Se lavori in questo settore, attenzione. Valanga di controlli del Fisco in arrivo

Patrizia Del Pidio

14 Ottobre 2024 - 11:27

Controlli serrati su alcune categorie di professionisti e autonomi: i dati non tornano e i redditi sono troppo bassi, ma la soluzione per evitare l’accertamento c’è.

Se lavori in questo settore, attenzione. Valanga di controlli del Fisco in arrivo

I fari del Fisco si puntano su diverse categorie di professionisti e lavoratori autonomi e prende il via quella che si preannuncia essere una stagione di controlli fiscali serrati e mirati. I redditi dichiarati non convincono il Fisco e proprio per questo l’attenzione ora è focalizzata su determinate categorie.

Sono troppi gli imprenditori che dichiarano redditi compresi tra gli 11.000 e i 15.000 euro e una task force (Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza) passa al setaccio le banche dati fiscali con l’obiettivo di selezionare i contribuenti che potrebbero aver evaso il Fisco.

L’obiettivo è sempre quello di far emergere il sommerso e stanare tutti coloro che non dichiarano tutti i redditi. Sotto la lente di ingrandimento finiranno i redditi bassi sospetti, ovvero quelli che non sembrano riflettere le entrate che si dovrebbero avere in base all’attività svolte. Discoteche, bar, pasticcerie, taxi, ristoranti officine di meccanici e carrozzieri sono i settori più a rischio.

Chi dichiara redditi molto bassi sospetti?

I bar e le pasticcerie, nel 2022, hanno dichiarato al fisco redditi medi di 12.266 euro (nel particolare i bar di Roma una media di 9.412 euro). Poi ci sono i ristoranti che in media guadagnerebbero poco più di 15 mila euro e i taxi che incasserebbero in un anno circa 15.500 euro.

Anche le discoteche italiane hanno entrate molto al di sotto della media con redditi medi dichiarati di 17.566 euro. Peggio va alle lavanderie che dichiarano in media 11.378 euro. Più ricchi i carrozzieri e meccanici con un guadagno medio di 26.841 euro.

Concentrare l’attenzione laddove possono esserci dei sospetti ha dato già dei risultati e solo nei mesi di luglio, agosto e settembre su 36.000 controlli che la Guardia di Finanza ha effettuato, nel 50% dei casi è stata riscontrata la mancata emissione di uno scontrino fiscale. Da ricordare che potrebbero arrivare a breve anche controlli incrociati tra bancomat e scontrini, grazie all’inserimento dello scontrino elettronico.

Oltre alle categorie elencate sopra, sono a rischio anche gli ingegneri, i dentisti, gli avvocati e i commercialisti che, in media, hanno redditi dichiarati molto alti (i dentisti in media 55mila euro, gli avvocati 46mila euro, i commercialisti di 65mila euro), ma facendo il confronto tra provincia e provincia emergono differenze di reddito difficilmente giustificabili.

Un’altra categoria che sta subendo verifiche è quella dei balneari che richiede qualche approfondimento proprio per le incongruenze di dichiarazione da una provincia all’altra: a Rimini i balneari dichiarano 29.841 euro, a Tropea 32.769 euro, a Taormina 89.132 euro e a Lignano Sabbiadoro 270.302. Qualcosa non torna.

Il pressing del Fisco

Un pressing su queste categorie, da parte del Fisco, proprio a ridosso della scadenza del 31 ottobre per l’adesione al concordato preventivo biennale che consente, tra l’altro, di stabilizzare anche le entrate degli anni precedenti.

Molti contribuenti che si trovano in queste categorie potrebbero essere spinti ad aderire alla nuova misura proprio per evitare controlli, che a questo punto appaiono quasi certi visti i dati di cui il Fisco è in possesso. L’operazione della task force, a questo punto, potrebbe essere anche considerata strategica e finalizzata proprio alla spinta all’adesione al concordato da cui il Governo spera di ricavare due miliardi di euro (che servono a ridurre l’aliquota dal 35% al 33% per il ceto medio).

Tra l’altro il Governo ha fatto sapere che per il concordato non saranno previsti rinvii, perché le risorse servono ora. I contribuenti, quindi, devono scegliere tra due mali: il concordato con sanatoria o il controllo fiscale che appare quasi come certo?

Tutti i contribuenti Isa interessati dal concordato hanno ricevuto leggere inviate dall’Agenzia delle Entrate per ricordare l’imminente scadenza in cui viene sottolineato che

L’Agenzia delle Entrate e il Corpo della Guardia di Finanza programmano l’impiego di maggiore capacità operativa per intensificare l’attività di controllo dei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale o ne decadano

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