La cessione del credito continua a essere molto lenta e sembra esserci un’offerta al ribasso. È legale pagare solo il 75% del valore nominale di un credito portando il costo della cessione al 25%?
Pagare la cessione del credito il 75% del suo valore nominale è legale? È pur vero che il costo del Superbonus ha gonfiato a dismisura il debito pubblico e continua a farlo. La spesa potenziale, fino a ora, è di 97 miliardi di euro per gli eventuali investimenti ammessi a detrazione, ma si parla di spesa potenziale proprio perché non si sa per certo che i crediti in questione possano essere incassati per intero.
Le operazioni di cessione del credito vanno sempre più lentamente anche se l’annuncio che Poste Italiane riaprirà l’acquisto dei crediti dei contribuenti è stata una notizia che ha portato un poco di speranza. Le condizioni offerte da Poste Italiane, però, sono tra le più convenienti visto che per ogni 100 euro di spesa acquista crediti a 94 euro (esclusivamente per crediti fiscali al 110% in quattro anno e nel limite di 150 mila euro).
Le condizioni dell’acquisto dei crediti
Come dicevamo, quindi, l’offerta di Poste Italiane a 94 euro ogni 100 euro di spesa è la più conveniente al momento. Intesa San Paolo, operativa anch’essa nell’acquisto, rimborsa solo l’85,45% del 110% del Superbonus e si parla quindi, di 93,995 euro ogni 100 euro di spesa.
Sparkasse acquista a 92 euro mentre Unicredit, pur acquistando a 94,38 euro ogni 100 euro di spesa accetta crediti solo da imprese che derivino da sconto in fattura.
La situazione della cessione, quindi, oltre a essere complicata e costellata di paletti e regole che ne limitano la vendita, sta vedendo emergere anche piattaforme private che operano sul mercato offrendo in media 90 euro ogni 100 euro di spesa.
Un mercato su cui lucrare
Oltre a quanto detto, però, ci sarebbero anche altri soggetti disposti all’acquisto dei crediti a prezzi ancora più bassi. Si parla del 75% del 110% e di fatto l’impresa riceverebbe solo 82,5 euro ogni 100 euro spesi. La segnalazione in questione è stata riportata dal Corriere.it specificando, appunto, che si tratta di una segnalazione su cui non si ha una certezza diretta.
Quello che è certo, però, è che sono mesi, ormai, che le imprese costruttrici denuncia un peggioramento delle condizioni a cui cedere i crediti accumulati. E il peggioramento sarebbe stato giustificato loro con l’aumento dell’inflazione che si ripercuote sul costo stesso del denaro.
È lecito pagare crediti al 75%?
Quello che è lecito chiedersi a questo punto, è se anche per la cessione del credito possa essere valida la soglia fissata dalla Banca d’Italia per far considerare un operazione usuraia.
In questo caso è doverosa una distinzione sulla cessione del credito perché un conto è cederla a imprese e parenti che hanno la giusta capienza fiscale per recuperarli poiché in questo caso la riserva bancaria non opera.
Ma se i crediti vengono ceduti a soggetti che fanno business proprio sul trading sui crediti la violazione della riserva bancaria sussiste perché si parla di organizzazioni professionali. Non si può, però, stabilire a priori che dalla cessione del credito derivi una operazione di natura finanziaria e proprio per questo non si può applicare la norma in tema di usura.
Proprio in base a questo anche offerte al ribasso nell’acquisto dei crediti non possono essere considerate operazioni che rientrano nell’usura e, di conseguenza, anche offrire il 75% (come anche meno di questa percentuale) attualmente risulta legale.
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