Quali e quante tasse si pagano sulla tredicesima? Ecco come viene tassata e quanto spetta di netto per lavoratori dipendenti e pensionati.
Le tasse sulla tredicesima contribuiscono ad abbassare il netto in busta paga o sulla pensione. Ma, nel dettaglio, come viene tassata la tredicesima e quanto, alla fine, spetta di netto?
Lavoratori dipendenti e pensionati attendono con impazienza la tredicesima mensilità in arrivo entro Natale. È noto, tuttavia, che l’importo della gratifica natalizia non è mai pari allo stipendio, bensì più basso. La tredicesima, infatti, concorre alla formazione del reddito complessivo ed è tassata ai fini Irpef in base al proprio scaglione reddituale.
Questo significa che la tredicesima netta in busta paga o nel cedolino della pensione è più bassa rispetto all’importo ricevuto nei mesi precedenti, a maggior ragione nel 2023, come spiega Money.it nella guida “Tredicesima, perché quest’anno sarà molto più bassa dello stipendio (e di quanto)”.
Ecco allora quanto previsto per le tasse sulla tredicesima, quanto si paga e quanto si riceve di netto e, nel dettaglio, come viene tassata.
Come viene tassata la tredicesima
La ragione per cui la tredicesima è tassata risiede nel fatto che spetta per legge a lavoratori dipendenti e pensionati e fa parte della retribuzione annua lorda stabilita da tutti i contratti di lavoro CCNL attualmente in vigore in Italia.
Chiarito che la tredicesima è una mensilità aggiuntiva dello stipendio prevista dal contratto - e non un «regalo» o una doppia mensilità - vediamo ora come viene tassata questa retribuzione differita, il cui importo dipende dalla retribuzione annua lorda (RAL), dai mesi lavorati e dal tipo di contratto di categoria in essere.
Abbiamo anche detto che sulla tredicesima mensilità gravano sia i contributi previdenziali che la tassazione ai fini Irpef (ai sensi dell’art. 51 del Dpr n. 917/1986 - Tuir).
Per capire come viene tassata la tredicesima in busta paga dobbiamo prima di tutto individuare l’aliquota Irpef riferita al proprio scaglione di reddito. Per farlo occorre verificare l’ammontare dello stipendio lordo annuo (RAL) stabilito nel proprio contratto di lavoro, nella busta paga o nel cedolino. Se nella busta paga o nel cedolino è riportato solo l’importo lordo mensile, basterà moltiplicare per 13 questo valore.
Per esempio, se lo stipendio lordo ricevuto ogni mese è di 1.600 euro, la RAL corrispondente è pari a 20.800 euro. Come si può vedere dalla tabella che segue, nel caso di un reddito annuo lordo di 20.800 euro, le tasse sono calcolate applicando un’aliquota del 25%.
Di seguito, le aliquote Irpef previste, divise per scaglioni. L’aliquota - ovvero la percentuale di tasse da pagare - applicata alla tredicesima è la stessa che è stata applicata nelle retribuzioni passate.
Scaglioni Irpef 2023 | Aliquote |
---|---|
Fino a 15.000 euro | 23% |
Da 15.001 a 28.000 euro | 25% |
Da 28.001 a 50.000 euro | 35% |
Oltre 50.001 | 43% |
Attenzione L’Irpef segue un andamento progressivo particolare. Nel caso di un reddito imponibile, ad esempio, di 33.000 euro, non si paga il 35% di tasse su tutta la cifra, bensì si paga un’aliquota del 23% fino a 15.000 euro, del 25% per la sola parte eccedente tra i 15.000 euro e i 28.000 euro e, infine, del 35% per la parte di reddito che va dai 28.001 euro ai 33.000 euro. |
A differenza di quanto previsto per il normale stipendio (o pensione), sulla tredicesima non spettano le detrazioni per lavoro dipendente né quelle per i familiari a carico. Questo fa sì che le trattenute Irpef siano applicate per intero e non mitigate dalle detrazioni come accade per lo stipendio. Per questo motivo l’importo netto appare più basso rispetto al normale stipendio.
Infine, nel caso si abbia un reddito imponibile inferiore a 8.174 euro (8.500 euro per i pensionati), si rientra nella cosiddetta no tax area e sulla tredicesima non si pagano le tasse.
Quanti contributi si pagano sulla tredicesima 2023
Oltre all’Irpef, occorre poi detrarre anche i contributi previdenziali, oltre alle tasse.
Nel 2023 la Legge di Bilancio ha previsto degli sgravi contributivi su stipendi e pensioni, aumentati ulteriormente a partire da luglio. Tale aumento dello sgravio - corrispondente a 4 punti percentuali di esonero - non ha tuttavia effetto sulla tredicesima mensilità. Sulla gratifica natalizia nel 2023 si applica esclusivamente l’esonero previsto dall’articolo 1, comma 281, legge 29 dicembre 2022, n. 197.
Nel caso di tredicesima erogata in un’unica mensilità, l’esonero sui contributi previdenziali corrisponde:
- al 2% se il lordo della tredicesima 2023 non supera i 2.692 euro;
- al 3% se il lordo della tredicesima 2023 non supera i 1.923 euro.
Nel caso di tredicesima erogata in ratei, mensilmente, lo sgravio si calcola sul singolo rateo nella misura del:
- 2% se il lordo del rateo mensile di tredicesima non supera i 224 euro (ovvero 2.692/12);
- 3% se il lordo del rateo mensile di tredicesima non supera i 160 euro (ovvero 1.923/12).
Tredicesima: quanto spetta di netto
La tredicesima mensilità si determina a partire dall’importo degli elementi fissi che compongono lo stipendio e in funzione dei mesi di lavoro effettivamente svolti, includendo anche i periodi di prova e quelli di assenza dall’attività lavorativa (ferie, festività, congedi e cassa integrazione), così come descritto nella guida al calcolo della tredicesima.
Dal mese di gennaio di ogni anno, il lavoratore matura un rateo della tredicesima, pari a 1/12 dello stipendio mensile, considerando solo gli elementi fissi e continuativi (ad esclusione di straordinari e bonus occasionali). La legge prevede in alcuni casi e dietro richiesta del dipendente che il rateo mensile della tredicesima sia inserito all’interno della busta paga di competenza senza dover attendere fine anno.
Nel caso di neo-assunti, di lavoratori a tempo determinato o part-time, per calcolare la tredicesima si moltiplica lo stipendio lordo per il numero di mesi in cui ha lavorato o in proporzione all’orario e si divide il risultato per dodici.
Per la tredicesima dei pensionati si seguono le stesse regole appena descritte.
Facciamo ora tre esempi per capire quanto spetta di tredicesima netta:
Tredicesima mensilità lorda = retribuzione lorda mensile x numero di mesi lavorati /12
- Stipendio lordo mensile (su 12 mesi ricevuti) = 1.600 euro x 12 / 12 = 1.600 euro
- Stipendio lordo mensile (su 11 mesi ricevuti) = 1.600 euro x 11 / 12 = 1.466 euro
- Pensione lorda mensile (su 6 mesi ricevuti) = 1.600 euro x 6 / 12 = 800 euro
A questi importi bisogna poi sottrarre l’aliquota Irpef corrispondente al proprio scaglione di reddito e la percentuale di contributi previdenziali. L’importo della tredicesima fa infatti parte dell’imponibile previdenziale, quindi è previsto il pagamento dei contributi, sia da parte del lavoratore che del datore di lavoro.
Proseguendo con gli esempi appena visti, supponiamo di applicare l’aliquota Irpef corrispondente al relativo scaglione e l’aliquota a carico del lavoratore per i contributi previdenziali (9,19%, ridotta al 7,19% per il 2022):
Tredicesima netta = 1.600 euro - (1.600 x 25%) - 115,04 euro = 1.009,96 euro
Tredicesima netta (su 10 mesi di stipendio) = 1.466 euro - (1.466 x 25%) -105,40 = 994,10 euro
Tredicesima netta (su 6 mesi di pensione) = 800 euro - (800 x 23%) = 616 euro
Infine a questi importi andranno detratti anche:
- i contributi sociali (per gli apprendisti pari al 5,54% dello stipendio);
- le anticipazioni di ratei versati per l’Inail.
Per questi motivi la tredicesima mensilità non sarà quasi mai pari alla retribuzione mensile base perché viene maggiormente tassata, sebbene quest’anno sarà leggermente più alta grazie allo sgravio contributivo.
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