La presidente della BCE Christine Lagarde in audizione al Parlamento UE. L’attenti sugli effetti delle politiche commerciali sull’inflazione euro.
Christine Lagarde, presidente della BCE, torna a rimettere il dito nella piaga, lanciando un nuovo attenti sul rischio che a far saltare il piano della Banca centrale europea volto a riportare il tasso di inflazione dell’area euro al 2% siano i dazi che l’amministrazione USA di Donald Trump continua ad annunciare.
Parlando nel corso di una audizione al Parlamento europeo, Lagarde ha ribadito da un lato che “il processo di disinflazione dell’area euro è sulla buona strada”, avvertendo tuttavia allo stesso tempo che “maggiori tensioni commerciali globali renderebbero l’outlook sull’inflazione più incerto”.
Great to see @EP_President Roberta Metsola ahead of my dialogue with members of the European Parliament.
We at the @ecb are committed to dialogue, accountability and transparency towards parliamentarians. pic.twitter.com/sMU3namUkp
— Christine Lagarde (@Lagarde) February 10, 2025
BCE, Lagarde: frequenza shock simili al Covid e guerra in Ucraina rimarrà alta
In un mondo dilaniato da profonde fratture che al momento appaiono difficili da risanare, Lagarde ha aggiunto inoltre di ritenere “probabile” che la frequenza con cui si manifesteranno “shock simili al Covid e all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia rimanga elevata”.
Per quanto riguarda l’approccio che la BCE continuerà ad adottare nel processo di aggiustamento dei tassi di interesse dell’area euro, Lagarde ha ribadito che l’istituzione continuerà a rimanere dipendente dai dati senza seguire alcun percorso predeterminato.
“Non ci impegniamo a priori verso alcun percorso specifico dei tassi”, ha aggiunto, consapevole del fatto che tra i fattori che potrebbero portare l’inflazione a essere persistente spiccano i dazi che l’amministrazione Trump sta continuando ad annunciare con cadenza quasi quotidiana e il rialzo dei prezzi energetici.
Lagarde, fanno notare gli economisti, sarà consapevole anche del fatto che la crescita del PIL dell’Eurozona è ormai in stile encefalogramma piatto e che l’altro grande rischio è che l’inflazione finisca per scivolare al di sotto del target della banca centrale, pari al 2%. Gli analisti ed economisti sembrano essere concordi nel ritenere che il tasso sui depositi della BCE che, dopo la quinta sforbiciata dei tassi da parte dell’Eurotower annunciata nel primo BCE Day del 2025 e primo BCE Day anche della seconda amministrazione di Donald Trump, viaggia al 2,75%, alla fine sarà abbassato da Lagarde al 2% già attorno alla metà dell’anno, raggiungendo quel livello neutrale che è stato appena annunciato venerdì scorso dallo staff dell’istituzione. Lagarde ha confermato tuttavia la sua cautela, ricordando che il contesto economico attuale è “sfidante”.
La BCE ha annunciato il suo primo taglio dei tassi di interesse dell’area euro dopo i rialzi incessanti del 2022 e del 2023 il 6 giugno del 2024, procedendo a un secondo taglio il 12 settembre e il terzo il 17 ottobre 2024. Il quarto taglio, l’ultimo del 2024, è stato annunciato il 12 dicembre
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