Telelavoro, smart working e lavoro agile: differenze e significato

Isabella Policarpio

9 Giugno 2020 - 14:52

Lavorare da casa non è sempre uguale: telelavoro e smart working sono forme diverse, mentre il lavoro agile è la traduzione italiana di quest’ultimo. Ecco le differenze e cosa prevede la normativa di riferimento.

Telelavoro, smart working e lavoro agile:  differenze e significato

Sbagliato confondere telelavoro e smart working o lavoro agile (sua traduzione letterale). Entrambi indicano il lavoro che il dipendente svolge a casa o altro luogo senza recarsi in ufficio, ma hanno presupposti differenti:

  • il telelavoro è una scelta definitiva o a lungo termine che si basa su un preciso accordo contrattuale con l’azienda e si svolge in casa;
  • lo smart working è una modalità “agile” che può essere sfruttata in diverse circostanze senza essere definitivo e in diversi luoghi (in base alle necessità del dipendete).

Passiamo in rassegna le altre differenze e le caratteristiche comuni tra lavoro agile e telelavoro.

Cos’è il telelavoro, da non confondere con lo smart working

Come abbiamo anticipato il telelavoro è un concetto diverso dallo smart working, con il quale tuttavia può sovrapporsi. Tale modalità è una scelta definitiva del dipendente che non dovrà più recarsi nella sede principale per svolgere le sue mansioni.

Sia la modalità di esecuzione del lavoro che la sua organizzazione sono flessibili, in base agli accordi stipulati con l’azienda. Requisito essenziale del telelavoro è la dotazione di strumenti informatici e telematici adeguati, mentre nello smart working in genere il dipendente utilizza il personal computer o altri strumenti nella sua disponibilità.

Una volta stabilito il luogo in cui si svolge il telelavoro (nella maggior parte dei casi l’abitazione del dipendente), il datore trasferisce in quella sede le stesse responsabilità che avrebbe avuto in ufficio, quindi deve verificare che sia idoneo all’attività e in totale sicurezza.

Smart working o lavoro agile: definizione e come funziona

Lo smart working, tradotto in italiano “lavoro agile”, si può considerare l’evoluzione giuridica del telelavoro. Le modalità di esecuzione delle prestazioni sono simili: sfruttare i mezzi tecnologici da casa (o altro luogo) senza il bisogno di recarsi in sede.

Lavorare in smart working consente al dipendente di conciliare le mansioni di lavoro con la vita privata. Infatti tramite accordo con il datore è possibile modulare secondo le necessità un diverso calendario di orari o giorni della settimana. Inoltre il principio cardine del “lavoro agile” - che è anche la ragione del suo nome - è la “mobilità”, quindi chi lavora in questa modalità può scegliere la sede e cambiarla in base alle sue esigenze (casa propria, biblioteca, co-working, in albergo, e così via).

Le modalità di svolgimento del lavoro vengono pattuite tramite un accordo interno con l’azienda e possono essere differenziate in base alle richieste del lavoratore (ad esempio una rimodulazione delle fasce orarie o delle pause).

Il dipendente si impegna a rispettare le regole di buonsenso e di prudenza sul luogo di lavoro ma il datore non è tenuto ad effettuare dei controlli al domicilio per verificare la sicurezza dell’ambiente.

Differenza tra telelavoro smart working

Ora che abbiamo spiegato cosa sono il telelavoro e il lavoro agile (smart working), è il momento di approfondire le differenze.

Il telelavoro è una scelta che il dipendente fa all’origine: lavorare da casa anziché in ufficio, con l’obbligo di essere online durante tutto l’orario di lavoro e la dotazione di strumenti idonei (che il datore di lavoro deve fornire e verificarne la funzionalità).

Lo smart working o lavoro agile, invece, non è una scelta definitiva ma una modalità utile a risolvere particolari problemi (ad esempio un raffreddamento o un periodo post-operatorio). In questo caso il dipendente può scegliere il luogo in cui lavorare, che non deve coincidere necessariamente con la propria abitazione e può anche cambiarlo in corso di esecuzione.

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