Sondaggi elettorali: chi vincerà le elezioni? Cosa manca a Meloni per i “pieni poteri”

Alessandro Cipolla

09/09/2022

Elezioni politiche 2022: per gli ultimi sondaggi elettorali di Ipsos il centrodestra avrebbe la vittoria in pugno, con Giorgia Meloni vicina a una maggioranza di due terzi del Parlamento.

Sondaggi elettorali: chi vincerà le elezioni? Cosa manca a Meloni per i “pieni poteri”

Chi vincerà le elezioni secondo i sondaggi politici? A poco più di due settimane dal voto del 25 settembre, una indagine di Ipsos pubblicata in data 9 settembre sul Corriere della Sera non sembrerebbe lasciare spazio a dubbi: il centrodestra, negli ultimi sondaggi prima dello stop, appare destinato a ottenere un’ampia maggioranza parlamentare, grazie soprattutto alla crescita di Fratelli d’Italia.

Stando al sondaggio, in totale il centrodestra sarebbe al 46,6 percento, quasi venti punti in più rispetto al centrosinistra che invece è attestato al 27,2 in virtù di un autentico tonfo attribuito al Partito Democratico nell’ultima settimana: -2,5%, ovvero tradotto in voti circa 800.000 elettori in meno.

Sondaggio Ipsos - voti ai partiti Sondaggio Ipsos - voti ai partiti Fonte Corriere della Sera

Al contrario avrebbe guadagnato oltre un punto percentuale il Movimento 5 Stelle, che al momento per il sondaggio sarebbe sopra una Lega anch’essa in caduta libera: solo un anno fa sempre Ipsos indicava il Carroccio al 20,5% come primo partito in Italia.

In netta crescita anche il tandem Azione-Italia Viva, anche se la doppia cifra auspicata da Carlo Calenda e Matteo Renzi non sembrerebbe essere alla portata. Oltre alla soglia di sbarramento del 3% ci sarebbero Verdi-Sinistra e Italexit, mentre Più Europa è indicata sotto l’asticella anche se non di molto.

Visto che il sondaggio riporta che ci sarebbe al momento un 10% di elettori indecisi, tutto può cambiare in queste due settimane che ci separano dalle elezioni: la vittoria del centrodestra non sembrerebbe essere in discussione, ma a cambiare potrebbe essere la misura del successo di Meloni e soci.

Sondaggi elettorali: Meloni e i “pieni poteri”

Negli ultimi giorni molto si è parlato della possibilità del centrodestra di ottenere una maggioranza dei due terzi del Parlamento alle prossime elezioni politiche. Questa soglia consentirebbe alla coalizione di poter cambiare la Costituzione senza che l’opposizione possa richiedere un referendum confermativo.

Visto che i Fratelli d’Italia sono indicati da tutti gli ultimi sondaggi come il primo partito del Paese, Giorgia Meloni può essere considerata una sorta di presidente del Consiglio in pectore, anche se a riguardo molto dipenderà dalla lealtà dei suoi alleati Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.

Dopo la sforbiciata del taglio dei parlamentari, una maggioranza dei due terzi significherebbe riuscire ad avere dalla propria parte almeno 266 deputati e 133 senatori. In virtù della nostra legge elettorale, si è stimato che per raggiungere queste soglie una coalizione o una lista deve arrivare al 50% nella parte proporzionale e vincere in almeno il 90% dei seggi uninominali.

A riguardo sempre l’ultimo sondaggio di Ipsos ha simulato come sarebbe al momento la composizione della prossima Camera, con il centrodestra che potrebbe contare in totale su 249 deputati.

Sondaggio Ipsos, simulazione Camera Sondaggio Ipsos, simulazione Camera Fonte Corriere della Sera

Discorso simile al Senato, dove per il sondaggio il centrodestra sarebbe a quota 121 senatori. La soglia della maggioranza dei due terzi di conseguenza non sarebbe troppo lontana per la coalizione.

Sondaggio Ipsos, simulazione Senato Sondaggio Ipsos, simulazione Senato Fonte Corriere della Sera

Il centrodestra e Giorgia Meloni così potrebbero avere i “pieni poteri” in queste elezioni politiche se, in questo rush finale della campagna elettorale, riusciranno ad aumentare i propri voti fino al 50% strappando al tempo stesso alcuni dei collegi in bilico al centrosinistra.

Come detto in precedenza, l’autentico ago della bilancia di queste elezioni saranno i milioni di italiani che al momento sarebbero ancora indecisi: se una parte di questi cittadini alla fine dovesse recarsi alle urne, i risultati del voto potrebbero essere diversi rispetto agli scenari ipotizzati dai sondaggi.

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