Stralcio cartelle e Comuni che hanno affidato riscossione ad ente privato, cosa accade?

Patrizia Del Pidio

17 Gennaio 2023 - 14:37

Occorre un chiarimento ufficiale per l’applicazione dello stralcio dei debiti nei confronti dei Comuni che hanno affidato la riscossione ad enti privati.

Stralcio cartelle e Comuni che hanno affidato riscossione ad ente privato, cosa accade?

Molto spesso l’interpretazione che si fa di una legge può stravolgerne completamente il senso. Ed è quello che sta accadendo con quanto previsto dalla Legge di bilancio 2023 in materia di stralcio cartelle esattoriali. L’autonomia concessa ai Comuni nell’ammettere o meno lo stralcio dei debiti di tributi e multe di loro competenza sta generando non poca confusione. E servirebbe, a questo punto, un chiarimento ufficiale prima del 31 gennaio 2023. Ma per comprendere la vicenda e a cosa ci riferiamo è necessario fare un passo indietro.

Stralcio automatico dei debiti, cosa prevede la Manovra

La Legge di Bilancio 2023 prevede lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro automatico e senza bisogno di presentare alcuna domanda, affidati all’agente di riscossione nel periodo che intercorre tra il 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Nell’importo di 1.000 euro devono essere compresi, oltre al debito, anche le sanzioni e gli interessi.

Questa le regola generale che vale per i debiti che il contribuente ha nei confronti delle amministrazioni centrali. La storia cambia, invece, per i debiti contratti con le amministrazioni locali per cui sono previste regole diverse. Per i debiti nei confronti dei Comuni per Imu, Tari e altri tributi locali lo stralcio si applica solo ad interessi e sanzioni, ma non al debito dell’omesso versamento dell’imposta.

Per le multe per violazione del Codice della strada, sempre di competenza dei Comuni, lo stralcio riguarda solo la quota di interessi.

Ma al tempo stesso la Legge di Bilancio stabilisce una certa autonomia per i Comuni, che possono decidere se applicare o meno il beneficio per i debiti di propria competenza. E la decisione deve essere comunicata all’agente di riscossione entro la fine del mese di gennaio.

L’interpretazione di alcuni Comuni crea confusione

Ci sono Comuni, però, che ritengono di non dover deliberare nulla entro la fine di gennaio e di non dover dare comunicazione all’agente di riscossione. Questo perché hanno affidato la riscossione dei propri crediti ad un agente di riscossione privato e non all’Agenzia delle Entrate Riscossioni.
Sul sito del Comune di Cremona, ad esempio si legge:

Per un’opportuna informazione ai cittadini, si informa che il Comune di Cremona, come altri Comuni, non rientra in questa fattispecie, in quanto ha affidato da tempo l’attività di riscossione coattiva dei propri crediti ad un concessionario privato, anziché all’Agenzia nazionale della riscossione (già Equitalia), concessionario pubblico. Questa condizione, stante l’attuale norma di legge, non consente ai debitori del Comune di Cremona di beneficiare dello stralcio e della rottamazione previsti.
Infatti, la recente legge di bilancio dello Stato stabilisce che per i soli Comuni che affidano l’attività di riscossione coattiva dei propri crediti all’Agente nazionale della riscossione (già Equitalia), lo stralcio dei crediti di importo residuo fino a 1.000,00 euro affidati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, prevedendo l’azzeramento delle sanzioni e degli interessi. Restano invece dovute le somme per il capitale e il rimborso delle spese per le procedure esecutive e per la notifica delle cartelle esattoriali.

Il dilemma nasce da una cattiva interpretazione della Legge di bilancio 2023 che al comma 227 riporta testualmente:

...risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 dagli enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, l’annullamento automatico di cui al comma 222 opera limitatamente alle somme dovute...

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La norma, quindi, parla di agenti della riscossione e non dell’Agente nazionale della riscossione. E questo sembrerebbe comprendere nell’obbligo di delibera anche i Comuni che hanno affidato la riscossione dei propri crediti ad un concessionario privato. E proprio per questo servirebbe un chiarimento ufficiale a tal riguardo entro il 31 gennaio 2023.

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