Nella scorsa legge di Bilancio il governo aveva congelato 2 miliardi di tagli alle spese: adesso arriverà il via libera all’utilizzo per diminuire il deficit nella speranza di convincere l’Europa ed evitare la procedura d’infrazione.
Nella complessa partita tra Italia e Europa per evitare la procedura d’infrazione al momento c’è una sola certezza: il governo, con ogni probabilità nel Consiglio dei Ministri in programma la prossima settimana, andrà a ufficializzare un assestamento alla legge di Bilancio con 2 miliardi di minori spese che saranno utilizzati per ridurre il deficit.
La somma era già stata accantonata lo scorso inverno quando è stata approvata la manovra economica, con la delicata situazione dei conti pubblici nostrani che alla fine ha reso necessario questo “sacrificio”.
In sostanza si tratta di tagli che andranno a interessare soprattutto i fondi per la competitività delle imprese e i trasporti, con il governo che così spera di poter convincere l’Europa, grazie anche alle maggiori entrate tributarie, della bontà del piano gialloverde per contenere il deficit.
Tagli: dove si prenderanno i 2 miliardi
Il primo atto del governo per cercare di assecondare Bruxelles sarà l’ufficializzazione dei 2 miliardi di tagli alle spese dei ministeri. Una misura che già era stata preventivata durante la scorsa legge di Bilancio nel caso di necessità.
Mai come questo momento questi soldi sono vitali, ma la decisione presa dal governo non sarà indolore per gli italiani che così si vedranno tagliare per ben 2 miliardi tutta una serie di servizi.
La scure andrà a colpire principalmente il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo, con i 631 milioni che verranno tolti dal piano per la “competitività e lo sviluppo delle imprese” a rappresentare il taglio più marcato.
Meno fondi anche per il trasporto locale (300 milioni), per l’Università e la Ricerca (100 milioni) e per la Difesa (150 milioni), con i tagli che andranno a incidere anche sul fondo relativo all’impiego “dei Carabinieri per la sicurezza”.
Questi 2 miliardi, insieme ai 3,2 miliardi di maggiori entrate tributarie che si sono registrate, andranno a formare quindi un tesoretto da 5,2 miliardi che il governo è pronto a utilizzare per diminuire il deficit.
Il tutto senza contare quanto non è stato utilizzato per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, con la cifra che potrebbe essere sempre destinata ad abbattere il disavanzo anche se inizialmente il Movimento 5 Stelle voleva destinarlo alla famiglia.
Con queste cifre il governo cercherà di convincere che non sarà impossibile per l’Italia a fine anno raggiungere un deficit pari al 2,1% del PIL, una percentuale non distante da quel 2,04% che è stato messo nero su bianco nella manovra che, dopo una lunga trattativa, alla fine a dicembre ha ricevuto il via libera da parte dell’Europa.
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