Si può non avere la residenza? Ecco quali sono gli obblighi anagrafici secondo la legge e quali sono le conseguenze per i cittadini irreperibili.
Nella vita di tutti i giorni pensare alla residenza, quindi all’indirizzo di casa, evoca le immagini delle comunicazioni - spesso spiacevoli - che si possono ricevere. Multe, diffide, atti giudiziari e così via. Partendo da questo presupposto, peraltro non del tutto corretto, molti cittadini cercano un escamotage per eludere il Fisco o comunque la legge e si chiedono se sia possibile non avere la residenza.
Non avere una residenza comporta a tutti gli effetti l’inesistenza del soggetto nei registri anagrafici, con effetti apparentemente positivi (proprio come fuggire dalle cartelle esattoriali), ma anche molto controproducenti. Senza una residenza, infatti, non è possibile accedere a tutti i servizi pubblici, di grande importanza, ad essa correlati.
Dal punto di vista meramente pratico è davvero difficile non avere la residenza nel paese in cui si vive, ma ci si chiede anche quali sarebbero le ripercussioni legali nel caso in cui si riuscisse a sparire dai registri anagrafici. Di fatto, essere senza residenza è molto rischioso. Ecco perché.
Si può non avere la residenza?
Quando si parla di residenza bisogna fare sia delle considerazioni legali, alla luce delle normative in vigore, sia delle considerazioni più pragmatiche, relative a procedimenti ed effetti correlati all’iscrizione di una residenza. Dal punto di vista legale, non si può non avere una residenza. Questo perché la legge n. 1228/1954 impone a ogni cittadino italiano di essere reperibile e fissare la residenza nel territorio, di preciso nel luogo in cui ha dimora abituale.
Trattandosi di una condizione obbligatoria, la legge permette ai cittadini privi di fissa dimora di iscrivere una residenza virtuale, un luogo in cui il soggetto è reperibile pur non trattandosi propriamente di un’abitazione. Oltre al limite legale, inoltre, anche dal punto di vista concreto non è facile non avere la residenza.
Chiunque sia iscritto nei registri anagrafici può ritrovarsi privo di residenza soltanto per averne comunicata una falsa o per aver omesso di dichiarare il trasferimento, risultando irreperibile. In seguito alle indagini, che devono durare almeno 1 anno, se l’irreperibilità viene confermata la residenza viene infatti cancellata. Rimanere senza una residenza veritiera, tuttavia, è decisamente rischioso per un cittadino, che dovrà affrontare conseguenze decisamente importanti e sopportare grossi limiti ai suoi diritti, da quelli sociali a quelli sanitari.
Cosa rischia chi non ha la residenza
L’articolo 11 della citata legge sull’ordinamento delle anagrafi della popolazione residente prevede una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro a carico di chi contravviene agli obblighi anagrafici. La sanzione viene ridotta a 10 euro se la comunicazione avviene soltanto in ritardo, non superiore a 90 giorni, sempre che nel frattempo non sia iniziato l’accertamento della violazione.
La stessa sanzione viene comminata ai cittadini italiani residenti all’estero che non effettuano l’iscrizione all’Aire, mentre l’omissione di dichiarazione del trasferimento da o all’estero è sanzionata con una multa da 200 a 1.000 euro per ogni anno. Anche in questo caso la sanzione può essere ridotta fino a un decimo del minimo (quindi 20 euro) se la dichiarazione avviene con un ritardo inferiore a 90 giorni e in assenza di accertamenti amministrativi.
Quando si è davanti a una dichiarazione falsa di residenza, e non all’omissione della dichiarazione o del cambio, il fatto può invece integrare il reato di falso in atto pubblico. Quest’ultimo è punito, ai sensi dell’articolo 482 del Codice penale, con la reclusione fino a 3 anni.
Cosa comporta non avere una residenza
Oltre alle dirette conseguenze legali, la mancanza di una residenza (e la conseguente irreperibilità) pregiudicano l’accesso ai diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini. Per esempio, chi è privo di residenza non può:
- votare o essere votato;
- sposarsi;
- andare a scuola;
- eleggere un medico di base;
- rinnovare il permesso di soggiorno (per cittadini stranieri);
- ricevere assistenza sociale.
Quando la residenza è errata, invece, i suddetti diritti non sono inaccessibili ma non corrispondenti dal punto di vista territoriale, tanto da non essere fruibili. Per questo motivo è fondamentale comunicare il cambio di residenza quando ci si trasferisce stabilmente.
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