Tassi BCE, sono l’Italia e questi altri due Paesi euro a vincere con i tagli

Laura Naka Antonelli

7 Febbraio 2025 - 18:22

Il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha identificato nell’Italia e in altri due Paesi euro le economie che stanno beneficiando maggiormente dei tagli dei tassi.

Tassi BCE, sono l’Italia e questi altri due Paesi euro a vincere con i tagli

Il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha identificato nell’Italia e in altri due Paesi dell’area euro le economie dell’area euro dove i tagli dei tassi che la Banca centrale europea ha annunciato fino a oggi stanno trasmettendo i loro effetti in modo più rapido e incisivo.

Dunque, quelli dove i benefici dell’allentamento della restrizione monetaria sono per ora più evidenti.

Italia, Spagna, Portogallo: i Paesi dove si sta avvertendo di più l’effetto dei tagli dei tassi BCE

Oltre all’Italia, i Paesi sono la Spagna e il Portogallo.

Il motivo è rappresentato dal fatto che nelle tre economie dell’Eurozona spicca una presenza più significativa dei mutui a tasso variabile, rispetto ad altri.

In Paesi come la Spagna, il Portogallo e l’Italia, dove c’è una quota di mutui a tasso variabile molto maggiore, la nostra politica monetaria si trasmette molto più rapidamente rispetto a quanto avviene in Stati come la Francia”.

Tassi BCE, inflazione inizierà a scendere verso target 2% in primavera

Il numero due dell’Eurotower ha cercato nelle ultime ore di dare una risposta anche e soprattutto alla domanda che assilla in modo più significativo, per ragioni diverse, tutti i cittadini e anche le banche dell’area euro, ovvero quella sul livello finale a cui la BCE di Christine Lagarde porterà i tassi di interesse.

Inevitabile il riferimento alla situazione di forte incertezza che avvolge il mondo intero. La preoccupazione più forte, ha ammesso de Guindos, rimane l’inflazione dei servizi, fattore che “rende necessario un approccio prudente nei confronti della politica monetaria”.

Detto questo, l’inflazione complessiva inizierà a convergere verso il target del 2% durante la primavera.

Il numero due della BCE aveva già parlato di inflazione e tassi di interesse dell’area euro nell’intervista rilasciata due giorni fa al quotidiano slovacco Hospodarske Noviny: “Siamo fiduciosi che ciò accadrà quest’anno”, aveva detto, riferendosi alla capacità della banca centrale di centrare il target del 2%.

L’avvertimento non era tuttavia mancato:

“Esistono ancora alcune incertezze, in modo particolare che riguardano la situazione geopolitica, che dobbiamo tenere in considerazione”.

BCE, Lane: non concentrarsi troppo sul tasso di interesse neutrale

Occhio anche ai commenti che sono stati rilasciati anche dal capo economista della BCE Philip R. Lane.

Anche Lane ha affermato che, a suo avviso il target dell’inflazione che corrisponde ai desiderata dell’Eurotower, ovvero il 2%, dovrebbe essere raggiunto “ragionevolmente presto”, rilanciando un’altra buona notizia: il fatto che, nel mese di gennaio, l’inflazione dei servizi dell’area euro si sia confermata più debole delle previsioni.

Allo stesso tempo, il banchiere ha invitato a “non concentrarsi troppo sul tasso di interesse neutrale”.

Tasso di interesse neutrale che è stato il grande protagonista della giornata di oggi, visto che l’annuncio relativo al range a cui corrisponderebbe è finalmente arrivato.

Sono stati tuttavia gli stessi esperti che hanno stilato il rapporto a precisare che i numeri sono solo “mere indicazioni”.

La BCE ha sforbiciato i tassi di interesse dell’area euro per la prima volta il 6 giugno scorso, per poi procedere a un secondo taglio il 12 settembre. I tassi di interesse sono stati tagliati per la terza volta il 17 ottobre.

L’ultimo atto del 2024 è stato annunciato dall’Eurotower lo scorso 12 dicembre. La quinta sforbiciata dei tassi è stata annunciata giovedì scorso, 30 gennaio 2025.

La strada per ora sembra tracciata e ulteriori tagli dei tassi sono attesi anche per il 2025. A quanto pare, tuttavia, tutti mini, ovvero di 25 punti base, a meno che non si presentino eventi improvvisi, i cosiddetti cigni neri che, nel caso della BCE, sono stati già identificati.

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