Ristrutturare o costruire casa costa di più. La colpa, dice Mario Draghi, è del superbonus 110% che impedisce la trattativa. Ma è davvero così? Nì. Ecco perché.
Il presidente del consiglio Mario Draghi colpisce il superbonus 110% e accusa l’incentivo di essere la causa dell’aumento dei costi di ristrutturazione. La risposta più corretta è sì, ma non proprio. Può sembrare banale, ma due anni di pandemia e la guerra in Ucraina hanno davvero ostacolato il settore edile. Tra i possibili fattori che hanno portato a un rialzo dei costi di ristrutturazione c’è, prima di tutto, un aumento del costo delle materie prima per via della scarsità di queste. Un problema noto, che lo stesso governo Draghi ha cercato di arginare con 3 miliardi di euro all’interno del neo approvato decreto aiuti.
La crisi del settore edile è piuttosto estesa e le conseguenze iniziano a farsi evidenti in tutto il mondo. Una magra consolazione, non siamo gli unici dopotutto, ma questo significa anche che il superbonus ha avuto un impatto secondario sull’aumento dei costi di ristrutturazione. Problemi simili sono stati riscontrati in tutta Europa (Germania, Francia, Regno Unito) e negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve di Saint Louis ha monitorato i prezzi delle materie prime e riscontrato un aumento del 70-80% rispetto all’aprile del 2020.
In Italia non va meglio, tanto che ci sono imprenditori che consigliano ai clienti di attendere un momento migliore per iniziare i lavori. Non solo il problema del costo delle materie prime infatti, ma anche il generale allungamento dei tempi dei lavori dovuto a un sovraccarico di richieste dato a un mix letale di superbonus 110% e bonus facciate.
Aumentano i costi delle ristrutturazioni, la colpa è del superbonus 110%? Non proprio
La crisi del settore edile è piuttosto ampia e complessa e, come detto in apertura, appare un po’ come una semplificazione dare la colpa al superbonus 110%. L’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sostiene che il superbonus abbia avuto un impatto secondario rispetto alla guerra commerciale tra le grandi potenze economiche. “In questi due paesi (Ndr. Cina e Stati Uniti) la ripresa è stata molto forte: già da qualche mese le loro imprese hanno dimostrato una grande volontà di tornare a marciare e questo ha portato a condizionare il mercato” ha spiegato Gabriele Buia, presidente di Ance. E aggiunge che, nella combinazione di fattori che hanno portato a un aumento dei costi della ristrutturazione, entrano anche speculazione finanziaria e aumento dei costi di trasporto.
Se è vero che non è l’unico fattore dell’aumento dei costi, non si può far finta che il superbonus 100% non abbia ristretto i margini delle trattative. Dopotutto i margini sono piuttosto stretti, considerando l’aumento del costo delle materie prime e del trasporto di queste.
I prezzi delle materie prime influiscono sulle ristrutturazioni: le percentuali degli aumenti
Il superbonus influisce parzialmente sull’aumento dei costi di ristrutturazione perché, come abbiamo visto, diminuisce la capacità di trattativa delle aziende, Verrebbe da domarsi quante aziende oggi sono libere di lavorare e fare competizione sul mercato, visto che il settore si sta saturando grazie o per colpa del superbonus 100% e il bonus facciate. Ma a parte questo, a determinare l’aumento del costo della ristrutturazione è, inevitabilmente, la “materia prima”.
Può competere sul mercato è chi si è potuto permettere di fare scorta di materiali prima dell’aumento dei costi di questi. Ecco la variazione del prezzo dei materiali da costruzione:
Materiale | Fonte | Periodo | Variazione % |
Acciaio tondo per cemento armato | MEPS (Italia) n | ov. 2020-mag. 2021 | 150,0% |
Polietilene (HDPE) | Prometeia | nov. 2020-apr. 2021 | 113,1% |
Polietilene (LDPE) | Prometeia | nov. 2020-apr. 2021 | 128,5% |
Rame | Prometeia | nov. 2020-apr. 2021 | 29,8% |
Petrolio | Prometeia | nov. 2020-apr. 2021 | 45,3% |
Bitume | SITEB | nov. 2020-apr. 2021 | 21,9% |
Cemento | Indagine Ance | dic. 2020-gen. 2021 | 10,0% |
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