Quanti soldi ha Abu Mohammad al-Jolani, il nuovo padrone della Siria

Alessandro Cipolla

09/12/2024

Biografia e patrimonio di Abu Mohammad al-Jolani, il leader islamista dei ribelli che dopo la fuga di Bashar Assad controllano ora la Siria: su di lui pende una taglia da 10 milioni di dollari.

Quanti soldi ha Abu Mohammad al-Jolani, il nuovo padrone della Siria

Chi è Abu Mohammad al-Jolani? L’uomo del momento è senza dubbio lui, il leader dei ribelli islamiti - da anni bollati come terroristi, ma ora miracolosamente riabilitati da parte dell’opinione pubblica occidentale - capaci in pochi giorni di prendere il possesso di tutta la Siria costringendo alla fuga Bashar Assad, rifugiato adesso insieme alla sua famiglia in Russia.

Classe 1982, Aḥmad Ḥusayn al-Sharʿa - questo è il vero nome di Abu Mohammad al-Jolani -, fin da giovane è stato uno jihadista, abbandonando poi la mimetica per il più occidentale maglioncino militare quando ha iniziato a combattere il Daesh dopo aver rotto con al-Qaeda.

Alla guida dell’Hayat Tahrir al-Sham (HTS), partendo da Idlib è riuscito in quello che negli ultimi 50 anni a nessuno era riuscito di fare: cacciare la famiglia Assad dalla Siria e porre fine al loro regime spalleggiato da Russia e dall’Iran.

La caduta del regime di Bashar Assad - ha dichiarato al-Jolani dopo la presa di Damasco - è una vittoria per la nazione islamica. Questo nuovo trionfo, fratelli miei, segna un nuovo capitolo nella storia della regione”.

Quale sarà il futuro della Siria al momento è ignoto, con il suo destino che appare essere fortemente legato a quelli che saranno i rapporti tra Stati Uniti e Russia una volta che Donald Trump tornerà a tutti gli effetti alla Casa Bianca.

Tornando alla domanda di partenza, non è facile comprendere anche chi è in verità Abu Mohammad al-Jolani, un islamista radicale che però negli ultimi anni ha moderato parole e atteggiamenti senza però riuscire a scrollarsi di dosso l’etichetta del terrorista nonostante le sue indubbie capacità camaleontiche.

Il patrimonio di Abu Mohammad al-Jolani

La biografia di Abu Mohammad al-Jolani ci racconta di un’infanzia tranquilla grazie al fatto di provenire da una famiglia benestante, con il padre che era un ingegnere petrolifero.

La Cnn ha raccontato che nel 2011, nel momento in cui dopo il periodo passato - per la buona parte in prigione - in Iraq ha fatto ritorno in Siria alle dipendenze di Abu Bakr al-Baghdadi, guadagnasse uno stipendio mensile da 50 dollari.

Per chi non lo ricordasse, Abu Bakr al-Baghdadi è stato il primo califfo del sedicente Stato islamico dell’Isis, ucciso nel 2019 dopo essere stato a lungo il terrorista più ricercato al mondo.

Nel 2016 però c’è stata la rottura con al-Qaeda e la decisione di dare vita all’Hayat Tahrir al-Sham, una forza armata islamista salafita che poi ha combattuto duramente l’Isis riuscendo a ritagliarsi una porzione ben precisa della Siria, quella della provincia di Idlib vicina al confine turco.

Peccato che l’HTS per gli Stati Uniti sia considerata come un gruppo terrorista, tanto che sulla testa di Abu Mohammad al-Jolani pende una taglia da ben 10 milioni di dollari messa da Washington.

Secondo il sito Opc.center, l’HTS da quando si è affermata in Siria ha sviluppato diverse fonti di reddito. Si parla di 94 milioni di dollari incassati per il rilascio di alcuni prigionieri, ma anche di attività illecite.

Si legge così di centinaia di case sequestrate ai cristiani residenti nelle zone controllate, di contrabbando di manufatti e di soldi chiesti agli agricoltori locali.

Per fare la guerra all’esercito siriano - che si vocifera abbia ben presto deciso di voltare le spalle ad Assad annusata l’aria spianando così di fatto la strada verso Damasco all’HTS - oltre alle coperture politiche al gruppo armato sono serviti però soprattutto tanti soldi.

Di certo i ribelli islamisti hanno tratto profitto dal controllo della zona Idlib, ma con ogni probabilità potrebbero avere avuto finanziamenti anche da parte di quei Paesi che volevano la fine del regime di Assad.

Resta da capire se in questi anni Abu Mohammad al-Jolani abbia tratto un profitto economico personale, ma l’interrogativo più grande adesso è quello relativo a quale sarà il suo ruolo nella “nuova” Siria.

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# Siria

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