Il governo vuole approfondire il tema degli aumenti dei prezzi troppo alti per alcuni prodotti alimentari e per gli affitti: il rischio è che qualcuno stia speculando grazie all’inflazione.
Dagli affitti ai prodotti alimentari, i prezzi sono troppo alti. Certo, c’è l’inflazione, che scende meno del previsto. Ma il timore è che ci sia dietro anche qualche forma di speculazione. Il governo vuole vederci chiaro e ha deciso di indagare sul caro prezzi, soprattutto per i generi alimentari.
L’aumento dei prezzi non sembra giustificato dai costi delle materie prime, che negli ultimi tempi sono scesi. Non si può dire lo stesso per i prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati. Anche il costo dell’energia è diminuito e non di poco. Difficile, quindi, spiegare il continuo aumento dei prezzi di tantissimi prodotti.
L’esecutivo sta avviando un monitoraggio sul mercato e non esclude dei controlli da parte della Guardia di finanza: così facendo spera di scoprire se qualcuno specula sul prezzo finale: ci riuscirà? Vediamo cosa sta facendo la maggioranza e quali potrebbero essere le prossime mosse per evitare ulteriori rincari su alcuni prodotti di uso quotidiano.
Prezzi troppo alti, indaga l’Antitrust?
Una delle ipotesi è che a intervenire sia l’Antitrust: il Codacons ha presentato un esposto all’Autorità per verificare possibili illeciti sull’andamento dei listini di alcuni prodotti. La speranza è che possano venire alla luce eventuali pratiche commerciali scorrette.
I rincari record per la pasta e il rischio speculazione
Per la prima volta è stata intanto convocata la Commissione di allerta rapida sui prezzi. Si tratta di un ente nato a marzo e che si riunirà per la prima volta l’11 maggio per valutare i motivi che hanno portato ad aumenti record per il prezzo della pasta. La Commissione, presieduta da Benedetto Mineo, è composta da rappresentanti delle amministrazioni, delle autorità competenti e delle associazioni di categoria.
Sulla pasta si parte da un dato: nel mese di marzo il prezzo è aumentato del 17,5% rispetto all’anno precedente. A fronte, però, di una netta riduzione del costo della principale materia prima: il grano duro. Inoltre neanche i costi energetici, ormai in discesa, possono giustificare gli aumenti.
I prezzi dei prodotti alimentari
Gli ultimi dati, sulle stime preliminari effettuate dall’Istat per il mese di aprile del 2023, vedono però un rallentamento degli aumenti dei prezzi dei beni alimentari: la crescita passa dal 12,9% al 12,3%, con una diminuzione sia per gli alimentari lavorati che per quelli non lavorati. A frenare sono soprattutto i prezzi per i vegetali freschi o refrigerati, mentre aumentano i prezzi della frutta fresca o refrigerata. Su questo fronte, per il momento, non sembra che il governo abbia intenzione di intervenire nell’immediato, ma di certo qualcosa in più si potrà capire dopo la prima riunione della Commissione guidata da Mineo (che, come detto, si occuperà soprattutto del prezzo della pasta).
L’allarme per il caro affitti
Un terreno su cui il governo ha invece garantito un intervento è quello del caro affitti che riguarda soprattutto gli studenti. Tra le risorse della legge di Bilancio e quelle del Pnrr, il ministero dell’Università ha messo in campo 8.581 posti letto aggiuntivi: oltre 7.500 sono già stati assegnati. Inoltre in futuro dovrebbero arrivare, stando agli annunci del governo, altri 14mila nuovi posti letto. Entro il 30 giugno del 2026, inoltre, il Pnrr dovrebbe garantire la creazione di 60mila nuovi posti grazie a un investimento da quasi un miliardo di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA