Cambia il bonus in busta paga, ma gli importi dovrebbero restare gli stessi. Nella legge di Bilancio 2025 potrebbe inoltre essere ampliata la platea dei beneficiari del taglio del cuneo fiscale.
Il taglio del cuneo fiscale in busta paga verrà confermato anche nel 2025. Avrà una forma differente, ma la sostanza non dovrebbe cambiare, e dovrebbe spettare a un maggior numero di persone.
Per chi non lo sapesse, con “cuneo fiscale” si intende la differenza che c’è oggi tra lo stipendio lordo e netto. Sono diverse quindi le voci che incidono su questo valore: dai contributi previdenziali alle imposte.
Tuttavia, quando oggi si parla di taglio del cuneo fiscale ci si riferisce perlopiù allo sgravio contributivo che negli ultimi anni ha ridotto la quota di contributi a carico del lavoratore dipendente, generalmente pari al 9,19% per chi è impiegato nel settore privato e all’8,80% nel pubblico impiego.
Quest’anno per le buste paga il cui importo non supera i 1.923 euro lordi (25 mila euro di reddito in prospettiva), si applica una sgravio del 7% che riduce l’aliquota contributiva rispettivamente al 2,19% e all’1,80%. Nel caso delle buste paga il cui importo è compreso tra 1.923 e 2.692 euro (35 mila euro di reddito l’anno), invece, lo sgravio si riduce al 6%, con la percentuale applicata in busta paga del 3,19% e del 2,80%. È bene sapere che basta superare questa soglia anche di un solo euro per perdere integralmente il diritto allo sgravio: un meccanismo che ha suscitato non poche polemiche in quanto ci sono stati lavoratori che a seguito di un aumento dello stipendio lordo si sono ritrovati con un netto più basso a causa della perdita dello sgravio.
Il taglio del cuneo fiscale come fino a oggi lo conosciamo verrà modificato con la prossima legge di Bilancio 2025, con la quale dovrebbe essere confermato per i prossimi 5 anni.
Vediamo dunque, alla luce delle ultime indiscrezioni a riguardo, come può cambiare e soprattutto chi saranno i nuovi beneficiari della misura.
Taglio del cuneo fiscale, dallo sgravio contributivo alle detrazioni
A quanto pare nel 2025 non ci sarà più uno sgravio contributivo, o perlomeno non per tutti. Per la conferma del taglio del cuneo fiscale in busta paga, infatti, sembra che il governo abbia deciso di prevedere un taglio dell’imposta anziché dei contributi.
Più nel dettaglio, lo sgravio contributivo in busta paga si continuerà ad applicare solamente per coloro che guadagnano meno di 20 mila euro, i quali non hanno sufficiente Irpef da tagliare. Per tutti gli altri, invece, il taglio del cuneo fiscale verrà attuato attraverso un potenziamento delle detrazioni per reddito da lavoro dipendente, riducendo così l’Irpef dovuta in busta paga.
Cosa cambia per il lavoratore
Come anticipato, le modifiche al taglio del cuneo fiscale nel 2025 dovrebbero essere più formali che sostanziali. Il governo, infatti, farà in modo che nonostante il passaggio dal taglio dei contributi a quello dell’imposta, il risparmio generato resti lo stesso.
Sullo stipendio netto, quindi, i lavoratori dovrebbero continuare a trovarsi gli stessi importi già riconosciuti quest’anno, che ricordiamo essere pari a:
Retribuzione lorda | Aumento netto mensile* |
---|---|
10.000 euro | 44,92 euro |
12.500 euro | 56,15 euro |
15.000 euro | 67,38 euro |
17.500 euro | 67,22 euro |
20.000 euro | 76,82 euro |
22.500 euro | 86,42 euro |
25.000 euro | 96,03 euro |
27.500 euro | 90,54 euro |
30.000 euro | 90,49 euro |
32.500 euro | 91,52 euro |
35.000 euro | 98,56 euro |
* Risparmio indicativo, la cifra può dipendere da diversi fattori come ad esempio dall’eventuale applicazione di detrazioni per familiari a carico in busta paga.
Attraverso la maggiore detrazione, quindi, si punterà a mantenere l’aumento netto fino a 100 euro al mese, 1.200 euro l’anno, per chi ha un reddito intorno ai 35 mila euro l’anno.
Nuovi beneficiari
E non solo, perché con la legge di Bilancio prossima all’approvazione il governo dovrebbe anche risolvere quel problema di cui vi parlavamo sopra, ossia il fatto che basta anche un euro in più per perdere il diritto allo sgravio. Con un reddito lordo di 35.001 euro si perdono 1.200 euro di netto, il che ha disincentivato i datori di lavoro dal riconoscere degli aumenti di stipendio che avrebbero rischiato di comportare un danno al lavoratore.
A tal proposito, sembra che ci sarà uno sgravio, ma parziale, anche per i redditi compresi tra 35.000 e 40.000 euro l’anno. In questo caso il taglio del cuneo fiscale avrà un valore decrescente, utile ad evitare il paradosso per cui con uno stipendio lordo più alto ne possa risultare un netto più basso.
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