Nel giorno dell’inflazione Usa, dato atteso e cruciale per le prossime mosse della Fed, i mercati attendono con cauto ottimismo la lettura di dicembre dei prezzi al consumo. Ci sarà la svolta?
C’è un clima attendista nei mercati: oggi è il giorno dell’inflazione Usa, molto attesa e prevista ancora in rallentamento.
Il dato sarà cruciale per orientare le prossime mosse della Federal Reserve, che secondo alcuni osservatori inizierà a frenare il ritmo di rialzo dei tassi, con un aumento di soli 25 punti base possibile nel prossimo incontro.
L’ottimismo per una prospettiva dei tassi più favorevole e una ripresa della domanda mentre la Cina emerge dalle rigide restrizioni Covid sta prendendo il sopravvento tra gli investitori. Ma i mercati restano cauti.
Mercati aspettano inflazione Usa: ci sarà la svolta?
Fari accesi sull’inflazione degli Stati Uniti, con il dato definitivo di dicembre che sarà svelato alle ore 14.30 italiane.
L’Asia chiude la seduta positivamente, pur avendo oscillato durante la giornata di scambi. Tutti sopra la parità gli indici principali, con la piazza di Hong Kong che si avvia ad archiviare con guadagni dopo negoziazioni altalenanti.
Dopo i guadagni a Wall Street durante la notte, il più ampio indice di azioni dell’area Asia-Pacifico di MSCI al di fuori del Giappone è salito al massimo di sette mesi negli scambi mattutini asiatici.
In generale, c’è un cauto ottimismo sulla lettura dei dati Usa. La speranza è che il calo dell’inflazione riduca la necessità di aumenti dei tassi di interesse. I mercati stanno aumentando le probabilità che la Federal Reserve rallenti il suo ritmo e aumenti di 25 punti base, anziché 50, alla riunione del mese prossimo.
Ogni aspetto dell’IPC odierno verrà esaminato attentamente, con particolare focus sull’inflazione core, che esclude cibo ed energia ed è vista come un indicatore migliore rispetto alla misura principale. L’aumento previsto del 5,7% sarebbe ben al di sopra dell’obiettivo della Fed, contribuendo a spiegare la sua intenzione di mantenere i tassi più alti più a lungo. Ma anche la crescita dei prezzi anno su anno potrebbe mostrare moderazione.
Da evidenziare che, insieme alle speranze di banche centrali occidentali più accomodanti, gli investitori puntano anche su una ripresa in Cina per aiutare la crescita globale e stanno osservando un potenziale cambiamento di politica in Giappone.
Il dragone ha riportato un calo dei prezzi al consumo a dicembre e una diminuzione maggiore del previsto dei prezzi alla fabbrica, sottolineando la debolezza della domanda che gli investitori scommettono si riprenderà nei prossimi mesi.
“Non è sufficiente che la Cina esca dal Covid per cambiare davvero l’intera economia mondiale”, ha affermato Steven Wieting, chief investment strategist e chief economist di Citi Global Wealth Investments
© RIPRODUZIONE RISERVATA