Sugar tax: cos’è e quale impatto avrà sulle aziende italiane?

Violetta Silvestri

15 Settembre 2021 - 15:42

La sugar tax entrerà in vigore il 1 gennaio 2022, ma il suo impatto sta facendo già allarmare gli operatori del settore. Quali effetti avrà l’imposta sulle aziende italiane? Lo svela uno studio.

Sugar tax: cos’è e quale impatto avrà sulle aziende italiane?

La sugar tax rischia di avere un sapore molto amaro per le aziende italiane: è quanto emerso in uno studio di Nomisma per conto di ASSOBIBE, il ramo di Confindustria dei produttori di bevande analcoliche.

Quale impatto avrà per filiera e imprese nazionali l’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate? Negativo, stando ai dati raccolti dal report.

Introdotta con la Legge di Bilancio 2020, la sua entrata in vigore è fissata con l’anno nuovo, a gennaio 2022. Lo scopo è scoraggiare il consumo eccessivo di zuccheri da parte di adolescenti, diminuendo i rischi per la salute come obesità e altre malattie.

In cosa consiste la sugar tax e quali effetti avrà su imprese e intero settore produttivo e di distribuzione in Italia?

Cos’è e come si applicherà la sugar tax

La sugar tax è una tassa stabilita dalla Legge di Bilancio 2020, rientrante nella cosiddetta categoria di imposte correttive.

Tale misura graverà in questo modo sulle bevande analcoliche edulcorate: 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti; 0,25 euro per kg nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.

Da sottolineare che oggetto dell’imposta saranno tutte le bevande analcoliche edulcorate, ovvero, come specificato dal legislatore:

“i prodotti finiti e i prodotti predisposti per essere utilizzati come tali previa diluizione, rientranti nelle voci NC 2009 e 2202 della nomenclatura combinata dell’Unione Europea, condizionati per la vendita, destinati al consumo alimentare umano, ottenuti con l’aggiunta di edulcoranti e aventi un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2% in volume”

L’edulcorante è inteso come sostanza naturale o sintetica per conferire un sapore dolce.

La legge stabilisce che non saranno tassate le bevande con edulcorante inferiore o uguale a 25 gr per litro, per i prodotti finiti e a 125 gr per Kg, per quelli predisposti a essere utilizzati previa diluizione. In più, saranno esenti articoli destinati all’export.

Il sapore amaro della sugar tax sulle aziende italiane

Il report Nomisma ha messo in chiaro, in numeri, i possibili effetti della prossima tassa sulla filiera e sulle piccole e medie imprese italiane.

Quale sarà, dunque, l’impatto? Secondo i dati raccolti l’imposta avrà un gusto davvero amaro per il comparto nazionale.

La filiera del beverage italiana vedrà una contrazione del 16% del mercato, una diminuzione di 180 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019 e 344 milioni di euro saranno bruciati, considerando la perdita di giro d’affari nel 2023 rispetto al 2019.

Sul fronte occupazionale, le stime parlano di 5.000 lavoratori a rischio, con scenari da -5,5% di impiegati nelle fasi a monte; -2,0% nella produzione e -6,5% nelle fasi a valle se si confronta il trend 2022 vs 2019.

Il focus è inoltre sulle PMI italiane, che sono il 64% delle aziende totali del settore.

L’allarme di ASSOBIBE per il settore

Il Made in Italy che comprende aranciate, limonate, gassose, cedrate, spume, chinotti è fortemente minacciato dalla sugar tax: di questo sono convinte le associazioni di categoria come ASSOBIBE.

L’imposta rischia di appiattire ulteriormente i consumi, con stime che prevedono un -17% sui consumi domestici (-12% bevande gassate e -30% bevande non gassate), con evidenti ricadute sui distributori.

Gli altri canali di acquisto, già in difficoltà per le restrizioni Covid per ristoranti, bar e pubblici esercizi vedranno
un -9% (sempre a volume) delle vendite con impatti sull’attività di grossisti, distributori e punti vendita.

Preoccupazione è emersa anche da parte di Confagricoltura che teme ripercussioni sul settore saccarifero italiano.

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