie e infissi per chi ha dato già l’anticipo per l’inizio dei lavori ed ora rischia la penalizzazione con lo stop definito dal Governo? Si pensa di definire delle modifiche al decreto entrato in vigore il 17 febbraio 2023 per fare in modo di applicare la vecchia normativa sulla cessione del credito in determinati casi.
I casi di specie potrebbero essere proprio per chi è in grado di dimostrare di aver attivato l’avvio dei lavori entro una determinata data attraverso un contratto o con un bonifico bancario.Una modifica che, attualmente non è certa, ma che potrebbe essere attuata insieme ad un regime transitorio che da solo potrebbe non essere sufficiente ad arginare la situazione visto che nel breve periodo si concentreranno molti lavori.
La nascita del problema «sconto in fattura»
La decisione del Governo di fermare il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura non ha messo in difficoltà solo coloro che sono impegnati con lavori interessati dal superbonus 110% (sia condomini che imprese edili), ma anche tutti quelli che avevano programmato lavori di edilizia libera.
Ricordiamo, infatti, che per questa tipologia di lavori vi è la possibilità di fruire della detrazione al 50% per la quale era previsto lo sconto in fattura del 50%. Ma nel caso di lavori di edilizia liberi la criticità maggiore va ricercata nel concetto di definizione di “inizio lavori” nel caso di installazioni di caldaie o infissi.
Si tratta di lavori, infatti, che nella maggior parte dei casi iniziano e finiscono lo stesso giorno. Ma chi aveva programmato questa tipologia di interventi con largo anticipo lo aveva fatto sapendo di poter contare sulla convenienza offerta proprio dalla sconto immediato in fattura del 50%.
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Le nuove regole rivoluzionano quanto programmato
Con le nuove regole questi soggetti dovrebbero anticipare di tasca propria anche il 50% per il quale avrebbero dovuto aver diritto allo sconto in fattura. Per poi recuperare l’importo con le detrazioni in dichiarazione dei redditi (laddove possibile) negli anni successivi.
Nel futuro, sicuramente, chiunque fosse interessato a questo tipo di intervento potrà farsi i conti prima di capire se gli possa convenire oppure non sfruttare la detrazione in dichiarazione dei redditi. Ma nell’immediato lo stop allo sconto in fattura si traduce in una beffa per quanti hanno sottoscritto con anticipo un contratto o hanno versato un acconto per i lavori in questione.
La modifica al decreto
Proprio per venire incontro a cittadini e imprese che avevano programmato questa tipologia di interventi si sta pensando ad una modifica del provvedimento. Ma il nodo resta, comunque, quello di come dimostrare che gli accordi siano stati presi prima del 16 febbraio 2023. La casistica dovrà essere delimitata meticolosamente.
Potrebbe bastare un bonifico bancario a titolo di acconto versato prima di questa data (tanto questa tipologia di pagamenti per poter fruire dell’agevolazione va sempre effettuata con bonifico), oppure un contratto sottoscritto con data certa.
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