La Spagna riduce l’orario di lavoro, ecco quante ore si lavorerà a settimana

Simone Micocci

01/07/2024

Nuovo orario di lavoro in Spagna: si passerà da 40 ore settimanali (come in Italia) a 37,5 a partire dal 2025.

La Spagna riduce l’orario di lavoro, ecco quante ore si lavorerà a settimana

Il mercato del lavoro è in continua evoluzione, come dimostrano le riforme apportate dai Paesi europei nell’ultimo periodo. In alcuni casi le decisioni prese sono opposte: ne sono la dimostrazione la Grecia, dove è stata autorizzata la settimana lavorativa di 6 giorni con lo scopo di incrementare la produttività, e la Spagna dove invece si sta lavorando in favore della riduzione dell’orario di lavoro.

Un tema di cui da qualche tempo si discute anche in Italia, per quanto al momento non siano in programma novità significative dal momento che temi come la “settimana cortanon rientrano tra le priorità del governo Meloni, al lavoro piuttosto per trovare un modo per incrementare la produttività.

Ma torniamo alla Spagna, dove lo scorso lunedì la ministra del Lavoro Yolanda Díaz ha lanciato un ultimatum ai datori di lavoro affinché questi possano approvare la riduzione della settimana lavorativa designata dal governo.

Alla riforma del lavoro, infatti, si sta lavorando congiuntamente con sindacati e associazioni datoriali: tuttavia, mentre i primi hanno dato il via libera alla proposta, quest’ultimi sembrano voler bloccare l’accordo senza tra l’altro proporre un’alternativa al piano individuato. Ma il governo spagnolo non ha intenzione di arretrare e ha già fatto sapere che se non dovessero esserci aperture da parte delle associazioni datoriali approverà la riforma solamente con il consenso dei sindacati.

Cosa prevede la riforma dell’orario di lavoro che verrà approvata in Spagna

Secondo i sindacati spagnoli la proposta di riforma presentata dal governo rappresenta un buon punto di partenza per arrivare all’obiettivo del limite massimo di 35 ore di lavoro a settimana.

Nel dettaglio, si sta ragionando in vista di una riduzione progressiva dell’orario di lavoro settimanale, oggi pari - così come in Italia - a 40 ore. Una volta che la riforma verrà approvata, infatti, si passerà a 38,5 ore, limite che dovrebbe restare in vigore per tutto l’anno corrente.

Dall’1 gennaio 2025, invece, il limite passerebbe a 37,5 ore, con i lavoratori spagnoli che lavoreranno per 2 ore e mezza in meno rispetto a oggi. Ma attenzione, perché il rispetto di questo limite verrà considerato su base annua. Potrebbero esserci quindi settimane in cui si lavorerà di più e altre meno, l’importante è che in media venga rispettato il limite di 37,5 ore.

Di fatto è un po’ come succede in Italia, dove per valutare il rispetto delle 48 ore (40 ordinarie, più 8 di straordinario) si prende come riferimento un periodo non superiore a 4 mesi, con la possibilità che i singoli Ccnl possano elevare questo limite fino a 6 mesi, o persino 12 in presenza di ragioni obiettive, tecniche o inerenti all’organizzazione del lavoro, specificate negli stessi contratti collettivi.

Una riforma che come anticipato non piace ai datori di lavoro, anche perché il governo spagnolo ha già fatto sapere che alla riduzione dell’orario di lavoro non seguirà un incremento delle ore di straordinario consentite, che quindi rimarrà di 80 ore l’anno.

Si lavora meno ma con lo stesso stipendio

E attenzione, perché alla riduzione dell’orario di lavoro non dovrà seguire un taglio dello stipendio.

Anche se si lavorerà meno la retribuzione dovrà restare la stessa, ragion per cui di fatto con il via libera alla riforma ci sarebbe anche un incremento della paga oraria di ogni dipendente.

Aumentano le sanzioni

Di riflesso aumentano le sanzioni per i datori di lavoro che non osservano i nuovi limiti. Anzi, dal momento che con la riforma sarà più semplice effettuare i controlli, in quanto le ore lavorate verranno caricate online con la possibilità che l’Ispettorato del lavoro possa accedervi per controllare che tutto proceda secondo i piani, è maggiore il rischio di essere sanzionati.

In caso di mancato rispetto dell’orario di lavoro, infatti, scatta una sanzione per ogni lavoratore impiegato per un numero di ore superiore al limite previsto. Si parte da 1.000 euro, fino ad arrivare a un massimo di 10.000 euro.

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